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sabato 30 dicembre 2017
mercoledì 27 dicembre 2017
martedì 26 dicembre 2017
Lettera dal fronte: Dacci oggi la nostra eresia quotidiana/05: Ci sono cose molto più importanti rispetto alle feste. Ovvero: si è uomini solo in Cristo
Natale
è alle porte sebbene quest’anno, e probabilmente per la prima
volta, non sembra che stia per giungere quella che, universalmente, è
conosciuta come la
Festa e
non una
festa:
gli addobbi sono diminuiti fortemente; i programmi televisivi
stentano a parlare della questione (se non da un mero punto di vista
economico e consumistico); di presepi neanche a parlarne. Resiste
ancora Babbo Natale anche se in molti centri commerciali ormai si
utilizzano più immagini di elfi che del Grassone
Rosso:
è innegabile che anche il
Natale
potrebbe morire ed una semplice passeggiata nella Stazione Termini di
Roma può aiutare a comprendere quanto appena descritto.
Attenzione, però: è giusto che questo Natale muoia giacché non è il Natale ma solo una sua brutta copia (che, in quanto tale, viene dal maligno in quanto mera Scimia Dei). Ma si potrebbe dire che anche da un punto di vista religioso – mi si permetta la contrapposizione ma solo per esigenze di tipo logiche e comparatistiche – le cose non vanno meglio: l’altro giorno un’autorità (si dice il peccato e non il peccatore) ha utilizzato la cerimonia di scambio degli auguri per potersi dedicare ad una filippica contro i suoi detrattori; le persone che si confessano (e che, pertanto, vorrebbero trovarsi purificati dinanzi alla mangiatoria del Puro) sono sempre di meno; le Messe faticano ad attirare fedeli comuni e natalini; ormai anche nelle Chiese e nei gruppi di catechismo i presepi sono diventati merce rara. Se dunque Atene piange, Sparta non ride: attenzione, però, anche in questo caso abbiamo perso la bussola in quanto non si può pretendere che ci si comporti come se quel Bambino fosse Dio quando invece non è più riconosciuto come tale (o, addirittura, viene negato come se fossimo ai tempi di Ario).
È giusto pertanto che anche il cosiddetto Natale religioso muoia perché non è possibile che esista un Natale laico ed un Natale per i cristiani: Natale infatti o è cristiano, o non è. O si fa il presepe o non lo si fa. O si crede che Gesù è Dio o non lo si crede. O ci si confessa per poter essere il più possibile vicino alla Santa Famiglia nella grotta di Betlemme o stiamo semplicemente facendo una seduta di psicanalisi. O la Vergine è tale, o non lo è. O l’Infinito ha squarciato i cieli facendo piovere dall’alto il Giusto oppure, come ha fatto Comunione e Liberazione quest’anno con il suo pessimo Volantone, è nato un bambino come tanti altri. O il misterioso scambio di doni che si celebra per otto giorni nella Liturgia è tale (ed io, sacramentalmente, lo posso rivivere, toccare, adorare, mangiare finanche!) o si va semplicemente ad un banchetto ammantato da benedizioni e formule rituali che permettono di sentirmi parte di una più o meno grande famiglia dei Figli di Dio.
In breve: o il Natale è un mistero che fa tremare i polsi e che ci ricorda la redenzione del genere umano operata da Dio fin dal primissimo istante della concezione verginale di Suo Figlio, che ha assunto tutta la natura umana ed ha realizzato il progetto del Padre con la propria Incarnazione, Passione, Morte, Resurrezione e Ascensione al Cielo, o è una festa. Magari la più famosa, magari la più bella, magari la più lieta, ma rimarrebbe sempre e solo una festa. Non la Festa che, per essere tale invece, guarda immediatamente alla Croce perché una volta che il Figlio è stato innalzato da Terra, ha attirato tutti a sé.
