Un caso vero e proprio di "censura da regime" la decisione di bloccare, nel pomeriggio di venerdì 23 febbraio, il bus della libertà promosso dalla piattaforma CitizenGo e da Generazione Famiglia-La Manif Italia per contrastare la diffusione dell’ideologia gender nelle scuole; azione perpetrata dall'assessore alle pari opportunità e politiche giovanili del comune di Torino.
A poche ore dalla tappa a Torino, prevista per il giorno 24/02 alle 11 presso Rondò Rivella, Marco Giusta ha richiesto agli uffici comunali di revocare la concessione del suolo pubblico precedentemente concessa ai e pure pagata dai responsabili di entrambe le realtà associative.
L'assessore pentastellato ha giustificato la sua scelta tacciando il bus della libertà di fascismo, razzismo, omofobia, sessismo. Parole esagerare, anzi illazioni, che non hanno niente a che fare con la realtà ma che confermano l'intolleranza a cui ci hanno abituato i due volti del partito radicale di massa M5S/PD e la Lobby LGBT ad essi legata, dalla quale arriva proprio Marco Giusta, essendo stato presidente di Arcigay Torino.
Ma i promotori Filippo Savarese, Jacopo Coghe e Maria Rachele Ruiu hanno opposto una sana dissidenza civile, facendo circolare lo stesso il bus con le scritte "non confondete l’identità sessuale dei bambini; i bambini sono maschi, le bambine sono femmine, la natura non si sceglie. Stop gender nelle scuole" e confermando il programma e l'appuntamento delle 11.
"Il bus della libertà rivendica - ha affermato Savarese - esattamente lo scopo dichiarato: sensibilizzare i cittadini sui danni che l'ideologia Gender diffusa nelle scuole arreca alla sana crescita dei bambini, rivendicando il diritto dei genitori di educare liberamente i loro figli. Definire "omofobo" il diritto alla priorità educativa della famiglia - sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani - è assurdo e liberticida, e dimostra come, dietro l'apparente impegno contro la discriminazione, si annidi in realtà l'intenzione di ridurre al silenzio le voci dissonanti con quella della Lobby LGBT, di cui si nega l'esistenza ma di cui si prova ogni giorno l'ostilità da parte dei suoi esponenti.”
Non è mancato il supporto da parte di esponenti di partiti e della società civile, di testate giornalistiche e siti locali, come il giornale della Diocesi di Torino. Coinvolti principalmente dal locale Comitato Difendiamo i Nostri Figli. Ad esempio, non si è fatta attendere la reazione del senatore Lucio Malan, di Forza Italia, il quale ha parlato di «Un atto molto grave, che indica il concetto di libertà che hanno i seguaci dei guru Casaleggio e Grillo. Credo ci sia materia per chiedere una valutazione della magistratura. L’interesse privato, sia pure ideologico, non può entrare nel governo di una città e non può violare i diritti costituzionali dei cittadini».
Dunque, anche a Torino, come già avevano dimostrato le veglie delle Sentinelle in Piedi, vi sono i fautori (Giusta, Appendino, Viale) del pensiero unico, il cui scopo è di ridurre al silenzio coloro (tra cui quelli citati sopra) che animati da buon senso comune - cattolici e non - operano coraggiosamente per costituire un popolo e innescare processi, quali l'amicizia, in grado di contrastare le menzogne e le pretese liberticide di quel pensiero/potere nemico dell'uomo; di custodire e proporre il "ritorno al reale", i cui pilastri sono il Buono il Bello la Verità. Sulla scia di autorevoli personalità quali Gustave Thibon.
sabato 24 febbraio 2018
Salmerìa 8.2018
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giovedì 22 febbraio 2018
Obice: Elezioni Politiche 2018: una modesta proposta di strategia per il voto
Anche Fantozzi ha lo stesso problema |
Come tutti ben sapranno, il 4 marzo 2018 si voterà (finalmente, mi sento di aggiungere) per il rinnovo dei due rami del Parlamento Italiano. Non è mia intenzione mettermi a fare una analisi critica di tutti i partiti (per questo ci sono i media tradizionali e non, che però espongono solo i contenuti in maniera acritica) ma suggerire una modesta proposta di strategia per quanto riguarda il voto cosiddetto “cattolico”. Preciso in anticipo che si parla di politica e non di dogmi di Santa Romana Chiesa, quindi la discussione è aperta e si possono mantenere toni civili ricordandoci bene che un voto non è la soluzione alla malattia dell’anima che attanaglia questa epoca storica.
