lunedì 25 dicembre 2017

Lettera dal fronte: Lettera a Gesù bambino

La Natività, Giuseppe Vermiglio, 1622

La vostra nascita è avvenuta Signore Gesù, per questo ho necessità di scrivervi una lettera. E' il gesto di un peccatore, certo, ma di un peccatore che vuole amare e affidarsi a voi sempre più. Spero che la presente lo dimostri.

Sebbene il mondo abbia lavorato alacremente anche quest'anno, come allora a Betlemme, per non farvi trovare un luogo degno della vostra regalità, io sono tra quei “pochi” che ancora non scambiano il Natale per un lungo black-friday o la “venuta” del nuovo ninnolo Apple, e hanno il coraggio di fare il presepe con fierezza, sulla scia di quella mistica e straordinaria tradizione nata a Greccio nel 1223, grazie a San Francesco d'Assisi.

Sono tra quei “felici pochi” (almeno spero: “Poiche molti son chiamati, ma pochi eletti”, Mt 22,11-14) perché credono fermamente nella vostra incarnazione e nascita. E' per voi che si festeggia il Natale, dal momento che tu sei l'Emmanuele-il 'Dio con noi', come profetizza Isaia. Con queste parole posso compiere la mia professione di fede e affidarvi tutto me stesso, quanto ho e avrò, perfino le mie preoccupazioni. Solo voi potete risolvere tutti i problemi e curare le ferite nel mio cuore e in quello di ogni altro uomo, causate dal peccato originale; riportare sulla retta via coloro che si sono persi. E non penso soltanto a chi crede di poter vivere senza di voi giacché “ha il mondo”, bensì pure ai cattolici. Una buona parte di loro, sacerdoti e vescovi compresi, sta intiepidendosi, sembra troppo inane per dare ragione della Speranza che è in loro. Sapremo ancora rispondere alla domanda che facevi ai santi apostoli “Il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18,8).

Come sapete, mi angustiano in modo particolare fatti come quello accaduto il 14 dicembre al senato, ove è stata approvata la legge sul cosiddetto biotestamento o dat-dichiarazione/i anticipata/e di trattamento; l'udire che tutte le religioni sono uguali, che islamismo ebraismo e il fatto cristiano hanno lo stesso Dio; il vedere molti cattolici impegnati in prima linea per una legge inutile come lo ius soli, dal momento che in Italia non vi è un'emergenza integrazione (l'Istat conferma), ma non per difendere la vita dalle dat; l'osservare gli stessi non intenzionati a pregare per la conversione di Emma Bonino ma pronti a osannarla, quale modello da imitare, nonostante abbia contribuito all'uccisione di 6.000.000 di italiani, tramite la diffusione dell'aborto; il notare che con esso, la pratica dell'utero in affitto e il divorzio si ritorna al tempo della barbarie, prima della vostra nascita.

Proprio perché potete tutto, voglio chiedervi di aiutare noi uomini a riconoscervi l'unica "Via Verità Vita", a dirvi sì ogni giorno, per non abbandonare la Chiesa, dal momento che solo nel cuore della vostra sposa è possibile incontrarvi, e cioè nel Santissimo Sacramento. Ecco perché Ella non abbandonerà mai gli uomini al male, poiché da esso li salverà; non a caso si dice extra ecclesia nulla salus. Solo con voi e in voi, Signore Gesù, si è veramente umani, e si trovano tutte le risposte alle domande del nostro cuore, sul senso della vita ed etc.

Aiutateci a capire che il dirvi sì e il non abbandonare la Chiesa sono legati alla lotta contro la tiepidezza e al coraggio nel chiamare le cose col proprio nome, come nel caso della legge sulle dat, la quale è eutanasica: esse porteranno a considerare la vita un bene disponibile nella sostanza e nella forma, il cibo e l'acqua come cure mediche sospendibili se assunti in modo non autonomo, abbandona minori e incapaci all'altrui volontà di vita e di morte. Il diritto a vivere dipenderà dall'età o dalle condizioni fisiche o psichiche, o dalla decisione di un giudice demiurgo, come è successo nel caso del piccolo Charlie Gard o rischia di accadere, sempre in UK, al piccolo Alfie. Compromette gravemente la relazione fra medico e paziente, perché non conterà più il bene del paziente bensì il consenso informato.

Il medico non potrà contare sull'obiezione di coscienza, pure se cattolico. A questo punto, devo dirvi subito grazie per averci dato don Carmine Arice, il superiore dei cottolenghini e l'avvocato Mauro Ronco, i quali hanno subito denunciato il vulnus in questione.

