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sabato 6 maggio 2017
venerdì 5 maggio 2017
Cinematografo dell'alpino: Guardiani della Galassia Vol. 2: Risate a crepapelle
Guardiani della Galassia Vol. 2 è un film del 2017 scritto e diretto da James Gunn.
Il film riprende la narrazione delle avventure del gruppo di supereroi spaziali dal punto in cui era stato interrotto alla fine del primo capitolo, e ha come tema principale la scoperta dell’identità del padre di Star-Lord.
L’inizio del film è un puro pretesto per introdurre proprio questo personaggio, che si rivelerà essere il Celestiale Ego, una sorta di dio che ha la particolarità di essere un pianeta vivente e di poter assumere qualsiasi forma desideri.
Da lì in poi si disvela tutta la trama e vengono rivelate le origini di Star-Lord, e quale sia il progetto del padre per lui. Ovviamente i nostri non sono dello stesso avviso, e dopo una serie di scioccanti rivelazioni, si iniziano a menare le mani selvaggiamente.
Il film trasuda anni 80 da tutti i pori: la colonna sonora (che è bellissima quanto quella del primo capitolo), l’umorismo spinto e fatto di battute paradossali e, infine, la riesumazione di due autentiche icone del cinema anni 80 come Kurt Russell (che interpreta il villain principale) e Sylvester Stallone (che interpreta un ruolo di contorno che però è destinato ad avere maggiore spazio nei prossimi episodi del Marvel Cinematic Universe).
Le scenette comiche meritano una menzione speciale. Tutti hanno visto quella del trailer con Rocket che istruisce il piccolo Groot su come attivare la bomba, ma tutto il film è letteralmente costellato da una miriade di scene simili, e oltretutto in maniera paradossale. Ad esempio, quando avviene l’ammutinamento dei Ravager di Yondu, e i protagonisti vengono rapiti e sottoposti a scherno, c’è un ribaltamento completo del rapporto carnefice-vittima: i rapiti (mentre sono legati mani e piedi a delle sedie) si prendono gioco in maniera crudele dei rapitori, che non sanno cosa rispondere. Oppure quando il piccolo Groot viene istruito sulla cresta di Yondu da cercare nella cabina del capitano, e lui facendo un chiasso incredibile, recupera di tutto e di più senza mai trovare la cresta.
Il film affronta diversi temi in maniera leggera ma positiva: il rapporto tra padre assente e figlio, il rapporto di odio-amore tra le sorelle Gamora e Nebula, e il rapporto di tipo familiare che si instaura tra i vari membri del team. Una nota curiosa: il jet-set hollywoodiano è un ambiente liberal a favore di tutta la rivoluzione antropologica, ma incredibilmente il cattivo del film è presentato come uno spregevole utilizzatore seriale, in pratica, dell’utero in affitto (incredibile ma vero!).
La scena conclusiva del film è probabilmente la più bella di tutti i film MCU usciti fino ad adesso, e le scenette post-titoli di coda mettono le basi per un ulteriore capitolo 3 e per la continuity sul MCU.
Il che è sicuramente una bella notizia: i Guardiani continueranno a farci ridere a crepapelle e a farci emozionare con le loro incredibili storie.
giovedì 4 maggio 2017
Obice: Scuole paritarie in piazza contro i tagli della giunta Appendino
Ieri mattina, davanti al municipio di Torino, si è svolta una manifestazione contro i recenti tagli alle scuole materne paritarie operata dall’amministrazione 5-stelle, guidata da Chiara Appendino.
A promuoverla è stata la Fism (Federazione italiana scuole materne), per dire sì alla libertà di educazione, contro ogni ideologia liberticida e statalista.
Per due ore, dalle 10 alle 12, una nutrita delegazione di genitori, insegnanti e presidi ha fatto sentire le proprie ragioni contro la scelta del sindaco Appendino di tagliare il 25% del contributo alle scuole cattoliche della FISM e alla scuola della comunità ebraica: da 3 milioni a 2 milioni e 250 mila euro per 55 istituti che accolgono 5.500 bambini.
Una scelta irresponsabile, dato che le scuole rischiano di chiudere e di mandare al collasso l’intero sistema d’istruzione della città. In questo modo la promessa del sindaco Appendino di non voler tagliare sui servizi essenziali, istruzione e welfare è venuta meno. Ha fatto fare pochissimi tagli sui servizi a gestione comunale ma molti appunto sulla scuola. Non a caso, e a ragione, gli organizzatori della manifestazione ai giornalisti presenti asserivano: «È la conferma che la giunta Appendino si muove in modo ideologico, senza nessun criterio ed equilibrio; che mette in difficoltà la famiglia: i tanti papà e mamme che hanno scommesso sulle scuole paritarie a causa dei tagli subiranno un aumento delle rette, come se i loro figli fossero di serie B solo perché vanno in una scuola paritaria cattolica».