Si è uomini pertanto solo in Cristo, ed in Cristo Crocifisso perché, se Egli ha preso la Croce, chi sono io per non voler (o, addirittura, meritare) di soffrire? Ma, ovviamente, se Cristo è morto in Croce è logico che ha dovuto nascere: ecco perché da sempre la Chiesa tutta celebra con una solennità eccelsa ed in svariate forme, dalla Liturgia alla Pietà Popolare, il Natale.
Vuoi essere uomo? Vai alla capanna: li troverai il nuovo Adamo, ossia il vero Uomo cui sei chiamato a corrispondere quemadmodum poiché Egli è buono e, pur non negandoti la grazia ed il Suo Spirito, comprende che sei stato ferito dal peccato che, però, ha sconfitto una volta per tutte. La salvezza e la santità sono per tutti poiché dipendono dalla grazia e non solo da noi, con buona pace dei donatisti e dei pelagiani dei nostri giorni.
Se Natale è solo una festa, tenetevela. Io mi tengo il Bambinello nella culla con Maria che gli canta una ninna nanna mentre i cieli sono in estatica contemplazione.
Natale o è cristiano, o non lo è. E vale anche per i non cristiani, se ne facciano una ragione.
Auguri di un Santo Natale a tutti voi ricordandovi di pregare l’uno per l’altro per poter oltrepassare senza (troppi) perigli questa valle di lacrime redenta, impreziosita ed abbellita dal Sangue Prezioso di Cristo.
Attenzione, però: è giusto che questo Natale muoia giacché non è il Natale ma solo una sua brutta copia (che, in quanto tale, viene dal maligno in quanto mera Scimia Dei). Ma si potrebbe dire che anche da un punto di vista religioso – mi si permetta la contrapposizione ma solo per esigenze di tipo logiche e comparatistiche – le cose non vanno meglio: l’altro giorno un’autorità (si dice il peccato e non il peccatore) ha utilizzato la cerimonia di scambio degli auguri per potersi dedicare ad una filippica contro i suoi detrattori; le persone che si confessano (e che, pertanto, vorrebbero trovarsi purificati dinanzi alla mangiatoria del Puro) sono sempre di meno; le Messe faticano ad attirare fedeli comuni e natalini; ormai anche nelle Chiese e nei gruppi di catechismo i presepi sono diventati merce rara. Se dunque Atene piange, Sparta non ride: attenzione, però, anche in questo caso abbiamo perso la bussola in quanto non si può pretendere che ci si comporti come se quel Bambino fosse Dio quando invece non è più riconosciuto come tale (o, addirittura, viene negato come se fossimo ai tempi di Ario).
È giusto pertanto che anche il cosiddetto Natale religioso muoia perché non è possibile che esista un Natale laico ed un Natale per i cristiani: Natale infatti o è cristiano, o non è. O si fa il presepe o non lo si fa. O si crede che Gesù è Dio o non lo si crede. O ci si confessa per poter essere il più possibile vicino alla Santa Famiglia nella grotta di Betlemme o stiamo semplicemente facendo una seduta di psicanalisi. O la Vergine è tale, o non lo è. O l’Infinito ha squarciato i cieli facendo piovere dall’alto il Giusto oppure, come ha fatto Comunione e Liberazione quest’anno con il suo pessimo Volantone, è nato un bambino come tanti altri. O il misterioso scambio di doni che si celebra per otto giorni nella Liturgia è tale (ed io, sacramentalmente, lo posso rivivere, toccare, adorare, mangiare finanche!) o si va semplicemente ad un banchetto ammantato da benedizioni e formule rituali che permettono di sentirmi parte di una più o meno grande famiglia dei Figli di Dio.
In breve: o il Natale è un mistero che fa tremare i polsi e che ci ricorda la redenzione del genere umano operata da Dio fin dal primissimo istante della concezione verginale di Suo Figlio, che ha assunto tutta la natura umana ed ha realizzato il progetto del Padre con la propria Incarnazione, Passione, Morte, Resurrezione e Ascensione al Cielo, o è una festa. Magari la più famosa, magari la più bella, magari la più lieta, ma rimarrebbe sempre e solo una festa. Non la Festa che, per essere tale invece, guarda immediatamente alla Croce perché una volta che il Figlio è stato innalzato da Terra, ha attirato tutti a sé.