La strategia
Iniziamo dicendo che, seguendo un attimo il discorso politico in questo Paese, non è difficile da notare che per quel che riguarda i famosi “principi non negoziabili” il centrodestra offra sicuramente più garanzie rispetto al centrosinistra. Questa affermazione, che ovviamente non va intesa in senso assoluto, può essere sostenuta da almeno quattro fatti:
- i governi di centrodestra storici capitanati da Silvio Berlusconi non hanno mai approvato leggi completamente in contrasto con i principi non negoziabili;
- il centrosinistra (e le sue propaggini centriste e non) sono sempre stati pervicacemente anticattolici quando si parlava di vita, famiglia e libertà di educazione;
- l’ultimo governo di Matteo Renzi è stato quello che ha approvato le peggiori leggi della storia della Repubblica Italiana in questi specifici ambiti;
- Zia Morte (Emma Bonino) e compari sono elementi di spicco della coalizione di centrosinistra.
Quindi, la strategia è la seguente:
- se il collegio uninominale dove vi trovate a votare è contendibile, cioè non si sa con certezza se a vincere sarà uno fra M5S, centrodestra o centrosinistra, bisogna sostenere il candidato di centrodestra, votando per uno dei partiti che lo sostengono (preferibilmente Lega o Fratelli d’Italia, dato che sia Forza Italia che Noi con l’Italia sono partiti dove si annida il peggio del peggio);
- se il collegio uninominale dove vi trovate a votare è assicurato al centrosinistra o al centrodestra, occorre valutare quanto sia impresentabile il candidato del centrodestra. Per fare un esempio, se il candidato che esprime il centrodestra è un notorio sostenitore di idee come matrimoni gay et similia, votare il Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi. Altrimenti sostenere il candidato del centrodestra, sempre scegliendo (possibilmente) tra Lega e Fratelli d’Italia.
Ovviamente, questo sistema è applicabile sia alla Camera dei Deputati sia al Senato della Repubblica.
L’obiettivo di questa strategia è quello di ostacolare il più possibile l’avanzata dei parlamentari laicisti (che sono presenti in tutto il centrosinistra, in maniera massiccia nella lista di Emma Bonino) di entrambi gli schieramenti (Forza Italia ne ha troppi, purtroppo).
Il risultato sperato è che il centrodestra elegga il maggior numero di parlamentari “sani” e che, in un modo o nell’altro, il Popolo della Famiglia superi la soglia del 3% nazionale per entrare in Parlamento. In tutto ciò, cercando di ridurre il più possibile il potere contrattuale di Silvio Berlusconi al momento della nascita del (praticamente sicuro) governo di coalizione che si profila all’orizzonte.
Passiamo alle obiezioni (che mi pare già di sentire in sottofondo).
Eh ma Salvini…
Adinolfi e una buona parte dei cattolici che credono ancora nei principi non negoziabili portano le due seguenti obiezioni a quello che chiamano “cattoleghismo”:
- Salvini non si può votare perché è a favore della riapertura delle case chiuse;
- Salvini non si può votare perché ha candidato Giulia Bongiorno in vari collegi sparsi per l’Italia.
Sulla prima obiezione, mi sento di classificare la cosa come non rilevante. In che senso? Nella peggiore delle ipotesi, una legge sulla riapertura delle case chiuse (da vedere poi in che modi) è inutile e non potrà peggiorare la situazione, che non è un problema relativo alla prostituzione ma un problema relativo all’immigrazione clandestina e alla non volontà dei pubblici ministeri di contrastare il fenomeno. Inoltre, si veda cosa dicono alcuni Dottori della Chiesa sul tema:
- per S. Agostino “la meretrice assolve nel mondo alla stessa funzione della sentina nella nave e della cloaca nel palazzo. Se tu toglierai la sentina o la cloaca, riempirai di fetore la nave e il palazzo. Se tu toglierai le meretrici dal mondo, lo riempirai di sodomia”;
- per S. Tommaso “la meretrice, anche ora, deve esser permessa, cioè deve essere tollerata nella città per evitare un peggior male come la sodomia, l’adulterio o altri simili misfatti. Perché è decisione appropriata del sapiente legislatore permettere le trasgressioni minori per evitare quelle più gravi, e, nei regimi umani, coloro che governano tollerano giustamente qualche male al fine che non ne capitino di peggiori”.