Non è mancato alla buona battaglia dei manifestanti l’appoggio di migliaia di persone, perché mentre erano in piazza, in dieci mila hanno firmato contro i tagli dei cinque stelle; e a questi si aggiungono i non pochi esponenti politici e della società civica, provenienti da diverse aree, fatto che conferma la trasversalità e il buon senso comune alla base delle ragioni della Fism. Sono passati in piazza Silvio Magliano, consigliere dei Moderati, Monica Canalis e Stefano Lo Russo, consiglieri PD; due “camei” di Piero Fassino e Osvaldo Napoli. Vi è stata anche una delegazione del Popolo della Famiglia, rappresentata dal dottor Marcello Protto. Presenti anche Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche) e MCL (Movimento cristiano lavoratori).
Dopo due ore, verso la fine della manifestazione, è arrivata anche la reazione da parte del Movimento Cinque Stelle. Il capo gabinetto e portavoce del sindaco Paolo Giordana e l’assessore all’istruzione Federica Patti si sono avvicinati ai rappresentanti della Fism e delle varie associazioni, dopo che questi hanno insistito per avere risposte direttamente dal sindaco. Giordana e Patti non hanno dimostrato di voler essere solidali e nemmeno di voler ascoltare seriamente le istanze dei loro interlocutori.
Sì, una cosa è chiara (più del sindaco): Appendino e company sono ben contenti di dimenticare che la scuola paritaria, cattolica e non, è sempre pubblica. Da sostenitori di una ideologia che limita, come già si diceva in apertura, la libertà di educazione, di espressione (articoli 21 e 30 della Costituzione). Ecco perché ossessivamente non vogliono riconoscere che la scuola paritaria e statale hanno pari dignità e non vogliono riconoscere che c’è bisogno di tutti i gestori di scuole. «La collaborazione tra scuole paritarie, comunali e statali permette di massimizzare le risorse. Non conta chi sono i gestori, ma se offrono una scuola di qualità, accessibile a tutti e rispettosa di chiunque. Nella sfida educativa, abbiamo bisogno di tutti». Come affermava nel 2015 al meeting di Rimini Luigi Berlinguer, ex ministro dell’Istruzione e autore della legge 62/2000 sulla parità scolastica. Di certo non un galoppino del Papa.
A promuoverla è stata la Fism (Federazione italiana scuole materne), per dire sì alla libertà di educazione, contro ogni ideologia liberticida e statalista.
Per due ore, dalle 10 alle 12, una nutrita delegazione di genitori, insegnanti e presidi ha fatto sentire le proprie ragioni contro la scelta del sindaco Appendino di tagliare il 25% del contributo alle scuole cattoliche della FISM e alla scuola della comunità ebraica: da 3 milioni a 2 milioni e 250 mila euro per 55 istituti che accolgono 5.500 bambini.
Una scelta irresponsabile, dato che le scuole rischiano di chiudere e di mandare al collasso l’intero sistema d’istruzione della città. In questo modo la promessa del sindaco Appendino di non voler tagliare sui servizi essenziali, istruzione e welfare è venuta meno. Ha fatto fare pochissimi tagli sui servizi a gestione comunale ma molti appunto sulla scuola. Non a caso, e a ragione, gli organizzatori della manifestazione ai giornalisti presenti asserivano: «È la conferma che la giunta Appendino si muove in modo ideologico, senza nessun criterio ed equilibrio; che mette in difficoltà la famiglia: i tanti papà e mamme che hanno scommesso sulle scuole paritarie a causa dei tagli subiranno un aumento delle rette, come se i loro figli fossero di serie B solo perché vanno in una scuola paritaria cattolica».
Non è mancato alla buona battaglia dei manifestanti l’appoggio di migliaia di persone, perché mentre erano in piazza, in dieci mila hanno firmato contro i tagli dei cinque stelle; e a questi si aggiungono i non pochi esponenti politici e della società civica, provenienti da diverse aree, fatto che conferma la trasversalità e il buon senso comune alla base delle ragioni della Fism. Sono passati in piazza Silvio Magliano, consigliere dei Moderati, Monica Canalis e Stefano Lo Russo, consiglieri PD; due “camei” di Piero Fassino e Osvaldo Napoli. Vi è stata anche una delegazione del Popolo della Famiglia, rappresentata dal dottor Marcello Protto. Presenti anche Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche) e MCL (Movimento cristiano lavoratori).