Si è uomini pertanto solo in Cristo, ed in Cristo Crocifisso perché, se Egli ha preso la Croce, chi sono io per non voler (o, addirittura, meritare) di soffrire? Ma, ovviamente, se Cristo è morto in Croce è logico che ha dovuto nascere: ecco perché da sempre la Chiesa tutta celebra con una solennità eccelsa ed in svariate forme, dalla Liturgia alla Pietà Popolare, il Natale.
Vuoi essere uomo? Vai alla capanna: li troverai il nuovo Adamo, ossia il vero Uomo cui sei chiamato a corrispondere quemadmodum poiché Egli è buono e, pur non negandoti la grazia ed il Suo Spirito, comprende che sei stato ferito dal peccato che, però, ha sconfitto una volta per tutte. La salvezza e la santità sono per tutti poiché dipendono dalla grazia e non solo da noi, con buona pace dei donatisti e dei pelagiani dei nostri giorni.
Se Natale è solo una festa, tenetevela. Io mi tengo il Bambinello nella culla con Maria che gli canta una ninna nanna mentre i cieli sono in estatica contemplazione.
Natale o è cristiano, o non lo è. E vale anche per i non cristiani, se ne facciano una ragione.
Auguri di un Santo Natale a tutti voi ricordandovi di pregare l’uno per l’altro per poter oltrepassare senza (troppi) perigli questa valle di lacrime redenta, impreziosita ed abbellita dal Sangue Prezioso di Cristo.
Il
Cardinale del Sacco
lunedì 25 dicembre 2017
Lettera dal fronte: Lettera a Gesù bambino
La Natività, Giuseppe Vermiglio, 1622 |
La vostra nascita è avvenuta Signore Gesù, per questo ho necessità di scrivervi una lettera. E' il gesto di un peccatore, certo, ma di un peccatore che vuole amare e affidarsi a voi sempre più. Spero che la presente lo dimostri.
Sebbene il mondo abbia lavorato alacremente anche quest'anno, come allora a Betlemme, per non farvi trovare un luogo degno della vostra regalità, io sono tra quei “pochi” che ancora non scambiano il Natale per un lungo black-friday o la “venuta” del nuovo ninnolo Apple, e hanno il coraggio di fare il presepe con fierezza, sulla scia di quella mistica e straordinaria tradizione nata a Greccio nel 1223, grazie a San Francesco d'Assisi.
Sono tra quei “felici pochi” (almeno spero: “Poiche molti son chiamati, ma pochi eletti”, Mt 22,11-14) perché credono fermamente nella vostra incarnazione e nascita. E' per voi che si festeggia il Natale, dal momento che tu sei l'Emmanuele-il 'Dio con noi', come profetizza Isaia. Con queste parole posso compiere la mia professione di fede e affidarvi tutto me stesso, quanto ho e avrò, perfino le mie preoccupazioni. Solo voi potete risolvere tutti i problemi e curare le ferite nel mio cuore e in quello di ogni altro uomo, causate dal peccato originale; riportare sulla retta via coloro che si sono persi. E non penso soltanto a chi crede di poter vivere senza di voi giacché “ha il mondo”, bensì pure ai cattolici. Una buona parte di loro, sacerdoti e vescovi compresi, sta intiepidendosi, sembra troppo inane per dare ragione della Speranza che è in loro. Sapremo ancora rispondere alla domanda che facevi ai santi apostoli “Il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18,8).