Peraltro, un simile provvedimento sarebbe osteggiato da gran parte delle forze politiche (principalmente dalla sinistra) e non riuscirebbe neanche ad uscire da una commissione parlamentare, considerando che non sarebbe neanche una priorità per qualsiasi Governo si formi dopo le elezioni. Sinceramente, per quanto pure io non sia a favore di questa particolare legge, mi sembra che si stia perdendo tempo a parlare del nulla.
Sulla seconda obiezione, sono d’accordo ma bisogna fare alcune considerazioni relative a come funziona la democrazia liberale (in cui, per forza o per amore, siamo chiamati ad agire). Pretendere che le posizioni di un partito (che è una associazione dei regimi di stampo liberal-democratico, e non di diritto canonico) coincidano perfettamente con le nostre convinzioni personali è quantomeno utopistico o ingenuo, così come pretendere che un partito adotti le nostri posizioni sotto minacce non meglio specificate. I partiti sono mondi dove deve uscire una sintesi di migliaia di posizioni diverse su una molteplicità di argomenti, quindi è inevitabile che al loro interno non tutti la pensino alla stessa esatta maniera, e che su singole questioni ci siano diversità di vedute enormi tra più esponenti dello stesso partito. Inevitabilmente, tutto ciò si ripercuote nelle candidature che i partiti esprimono, che spesso sono espressione dei rapporti di forza esistenti tra le varie correnti e delle quantità di voti che le singole candidature riescono ad intercettare. Nel caso specifico della Bongiorno, probabilmente Salvini avrà avuto la certezza che la sua candidatura porti in dote una certa quota di voti, altrimenti non avrebbe perso tempo a candidarla. Capisco che la Bongiorno non piaccia (non piace neanche a me) perché è femminista (con tutto quel che ne consegue), ma se guardiamo alle liste dei candidati della Lega troviamo pure Simone Pillon (Comitato Difendiamo I Nostri Figli), Lorenzo Gasperini (di Cecina, cattolico antimodernista), Lorenzo Fontana (di Verona, cattolico anche lui), Alessandro Pagano (anche lui cattolico e vicino a DNF, che si è opposto come poteva a tutte le leggi peggiori), Gian Marco Centinaio (in prima fila contro le unioni civili), Giancarlo Cerrelli (Segretario nazionale del comitato Sì alla Famiglia e facente parte dell’Unione giuristi cattolici italiani). Mi sembra che la nostra visione antropologica sia tutto sommato abbastanza rappresentata, considerando che la CEI e i singoli Vescovi non stanno facendo evidenti endorsement per nessun candidato o partito in particolare (a parte qualcosa per il Popolo della Famiglia).
Con Adinolfi si butta via il voto
Premessa necessaria: il PDF non è praticamente rilevato dai sondaggi, e quelli che lo rilevano lo danno a percentuali da prefisso telefonico. Adinolfi millanta di superare già ora il 2%, ma è ovviamente impensabile che sia così.
Realisticamente, si attesta intorno ad uno 0,3%, cioè molto lontano dalla soglia di sbarramento del 3%.
Il programma del PDF è molto limitato, e a mio giudizio mancano importanti riflessioni su economia e geopolitica, ad esempio. Ciò è testimoniato dal fatto che Adinolfi parla continuamente solo di gay, unioni civili, eutanasia e via dicendo senza mai accennare ad altro, evidentemente perché mancano gli argomenti. Tuttavia, sembrerebbe che almeno sui principi non negoziabili ci sia una presa di posizione chiara. La mia proposta di voto per loro (che in realtà è una extrema ratio, dato che si rischia seriamente di buttare via il voto) va intesa in questo senso, ovvero che ci fidiamo sulla parola di Adinolfi e non possiamo fare altrimenti.
In ogni caso, sconsiglio di votare Adinolfi a scatola chiusa pensando che risolverà i problemi di questo Paese, principalmente per i seguenti motivi:
- votando PDF non abbiamo idea di chi stiamo eleggendo, considerando che sono tutte candidature raccolte dal basso che non hanno quasi nessuna esperienza politica. L’idea che perfetti sconosciuti possano entrare in Parlamento e modificare le sorti del Paese ha già fatto abbastanza danni (M5S) senza il PDF, diciamo. Gli unici volti noti, ad oggi, sono Adinolfi e Gianfranco Amato, che saranno pure bravi ma mi sembrano un po’ troppo poco;
- supponendo che si superi questo famoso 3%, verranno eletti 12 deputati e 6 senatori, che non sono neanche sufficienti alla creazione di un gruppo parlamentare (né alla Camera né al Senato). Questo significa che i parlamentari confluiranno nel Gruppo Misto, che per tradizione fornisce parlamentari molto sensibili al richiamo della poltrona e che tendono a votare ogni nefandezza proposta dal Governo di turno. Considerando che i 18 elementi verranno telecomandati da Adinolfi in stile Casaleggio con i grillini, e che Adinolfi ha dichiarato di voler andare al Governo con chiunque purché lui sia determinante su certi temi, c’è da fidarsi?