Dopo due ore, verso la fine della manifestazione, è arrivata anche la reazione da parte del Movimento Cinque Stelle. Il capo gabinetto e portavoce del sindaco Paolo Giordana e l’assessore all’istruzione Federica Patti si sono avvicinati ai rappresentanti della Fism e delle varie associazioni, dopo che questi hanno insistito per avere risposte direttamente dal sindaco. Giordana e Patti non hanno dimostrato di voler essere solidali e nemmeno di voler ascoltare seriamente le istanze dei loro interlocutori.
Sì, una cosa è chiara (più del sindaco): Appendino e company sono ben contenti di dimenticare che la scuola paritaria, cattolica e non, è sempre pubblica. Da sostenitori di una ideologia che limita, come già si diceva in apertura, la libertà di educazione, di espressione (articoli 21 e 30 della Costituzione). Ecco perché ossessivamente non vogliono riconoscere che la scuola paritaria e statale hanno pari dignità e non vogliono riconoscere che c’è bisogno di tutti i gestori di scuole. «La collaborazione tra scuole paritarie, comunali e statali permette di massimizzare le risorse. Non conta chi sono i gestori, ma se offrono una scuola di qualità, accessibile a tutti e rispettosa di chiunque. Nella sfida educativa, abbiamo bisogno di tutti». Come affermava nel 2015 al meeting di Rimini Luigi Berlinguer, ex ministro dell’Istruzione e autore della legge 62/2000 sulla parità scolastica. Di certo non un galoppino del Papa.
Cappellano militare: Un Pane
Chi è orfano non ha pane, perché serve la mano di un padre, affinché il pane arrivi in tavola.
Il pane è memoria della Grazia fondamentale: essere figli.
Ma intorno a quella stessa tavola, intorno a quell'unico pane, intorno a quell'unico padre non si è soli.
Il pane è memoria della missione urgente: vivere da fratelli.
Forse per questo il Pane è il cuore della Chiesa: in Esso siamo figli, per Esso siamo fratelli.
Nella Grazia di un Pane dato sta tutta la missione di un Pane da condividere.
Il pane è memoria della Grazia fondamentale: essere figli.
Ma intorno a quella stessa tavola, intorno a quell'unico pane, intorno a quell'unico padre non si è soli.
Il pane è memoria della missione urgente: vivere da fratelli.
Forse per questo il Pane è il cuore della Chiesa: in Esso siamo figli, per Esso siamo fratelli.
Nella Grazia di un Pane dato sta tutta la missione di un Pane da condividere.
Don Carlo Pizzocaro
mercoledì 3 maggio 2017
Cappellano militare: Il disimpegno di chi non vuole vivere da figlio
Ci sono momenti in cui non sappiamo cosa Dio voglia da noi, momenti in cui LUI ci sembra lontano.
In quei momenti diciamo che la nostra Fede è in crisi. Ed è una bugia. Perché a noi fa problema tutt'altro: a noi fa problema un Dio "molto forte e incredibilmente vicino".
Se ci pensi bene, quando è iniziata la crisi? Subito dopo quell'istante in cui Dio era tanto vicino da poterne sentire il respiro sul volto e la volontà nel cuore.
In quel momento sei scappato, quando hai capito che LUI aveva la pragmaticità di una Via da seguire, l'autorevolezza di una Verità da servire, la pretesa di una Vita, la sola giusta da vivere. E hai provato a convincerti che ti bastasse "vedere il Padre", ma era solo il disimpegno di chi non vuole vivere da figlio.
Non è Dio quello lontano: sei tu che ti allontani da un Dio incredibilmente vicino.
In quei momenti diciamo che la nostra Fede è in crisi. Ed è una bugia. Perché a noi fa problema tutt'altro: a noi fa problema un Dio "molto forte e incredibilmente vicino".
Se ci pensi bene, quando è iniziata la crisi? Subito dopo quell'istante in cui Dio era tanto vicino da poterne sentire il respiro sul volto e la volontà nel cuore.
In quel momento sei scappato, quando hai capito che LUI aveva la pragmaticità di una Via da seguire, l'autorevolezza di una Verità da servire, la pretesa di una Vita, la sola giusta da vivere. E hai provato a convincerti che ti bastasse "vedere il Padre", ma era solo il disimpegno di chi non vuole vivere da figlio.
Non è Dio quello lontano: sei tu che ti allontani da un Dio incredibilmente vicino.
Don Carlo Pizzocaro
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