Come sapete, mi angustiano in modo particolare fatti come quello accaduto il 14 dicembre al senato, ove è stata approvata la legge sul cosiddetto biotestamento o dat-dichiarazione/i anticipata/e di trattamento; l'udire che tutte le religioni sono uguali, che islamismo ebraismo e il fatto cristiano hanno lo stesso Dio; il vedere molti cattolici impegnati in prima linea per una legge inutile come lo ius soli, dal momento che in Italia non vi è un'emergenza integrazione (l'Istat conferma), ma non per difendere la vita dalle dat; l'osservare gli stessi non intenzionati a pregare per la conversione di Emma Bonino ma pronti a osannarla, quale modello da imitare, nonostante abbia contribuito all'uccisione di 6.000.000 di italiani, tramite la diffusione dell'aborto; il notare che con esso, la pratica dell'utero in affitto e il divorzio si ritorna al tempo della barbarie, prima della vostra nascita.
Proprio perché potete tutto, voglio chiedervi di aiutare noi uomini a riconoscervi l'unica "Via Verità Vita", a dirvi sì ogni giorno, per non abbandonare la Chiesa, dal momento che solo nel cuore della vostra sposa è possibile incontrarvi, e cioè nel Santissimo Sacramento. Ecco perché Ella non abbandonerà mai gli uomini al male, poiché da esso li salverà; non a caso si dice extra ecclesia nulla salus. Solo con voi e in voi, Signore Gesù, si è veramente umani, e si trovano tutte le risposte alle domande del nostro cuore, sul senso della vita ed etc.
Aiutateci a capire che il dirvi sì e il non abbandonare la Chiesa sono legati alla lotta contro la tiepidezza e al coraggio nel chiamare le cose col proprio nome, come nel caso della legge sulle dat, la quale è eutanasica: esse porteranno a considerare la vita un bene disponibile nella sostanza e nella forma, il cibo e l'acqua come cure mediche sospendibili se assunti in modo non autonomo, abbandona minori e incapaci all'altrui volontà di vita e di morte. Il diritto a vivere dipenderà dall'età o dalle condizioni fisiche o psichiche, o dalla decisione di un giudice demiurgo, come è successo nel caso del piccolo Charlie Gard o rischia di accadere, sempre in UK, al piccolo Alfie. Compromette gravemente la relazione fra medico e paziente, perché non conterà più il bene del paziente bensì il consenso informato.
Il medico non potrà contare sull'obiezione di coscienza, pure se cattolico. A questo punto, devo dirvi subito grazie per averci dato don Carmine Arice, il superiore dei cottolenghini e l'avvocato Mauro Ronco, i quali hanno subito denunciato il vulnus in questione.
Questa è eugenetica, ed è uno dei tanti epifenomeni che piegano di cosa è fatta la società gassosa che va costituendosi giorno dopo giorno, grazie ad una prassi violenta di nome postumanesimo, che usa la scienza come arma di distruzione e un pernicioso pensiero radicale relativista (Del Noce docet) come arma di distrazione di massa. Ormai pervadono partiti, istituti, mass media, scuole, università, piazze. Satana ha trovato tra gli uomini altri Erode, i quali fan parte di una classe dirigente che vi ha ingiustamente dichiarato guerra con questi mezzi, per non dover rendere conto a voi ma ai propri capricci, dunque al nulla. Si delineano così due fronti, da una parte la cultura della morte, dall'altra della vita (per usare formule care a San Giovanni Paolo II). Permetteteci di capirlo, affinché possiamo costruire la civiltà della Verità e dell'amore, qual è la Magna Europa fatta dai monaci benedettini e dai re santi, che mette radici nella tua parola. Spero potremo tornare a dire, sulla scia dello storico Federico Chabod, che «Il Verbo cristiano è il maggior fatto, senza dubbio, della Storia universale» (Storia dell'idea d'Europa).
Non fateci abbassare la guardia; non sempre un regime totalitario si presenta violento, soprattutto nelle democrazie liberali. Da dopo la seconda guerra mondiale, e dagli anni '60 in poi, esse hanno approvato leggi e diffuso costumi non diversi da quelli imposti dal comunismo e dal nazismo, per sovvertire le basi antropologiche dell'ordinamento: la già citata soppressione del più debole con aborto ed eutanasia, di frantumazione della famiglia e dell'uomo, con il divorzio, la droga libera, l'utero in affitto, il gender. E se si pensa che la legge sulle dat è stata approvata come il ddl Cirinnà, senza una vera e propria discussione su emendamenti e articoli, quanto detto poc'anzi trova un'ulteriore conferma.
