sabato 25 novembre 2017

Lettera dal fronte: "Per gli amici del settimanale Tempi

La chiusura del settimanale Tempi ricorda quella di un'altra autorevole testata Il Sabato. Entrambe hanno formato e informato generazioni di autorevoli giornalisti e lettori. Sono nate per accogliere sia la necessaria esigenza di inculturazione (come ricorda, ad esempio, "Fides et Ratio") della Fede, respingendo la tentazione di disincarnarla, che la straordinaria intuizione di don Giussani "suscitare nei giovani la vocazione al giornalismo", con cui offrire al prossimo la carità di ricordargli il Buono il Bello il Vero che reggono la realtà. Anche perché non di solo pane vive l'uomo.

Quindi, amici e colleghi di Tempi, il dolore per come siete stati trattati dal liquidatore della società editrice (per i vostri 23 anni di onorato servizio, questo non lo meritavate) è forte; e aumenterà quando sarà ancora più evidente l'assenza della vostra "fraternità" dalla società civile. Una piccola patria (direbbe Chesterton) ove era possibile incontrare persone vive, che incarnavano/incarnano il buon senso comune: penso a Susanna Campus, padre Aldo Trento, Pippo Corigiliano, Rodolfo Casadei, Benedetta Frigerio, Luigi Amicone, Alfredo Mantovano, e sono solo alcuni. Da ieri la salute della libertà di pensiero di stampa, come della libertas ecclesiae et educandi nel nostro paese è molto più cagionevole. Ma ciò non durerà troppo tempo, ne sono sicuro.

Non tutto il male viene per nuocere. Questa spiacevole situazione potrebbe essere l'inizio di riflessioni vincenti, per un grande ritorno. Voi tornerete a scrivere, sicuro, grazie alla qualità che vi contraddistingue ma questo ritorno potrà diventare grande se i vostri preziosi talenti non saranno impiegati soltanto per un'altra testata. Guardatevi attorno.

Tante sono le persone, cattoliche e non, che studiano, si formano, fanno rete, federandosi contro le colonizzazioni ideologiche del nostro tempo, portate da gruppi di potere votati al nichilismo al relativismo e al postumano tecno-scientifico. Tra quelle persone vi sono molti giovani, che hanno scoperto la vocazione per il giornalismo, l'elaborazione culturale. Da anni scrivono libri, curano blog, organizzano eventi (tra questi ci sono anche il sottoscritto e gli altri amici de La Baionetta).

Non dimenticate questo fenomeno, bensì "accompagnatelo". Continuate ad accoglierlo perché ha a che fare con la giusta "intuizione" di don Giussani. Per fare e mantenere un giornale c'è sempre tempo. Ora è il tempo di formare dei comunicatori e operatori culturali militanti. Di conseguenza, "cercateci, diventiamo compagni di viaggio". In questo modo, la vostra esperienza unita alle nostre giovani forze renderà ancora più proficuo e forte lo scambio intergenerazionale e potenzierà la "sana dissidenza" - di cui sopra - fatta di amicizie, opere, e per noi cattolici (soprattutto) di Fede in Gesù Cristo. Contro le ideologie diaboliche e perniciose del nostro tempo. Così si rigenera un popolo che ha dei principî e delle tradizioni da custodire e tramandare.

Crediamo in questo processo, avviamolo, perché non siamo ancora alla fine dei "Tempi (di fraternità)"







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Radio Monte Grappa: "La vostra resistenza è martirio, rugiada che feconda. I volti della persecuzione anticristiana”


È il titolo della mostra allestita e ora visitabile presso il Santuario di Santa Maria dei Miracoli e San Celso, a Milano, in Corso Italia, 37. Iniziata sabato 18, si concluderà lunedì 27 novembre. La mostra è quella presentata nel 2016 al Meeting di Rimini, a cura di Marta Petrosillo, Portavoce di Aiuto alla Chiesa che Soffre Italia.

Essa permette un viaggio nel mondo della persecuzione attraverso le storie dei protagonisti. Offre un ampio sguardo sulle sofferenze dei cristiani e sulle violazioni alla libertà religiosa in tutto il mondo. Dalla Nigeria alla Corea del Nord, passando per Iraq, Siria, Pakistan, Cina. Sono almeno 200 milioni i cristiani perseguitati per la Fede in Gesù Cristo. I copti egiziani uccisi da Isis in Libia, gli studenti trucidati a Garissa, le religiose freddate in Yemen, l’esodo forzato dei cristiani dall’Iraq. L’esposizione di ACS mette a nudo le atrocità commesse dai fondamentalismi, islamici e non, andando oltre la denuncia, dando voce a chi è perseguitato e al tempo stesso mostrando quanto fatto dalla Fondazione per aiutare materialmente e spiritualmente le vittime e permettere ai cristiani di rimanere nelle proprie terre.

