Abbiamo avuto l'onore di essere invitati a scrivere una riflessione per la veglia che la Diocesi di Torino ha organizzato venerdì scorso in favore dei martiri cristiani di tutto il mondo, ne riportiamo il testo qui.
Le persecuzioni hanno
segnato profondamente la storia del cristianesimo fin dai suoi
esordi. I cristiani sono i più perseguitati al mondo. Non c'è punto
della geografia mondiale dal quale attualmente non siano state
introdotte cause di martirio presso la Congregazione dei Santi.
Pensiamo al clima difficile in Africa, Medio Oriente, Asia, ove
l'islam mostra un volto poco caritatevole. E pure nei continenti
“anticamente” cristiani, come l'Europa, l'America non mancano le
persecuzioni; in una forma più sofisticata, subdola, certo, ma non
meno violente, poiché la parola ferisce come la spada. Il Center for
study of Global Christianity ha rilevato che nel 2016 90 mila
cristiani sono stati uccisi per la loro fede, cioè un morto ogni 6
minuti. Inoltre, risulta che in 102 paesi del mondo fra i 500 e i 600
milioni di cristiani non possono professare liberamente la loro fede.
Lo confermano gli attacchi continui al nostro diritto di esserci
pubblicamente, nella società civica, per il bene comune; diritto ben
rappresentato dalle libertas ecclesiae
e libertas educandi.
A conferma
dell'intuizione di Giovanni Paolo II prima, di Benedetto XVI e di
Papa Francesco dopo: il martirio è una grande realtà del
cristianesimo e le violenze contro i cristiani sono più numerose
oggi che in passato. Certamente ogni caso di martirio può essere
esaminato da punti di vista diversi, perché spesso le circostanze
sono diverse, ma il fondo della questione del martirio, ciò che
tecnicamente chiamiamo "la causa formale", è sempre la
stessa: la fede in Cristo e l'adesione del cristiano a Cristo nella
Sua Chiesa.
Di fronte ad una situazione così
difficile, possiamo continuare a Sperare? Certo, perché Dio è così
onnipotente e supremamente buono da trarre dal male stesso il bene.
Non a caso, la morte fisica morale dei martiri di ieri e di oggi, è
sempre stato ed è semente per la nostra chiesa; ed è proprio grazie
all'offerta della loro vita che lo Spirito Santo suscita sempre
nuove vocazioni, nuovi germogli di una fede che non si esaurisce
nonostante le persecuzioni, nonostante le difficoltà. Disponiamoci
in ascolto della Parola di Dio rimanendo in Adorazione davanti a Gesù
Eucaristia, vero e unico alimento per la nostra fede e ascoltiamo le
parole dei martiri che non hanno esitato di consegnarsi alle mani dei
persecutori pur di rimanere fedeli al Vangelo che annunciavano.
Le tracce del loro
sangue hanno sempre aperto il cammino ad un futuro splendido,
permettendo ad altri di mietere i propri copiosi frutti seminati e
cresciuti nelle sofferenze. Perché sono sempre rimasti fedeli a
Cristo, alla Chiesa a Maria santissima e al popolo cristiano, non
solo con la Speranza, bensì anche con la Fede e la Carità. Virtù
alimentate dalla certezza di non soffrire inutilmente e di Risorgere.
Ha detto Cristo (Luca 21,11-19): «Si solleverà popolo contro popolo
e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti,
carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni
grandi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di
voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle
prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio
nome. Questo vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi
bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò
lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno
resistere, né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori,
dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni
di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un
capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete
le vostre anime».
Il martirio dei
nostri fratelli in Medio Oriente e nel resto del mondo alimenti le
nostre Fede Speranza e Carità, affinché in ogni ambiente,
dall'università al luogo di lavoro, possiamo “fare – come ci
ricorda anche Tolkien nel Signore degli Anelli - il possibile per la
salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi
che conosciamo al fine di lasciare a coloro che verranno dopo terra
sana e pulita da coltivare”.
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