Signore, insisto - d'altronde ci avete detto di bussare senza tregua – aiutateci ancora nel capire che l'unica buona battaglia è quella per voi e che va fatta non da soli, ma con una compagnia di amici (come i 12 che sceglieste); perciò, mettete al nostro fianco buoni compagni di viaggio e maestri della stessa levatura di padre Aldo Trento e del suo amico Jose Ocampos, i quali ci ricordano che solo la tua Via rende la vita umana più degna; del cardinal Carlo Caffarra, che ci ricordava che l'incontro con te «pesca nella profondità dell'essere umano: Cristo è la risposta vera e totale al proprio desiderio illimitato di beatitudine: mio Signore e mio tutto, pregava San Francesco»; di quel gigante di G. K. Chesterton, che vi ha dedicato opere straordinarie. Per esempio, ne La Ballata del cavallo bianco mette in metrica la guerra dichiarata dalla modernità al cristianesimo: da una parte l'uomo moderno tracotante, impersonificato dal re danese Guthrum, e dall'altra il re cristiano Alfred del Wessex. Il primo dice «Io, dunque, sono un re potente, e devasto il mondo, ma invano perché l'uomo non ha altro potere che giocare a questo gioco con la morte; può dimenticarsene per un'ora, per poi ricordarsene di nuovo», mentre Alfred il cristiano risponde: «Sebbene io giaccia inerte a terra e abbia per bastoni i sette peccati capitali, preferisco precipitare con Adamo che innalzarmi con tutti i tuoi dèi. Sebbene voi diate la caccia ai cristiani come lepri sulla collina, la lepre ha molta più voglia di correre di quanta ne abbiate voi di inseguirla. I nostri monaci vanno col saio sotto la pioggia e la neve, ma dentro il cuore brucia il fuoco, mentre voi andate agghindati alle feste e tra le fiamme, ma dentro è il ghiaccio ovunque». Di questo ghiaccio Chesterton – vostro novello giullare alla San Franceso – conosceva l'origine: la tristezza che rode il diavolo e l'uomo moderno alla Faust con cui ha stretto un patto; i quali hanno abbandonato voi, Santissima Trinità unico Dio, la fonte di tutte le gioie e beatitudini,
Signore, ora concludo la lettera e mi appropinquo per contemplare voi nel giaciglio preparatovi da San Giuseppe e dalla vostra santissima madre, Maria. Vi porto in dono me stesso e il «fermo proposito» di San Pio X, che faccio moi: “Solo quando avremo formato Gesù Cristo in noi, potremo più facilmente ridonarlo alle famiglie, alla società. E' però quanti sono chiamati a dirigere o si dedicano a promuovere il movimento cattolico, devono essere cattolici a tutta prova, convinti della loro fede, sodamente istruiti nelle cose della religione, sinceramente ossequienti alla Chiesa ed in particolare a questa suprema Cattedra Apostolica ed al Vicario di Gesù Cristo in terra; di pietà vera, di maschie virtù, di puri costumi e di vita così intemerata, che tornino a tutti di esempio efficace”.
domenica 24 dicembre 2017
Obice: Economia per chi ama la libertà/2: Mercato, speculazione e investimento
Continuo la mia piccola serie di articoli per creare una base comune con chi vuole approfondire il mondo economico e le sue implicazioni. Nello scorso post ho parlato di come storicamente si è inventato il baratto e, successivamente, la moneta; una cosa molto importante è il concetto di contratto come scambio pacifico tra le parti e la sua conseguenza che viene definita “prezzo di equilibrio”.Se il governo fosse l'unico produttore di scarpe molte persone non sarebbero in grado di immaginare come il mercato potrebbe produrle.