- lo stesso Adinolfi si candida all’uninominale a Roma, nello stesso collegio dove Federico Iadicicco (cattolico della destra sociale di Fratelli d’Italia) fronteggia Zia Morte Emma Bonino. Questa candidatura rischia di sottrarre voti decisivi al centrodestra e di favorire la nota assassina. È necessario ribadire che in un caso come questo il voto deve andare al centrodestra.
Detto questo, non è bello come Adinolfi ha condotto la campagna elettorale, che è stata principalmente da lui condotta insultando sui social network tutti quei cattolici che non erano schierati con lui. Credo che nella rissa web con Simone Pillon e con il DNF si sia raggiunto uno dei punti più bassi della storia recente del cattolicesimo italiano.
Ripeto, Mario Adinolfi e il suo partito sono adottabili solo come extrema ratio. Personalmente poi, diffido a pelle degli ex-comunisti/socialdemocratici, quindi non mi piace particolarmente.
Considerazioni sull’esito e sul futuro
Comunque vada, non ci sarà niente da festeggiare. Il risultato atteso è l’ennesimo Governo di “responsabilità” dove, a discapito di tale attributo, nessuno si prenderà la responsabilità di niente. Di fatto, stiamo attendendo che l’Unione Europea dica al Presidente della Repubblica chi nominare come Presidente del Consiglio dei Ministri, il che fa ribollire il sangue dalla rabbia. In aggiunta a ciò, questa tornata elettorale sancirà la sparizione definitiva del cattolicesimo politico italiano come corpo organizzato che riesce a far valere le proprie posizioni in materia di vita, famiglia e libertà di educazione. Le responsabilità di questa situazione sono molteplici, e riguardano sia il clero che il laicato. Capite bene che se la Chiesa italiana per prima non si occupa di certe questioni, è impensabile che i laici da soli suppliscano alla mancanza di riferimenti ecclesiastici validi (come era il cardinale Ruini tanti anni fa).
Ad oggi, mi sembra utopistico pensare ad una rinata unità dei cattolici in politica nel futuro più vicino, complice anche il fatto che la maggioranza dei cattolici non ha la benché minima idea di come approcciare la questione elettorale. Per fare un esempio, un sondaggio di qualche anno fa sulle intenzioni di voto delle varie congregazioni religiose in Italia testimoniava il fatto che la stragrande maggioranza dei religiosi italiani votava partiti di stampo sinistroide-laicista.
Detto questo, moriremo tutti? No, probabilmente il contesto politico tenderà a trasformarsi e ad assomigliare sempre di più a quello che troviamo sulla scena internazionale, dove le tematiche relative ai principi non negoziabili vengono via via affrontate dai vari partiti di centrodestra in relazione a come sanno imporsi i politici cattolici (e non) all’interno del partito di turno. Facciamo alcuni esempi:
- il Partito Repubblicano Americano è un partito con una base fortemente antiabortista, ma la forza con cui questa tematica viene affrontata dipende (spesso) da quanto l’associazionismo pro-life e i vari politici pro-life hanno saputo imporsi ai vari congressi. Nonostante al momento a loro vada abbastanza bene, è comunque possibile trovare politici repubblicani a favore dell’aborto;
- il PVV (Partito delle Libertà) olandese è un partito con posizioni sull’Islam e sull’immigrazione molto simili a quelle della Lega di Salvini, tuttavia il partito è tragicamente pro aborto, pro eutanasia e pro matrimoni gay;
- il Front National di Marine Le Pen ha al suo interno omosessuali dichiarati che hanno posizioni completamente diverse dalla componente cattolica dello stesso partito.
Questi esempi testimoniano che la sfida è aperta, e che non sarà più possibile pensare di votare acriticamente un partito credendo che farà esattamente ciò che vogliamo. Può darsi addirittura che a qualcuno di noi venga richiesto di candidarsi e fare attività politica di persona, per vedere affrontati certi temi.
E ricordate sempre che…
Consiglio sempre valido, indipendentemente dal momento storico |
mercoledì 21 febbraio 2018
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