Questa è eugenetica, ed è uno dei tanti epifenomeni che piegano di cosa è fatta la società gassosa che va costituendosi giorno dopo giorno, grazie ad una prassi violenta di nome postumanesimo, che usa la scienza come arma di distruzione e un pernicioso pensiero radicale relativista (Del Noce docet) come arma di distrazione di massa. Ormai pervadono partiti, istituti, mass media, scuole, università, piazze. Satana ha trovato tra gli uomini altri Erode, i quali fan parte di una classe dirigente che vi ha ingiustamente dichiarato guerra con questi mezzi, per non dover rendere conto a voi ma ai propri capricci, dunque al nulla. Si delineano così due fronti, da una parte la cultura della morte, dall'altra della vita (per usare formule care a San Giovanni Paolo II). Permetteteci di capirlo, affinché possiamo costruire la civiltà della Verità e dell'amore, qual è la Magna Europa fatta dai monaci benedettini e dai re santi, che mette radici nella tua parola. Spero potremo tornare a dire, sulla scia dello storico Federico Chabod, che «Il Verbo cristiano è il maggior fatto, senza dubbio, della Storia universale» (Storia dell'idea d'Europa).

Non fateci abbassare la guardia; non sempre un regime totalitario si presenta violento, soprattutto nelle democrazie liberali. Da dopo la seconda guerra mondiale, e dagli anni '60 in poi, esse hanno approvato leggi e diffuso costumi non diversi da quelli imposti dal comunismo e dal nazismo, per sovvertire le basi antropologiche dell'ordinamento: la già citata soppressione del più debole con aborto ed eutanasia, di frantumazione della famiglia e dell'uomo, con il divorzio, la droga libera, l'utero in affitto, il gender. E se si pensa che la legge sulle dat è stata approvata come il ddl Cirinnà, senza una vera e propria discussione su emendamenti e articoli, quanto detto poc'anzi trova un'ulteriore conferma.

Signore, insisto - d'altronde ci avete detto di bussare senza tregua – aiutateci ancora nel capire che l'unica buona battaglia è quella per voi e che va fatta non da soli, ma con una compagnia di amici (come i 12 che sceglieste); perciò, mettete al nostro fianco buoni compagni di viaggio e maestri della stessa levatura di padre Aldo Trento e del suo amico Jose Ocampos, i quali ci ricordano che solo la tua Via rende la vita umana più degna; del cardinal Carlo Caffarra, che ci ricordava che l'incontro con te «pesca nella profondità dell'essere umano: Cristo è la risposta vera e totale al proprio desiderio illimitato di beatitudine: mio Signore e mio tutto, pregava San Francesco»; di quel gigante di G. K. Chesterton, che vi ha dedicato opere straordinarie. Per esempio, ne La Ballata del cavallo bianco mette in metrica la guerra dichiarata dalla modernità al cristianesimo: da una parte l'uomo moderno tracotante, impersonificato dal re danese Guthrum, e dall'altra il re cristiano Alfred del Wessex. Il primo dice «Io, dunque, sono un re potente, e devasto il mondo, ma invano perché l'uomo non ha altro potere che giocare a questo gioco con la morte; può dimenticarsene per un'ora, per poi ricordarsene di nuovo», mentre Alfred il cristiano risponde: «Sebbene io giaccia inerte a terra e abbia per bastoni i sette peccati capitali, preferisco precipitare con Adamo che innalzarmi con tutti i tuoi dèi. Sebbene voi diate la caccia ai cristiani come lepri sulla collina, la lepre ha molta più voglia di correre di quanta ne abbiate voi di inseguirla. I nostri monaci vanno col saio sotto la pioggia e la neve, ma dentro il cuore brucia il fuoco, mentre voi andate agghindati alle feste e tra le fiamme, ma dentro è il ghiaccio ovunque». Di questo ghiaccio Chesterton – vostro novello giullare alla San Franceso – conosceva l'origine: la tristezza che rode il diavolo e l'uomo moderno alla Faust con cui ha stretto un patto; i quali hanno abbandonato voi, Santissima Trinità unico Dio, la fonte di tutte le gioie e beatitudini,

Signore, ora concludo la lettera e mi appropinquo per contemplare voi nel giaciglio preparatovi da San Giuseppe e dalla vostra santissima madre, Maria. Vi porto in dono me stesso e il «fermo proposito» di San Pio X, che faccio moi: “Solo quando avremo formato Gesù Cristo in noi, potremo più facilmente ridonarlo alle famiglie, alla società. E' però quanti sono chiamati a dirigere o si dedicano a promuovere il movimento cattolico, devono essere cattolici a tutta prova, convinti della loro fede, sodamente istruiti nelle cose della religione, sinceramente ossequienti alla Chiesa ed in particolare a questa suprema Cattedra Apostolica ed al Vicario di Gesù Cristo in terra; di pietà vera, di maschie virtù, di puri costumi e di vita così intemerata, che tornino a tutti di esempio efficace”.





















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