Come potrebbe il mercato offrire tutte le taglie? Non sarebbe uno spreco produrre stili diversi per ogni gusto? E cosa succederebbe ai produttori di scarpe di scarsa qualità? Le scarpe sono troppo importanti per lasciarle alle vicissitudini dell'anarchia di mercato
Murray Rothbard
Il prezzo di equilibrio
Cerchiamo di immaginare che non solo io e chi vende il prodotto che voglio comprare siamo disponibili ad effettuare un contratto, affacciandoci sul mondo possiamo prevedere che molte persone vogliano comprare il mio stesso prodotto e che molte persone siano capaci di produrre il bene che a me interessa.
Ovviamente in base alla necessità e alla disponibilità economica ogni aspirante compratore sarà disponibile ad accettare un prezzo diverso, così come chi ha prodotto il bene sarà disponibile ad accettare una determinata quantità di moneta in cambio del bene o servizio che ha prodotto.
Se si mettono in ordine i vari prezzi che gli acquirenti sono disposti a pagare (domanda) e i prezzi che i venditori sono disponibili ad accettare (offerta) e cerchiamo il punto in cui questi sono uguali otteniamo un valore che viene chiamato prezzo di equilibrio.
Questo non è altro che la quantità di moneta che mi aspetto di ottenere se produco un determinato bene, chiaramente se ne produco troppo e nessuno ne ha bisogno dovrò abbassare il prezzo che richiedo per riuscirlo a vendere o se ne produco troppo poco e si crea una scarsità il bene diventa più raro ed avrà un aumento di valore.
In un mercato libero il prezzo viene corretto dai produttori e dagli acquirenti stessi in quanto se si è in una situazione di eccesso di offerta (surplus) con il tempo il produttore ne creerà meno, mentre se vi è un eccesso di domanda (shortage) vi saranno nuovi imprenditori che inizieranno a produrre quel bene, per il semplice fatto che è conveniente farlo.
In altre parole il valore non è dato dal lavoro, inteso come fatica o tempo impiegato per produrre un bene, ma dalla valutazione di noi persone (noi mercato) che verifichiamo se quel bene o servizio risponde ad un nostro bisogno, un’esigenza o un desiderio e per questo decidiamo di usufruirne acquistandolo.
Il risparmio nel tempo
Dopo aver stabilito che ogni soggetto ha dei bisogni che desidera soddisfare ed è disposto a pagare un prezzo ragionevole per ottenere questo risultato è naturale chiedersi cosa fare della ricchezza che si ottiene dal proprio lavoro e non si consuma per soddisfare i propri bisogni.
Questa ricchezza inutilizzata prende il nome di risparmio.
Il risparmio ha alcuni problemi ed alcune potenzialità legate al tempo che passa.
Il problema principale, strettamente legato al periodo storico in cui viviamo, è quello del potere d’acquisto. Immaginiamo di essere dei cittadini giapponesi e che nel lontano 2000 abbiamo messo sotto il materasso metà del nostro stipendio annuale pensando, ingenuamente, che da li a poco avremo bisogno di cambiare auto. Chi ha letto l’articolo dedicato al baratto alla moneta e alle banconote sa che negli ultimi 15 anni la base monetaria del Giappone è stata decuplicata, quindi il potere d’acquisto del mio risparmio è sostanzialmente diminuito di dieci volte, diventando poco più di metà dell’equivalente di uno stipendio mensile. Insomma, abbiamo tenuto quindici anni una macchina e ora dobbiamo andare in bici…
Caro lettore non cadere nell’errore di pensare che sia solo un problema del Giappone, anche noi italiani nel nostro piccolo abbiamo cantato per anni “se potessi avere mille lire al mese” ed ad un certo punto ci siamo accorti che “si va beh ci si diverte tutto costa da impazzire pensa ieri tre gelati cadauno mille lire ho venduto l'ombrellone il canotto l'è sciupà porta dietro qualche lira due o trecentomila forse basteran”
Diventa ora più chiaro che il problema del risparmio è quello di mantenere nel tempo il potere d’acquisto (o il potere di soddisfare un bisogno simile a quello che posso soddisfare ora).