In quasi 70 anni di storia Aiuto alla Chiesa che Soffre ha sempre abbinato al sostegno concreto, l’impegno di dar voce ai cristiani perseguitati. Ieri schiacciati dai regimi comunisti oltre la Cortina di Ferro, oggi a rischio genocidio in Medio Oriente, oppressi dal fondamentalismo islamico o privati della libertà religiosa da altri regimi totalitari.

Per ulteriori informazioni, si invita a consultare il sito di ACS Italia

acs.milano2@acs-italia.org

A riguardo della mostra milanese, contattare il dottor Maurizio Giammusso, responsabile di ACS Milano

sito di ACS Italia www.acs-italia.org

In qualsiasi momento si può fare un’offerta alla Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre: sosterranno le iniziative in favore dei Cristiani perseguitati.






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Salmerìa 47.2017

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giovedì 23 novembre 2017

Obice: Le Fake News di Gian Antonio Stella: l’aborto è cattivo solo sui bersagli sbagliati

La mia reazione agli articoli della stampa mainstream, in particolare a quello di Stella



L’altro ieri è apparso sul Corriere della Sera un editoriale di Gian Antonio Stella a proposito degli aborti selettivi che avvengono a numeri impressionanti in numerose parti del mondo.

Ovviamente, in ossequio a tutti i dogmi del politicamente corretto, lo spirito dell’articolo non è una denuncia tout-court del problema aborto (e ci mancherebbe, il giornalaccio massonico per eccellenza non può permettersi certe uscite) ma solo degli aborti quando colpiscono le bambine in base ad una scelta sul sesso del nascituro.

L’aspetto inquietante di tutto questo è che passa in cavalleria un fatto fondamentale: l’aborto è sempre selettivo. È così perché si sceglie di far sopravvivere un essere umano o no, e in base alle più disparate motivazioni (sesso, malattie, vacanze programmate dai potenziali genitori, ecc.).

Viene quindi da chiedersi: l’aborto “selettivo” non va bene per quale motivo? Solo perché uccide le bambine? Questa motivazione non sta in piedi, è un chiaro corto-circuito del pensiero liberal. Sarebbe come ammettere che esistono umani di serie A e umani di serie B, e gli stessi liberal chiamano questa teoria razzismo. Chiaramente sono tutti razzisti meno che i liberal, ma in questo caso sembrerebbe proprio il contrario.

L’articolo porta come argomenti alcune delle peggiori scuse reperibili sul mercato. Nell’ordine, i colpevoli della situazione sarebbero:

- lo shopping (non scherzo, c’è scritto per davvero!);

- le barbariche tradizioni patriarcali (e ti pareva, il povero Patriarcato è chiamato in causa anche quando non c’entra niente. Mi ricordo che un tempo non si poteva abortire proprio per colpa sua, ma si sa, i tempi cambiano e i cervelli funzionano sempre meno);

- la “cultura dello scarto” su cui martella Papa Francesco (notiamo con piacere che al Corriere sono diventati più papisti del Papa: evidentemente ci sono svariati Cardinali abbonati, e una lisciata al Vaticano fa sempre comodo). Ecco, forse questo è l’unico motivo vero, ma è riportato per puri fini ideologici, per far combaciare la narrativa a qualcosa che è per forza autorevole perché l’ha detto il Papa.

Si procede poi ad elencare le cifre della strage (chiamata anche “gendercidio”, con Dante che nel frattempo si starà rivoltando nella tomba), e comunque vengono riportati dati inesatti per numerosi motivi: riguardano solo un sesso (come già detto), e non tengono assolutamente conto di tutte le possibilità di aborto offerte dalla modernità. Infatti, gli aborti causati dalle pillole non sono mai stati conteggiati da nessuno finora, e soprattutto tantissimi aborti avvengono in posti dimenticati dall’umanità (dove nessuno si premura di fare statistiche).

Tuttavia, nonostante l’articolo di Stella trasudi ideologia, banalità e falsità da tutti i pori, è comunque utile a mettere a fuoco una questione fondamentale: la vittima dell’aborto è la più innocente in assoluto, ed è vittima in quanto “non corrispondente” alle aspettative della società malata in cui viviamo.

A tale proposito, voglio fare una domanda agli esponenti della lobby LGBT. Supponiamo, come dite voi, che l’omosessualità abbia cause di tipo biologico-genetiche, e che quindi sia un dato di natura di cui farsene una ragione. Supponiamo anche che venga inventato un test diagnostico per il periodo di gravidanza, in grado di determinare se il feto sarà omosessuale. Con chi credete che se la prenderanno da quel momento in poi? Attendo risposte (anche se non credo che arriveranno, ma pazienza).

Infine, questo caso ci dimostra come, aperta una falla, prima o poi venga giù tutta la diga. E, caro Gian Antonio, ormai è tardi per raccattare i cocci dei danni fatti dalla tua generazione in tal senso.

C’è Uno solo che raccatta tutti i cocci e ci fa i capolavori: Gesù Cristo.





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mercoledì 22 novembre 2017