La speculazione e l'investimento
Due strumenti importanti sono la speculazione e l'investimento, troppo spesso il termine “speculazione” viene usato per indicare un’azione ritenuta cattiva o maligna mentre al termine “investimento” si associa un sentimento buono.
Ovviamente la differenza tra le due non è questa.
Con speculazione si intende l’acquisto di un bene o materiale, che non produce ricchezza in se, fatto in previsione della sua rivendita ad un prezzo superiore. Per esempio se io durante l’estate compro della legna, in previsione che con l’arrivo dell’inverno molti ne avranno bisogno per scaldarsi mentre ora è un bene che non è ricercato, non sto facendo un investimento ma una speculazione (e non è una cosa cattiva).
Con investimento si intende, invece, l’acquisto di un bene che genera uno profitto sotto forma di reddito (ossia dividendi, interessi o rendite di varia natura) o di plusvalenze (ossia la vendita di attività finanziarie a seguito di un apprezzamento di valore). Ad esempio si può pensare ad un terreno o ad una casa che si mette in affitto, notare che se la casa non la si mette in affitto ma la si acquista con il solo scopo di rivenderla dopo un certo tempo ad un prezzo superiore si sta facendo comunque un’azione speculativa anche se si utilizza un bene che di per se può generare una rendita.
Dopo aver spezzato una lancia a favore della speculazione definisco ancora il concetto di costo opportunità.
Il costo opportunità
Con costo opportunità si intende il costo originato da una opportunità non sfruttata o sfruttata male. Quantitativamente è la differenza tra il valore che ho ottenuto compiendo (o non compiendo affatto) un'azione di speculazione o di investimento, e il valore della migliore opportunità che ho tralasciato.
Tornando all’esempio dell’acquisto della legna fatto nel periodo estivo, sicuramente un’azione speculativa su questo materiale può portare ad un guadagno; pensiamo ad una possibile alternativa, come lo stesso tipo di operazione ma con il gasolio, questa può generare un guadagno superiore o inferiore e sarà compito dello speculatore capire qual è la cosa giusta da fare. Nel caso, arrivato l’inverno, la richiesta di gasolio fosse superiore a quella di legna, e di conseguenza l’aumento di prezzo, la differenza tra quanto ha guadagnato con la legna e quanto avrebbe guadagnato con la scelta del gasolio è detta costo opportunità.
Il costo opportunità è presente in ogni azione che compiamo, anche in quelle non prettamente economiche, come l’utilizzo del tempo libero o la scelta di quale strada fare per tornare a casa dal lavoro. In alcuni casi possiamo usare la nostra abilità, intelligenza o fortuna per fare in modo che il costo opportunità sia il più basso possibile, in altri casi siamo semplicemente costretti a pagare interamente questo costo, come nel caso del TFR.
Lettera dal fronte: Racconto di Natale (parte seconda)
Il commissario parve molto compiaciuto di quelle domande e subito disse: Ohhhh così mi piace. Questo volevo sentire da te!
Sai... la cosa interessante di questa storia è che... sono stati proprio i bambini a condurci a voi!
L’uomo e la donna all’unisono alzarono lo sguardo verso la fonte di quella rivelazione e la donna si lasciò sfuggire alcune parole: Ma come... come è possibile?
Il commissario pareva divertirsi un mondo e proseguì: Vedete non è stato difficile. I bambini parlano per voi. Li abbiamo osservati, abbiamo interrogato le maestre, abbiamo studiato i loro discorsi, le loro azioni. Non sono bambini come gli altri. Sono piuttosto... resistenti, le loro maestre non si capacitano di come certi concetti non riescano a farglieli assimilare. In qualche modo si distinguono e spesso dimostrano di avere un influsso negativo anche sui compagni. Ma alla fine si sono traditi! Era solo questione di tempo.
Tirò fuori dalla tasca interna dell’impermeabile alcuni disegni e divertito li mostrò ai suoi interlocutori.
Vedete? Dei banali disegni! Dei semplici disegni mi hanno portato da voi! Pensate che i due più grandi non ne volevano sapere di disegnare altro. Quando le maestre chiedevano di rappresentare i vari tipi di famiglie loro ostinatamente disegnavano sempre e solo voi con loro!
E così dicendo mostrò loro i fogli di carta su cui l’uomo riconobbe il suo ritratto e quello della moglie con accanto la scritta papà e mamma.
Ma il commissario non aveva finito. Mostrò ancora un altro disegno e commentò compiaciuto: Ma il più piccolo ha fatto ancora meglio. Su richiesta delle maestre di disegnare cosa era per loro il natale ecco cosa ha fatto lui.
Mostrò un disegno pieno di colori in cui si riconosceva chiaramente la grotta della natività con la sacra famiglia e gli altri personaggi.
L’uomo esclamò disperato: Dove sono i nostri figli? Che volete da loro? Dove sono? Ditecelo!
Un agente fece per sferrare un altro pugno, ma il commissario con un gesto lo fermò.
La donna scoppiò nuovamente a piangere e il commissario la degnò solamente di uno sguardo. Si diresse al camino e vi gettò i fogli.
Si avvicinò poi al presepe, prese la statua del bambinello, la rigirò più volte tra le mani e disse nuovamente: Sapete... non ne vedevo più uno da molti anni. Pensavo li avessimo trovati tutti... invece non era così... questo mi insegna che non bisogna mai abbassare la guardia perché il rischio è troppo alto e dobbiamo vigilare, certe cose restano sempre pericolose.
Quindi con un calcio rovesciò il tavolino e con gli anfibi calpestò le statuine mandandole in frantumi.
Aveva ancora il bambino Gesù tra le mani quando si girò verso l’uomo e puntò la statuina verso di lui.
I vostri figli? Osate ancora chiamarli così? No, i figli hanno un solo proprietario ed è lo Stato. Sarà lui a provvedere a loro da ora in poi. Saranno educati a tutti quei valori e diritti che voi avete negato loro per le vostre stupide superstizioni e per le vostre antiquate tradizioni e convinzioni. Sarà loro trovata una famiglia adeguata, aperta e moderna in cui possano crescere serenamente. Quanto a voi sapete bene cosa vi succederà: i nostri centri per la rieducazione si occuperanno di voi. Lo hanno già fatto con molti altri dei vostri in passato e hanno sempre risolto i problemi... in un modo o... nell’altro!
Dopo queste parole scagliò a terra la statuina che si ruppe in vari pezzi. Poi dirigendosi verso l’uscita disse agli agenti: Portateli via, qui abbiamo finito.
La donna iniziò a urlare disperata mentre la sollevavano e la portavano via.
I miei bambini noooo! Ridatemi i miei figli! Vi prego! Non potete farmi questo! Vi scongiuro!
L’uomo si sentì pervadere da una grande rabbia e si alzò di scatto cogliendo di sorpresa gli agenti che lo trattenevano. Riuscì a divincolarsi e si scagliò sugli uomini in divisa che stavano portando via la moglie. Ma fu bloccato prima di raggiungere il suo obbiettivo e un militare gli sferrò un pugno in pieno volto ed uno nuovamente nello stomaco. Cadde a terra assalito dal dolore e il suo sguardo cadde sui resti del bambinello a poca distanza da lui. I suoi occhi vitrei erano una preghiera muta e disperata a quel Dio-bambino e in quel fugace attimo notò che la luce proveniente dall’esterno, passando attraverso i vetri rotti della finestra, disegnava una piccola croce di luce proprio accanto ai cocci della statuina.
Fu l’ultima cosa che l’uomo vide prima di essere portato via.
Oggi l’uomo vuole sempre più eliminare Dio e qualsiasi riferimento a Lui. Ma non si accorge che così facendo in realtà priva se stesso della propria umanità tornando così ad essere Homo homini lupus.
Andrea Musso
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