“Quando davanti all'esito si traballa viene fuori per quale motivo mi muovo” questa è stata la frase attorno alla quale è girata tutta la presentazione del volantino-giudizio sulle elezioni amministrative.
La serata a Torino si è svolta nel più pacato dei modi, senza che qualcuno avesse la pretesa di dire cosa è bene e cosa è male, utilizzando termini che al loro interno contengono un elenco di cose buone e da difendere ma che sono usati come valigie che non vengono mai aperte bensì trasportate da una parte all'altra.
Infatti la presentazione e introduzione al dialogo è stata fatta da Dima, in un modo che definire “cerchiobottista” è riduttivo, con qualche frecciatina vecchia di anni a chi viene fatto passare come integrista e ideologico, solo perché “apre quei termini valigia” che ora vanno tanto di moda. L'integrista (questo è il termine evocato senza essere espressamente pronunciato) che agisce solo per consequenzialità logica senza affezione alla realtà esiste probabilmente solo nella sua testa. Riteniamo che sia un estremo inesistente e che l'accanimento usato da qualche anno su questo punto sia stato utile solo come specchietto per le allodole per svalutare agli occhi dell’uomo comune la ragione analitica, quella cioè che permette di pensare in astratto le essenze delle cose, le idee, di conoscere le cose senza esperienza diretta, di dedurre comportamenti morali da principi, di parlare di legge naturale con tutti gli uomini di buona volontà, di comprendersi tra esseri razionali, di fare ciò che è oggettivamente giusto perché desideriamo la giustizia o anche perché aneliamo alla santità.
Bello però che finalmente si sia ripetuto che ogni pezzo di realtà ci riguarda e ci interroga, ci chiede di muoverci e operare perché si crei un futuro in cui i nostri figli possano vivere in modo libero e adeguato al nostro e loro desiderio.
Se pensassimo male diremmo che con questo volantino è stato dato il via ad una operazione generale volta a un rinnovato impegno politico perché si ha paura che quelli veramente stufi di queste ripetute ambiguità e omissioni si “mettano in proprio” andando oltre il resto della comunità, che in sostanza non è più un popolo che ha il coraggio di sostenere iniziative originali dei suoi membri quando la realtà lo chiede, ma si preoccupa di fatto di sentirsi a posto con le direttive e di occuparsi della realtà fino al compagno di banco (da oggi fino al consiglio comunale).
Generale perché, da universitari, notiamo un desiderio di alcuni di allontanarsi da Lista Aperta: ci sono state infatti brutte vicende che l'hanno fatto emergere come ad esempio quella del doppio libretto. Inoltre a livello amministrativo, ci sono politici del movimento candidati in ogni lista, partito o simbolo, cosicché l’unità del popolo è diventata un'immagine citata come tensione ideale ma purtroppo nulla che si avvicini alla realtà di fatto.
Visto ciò non possiamo che essere contenti che CL abbia riaperto i rubinetti della politica, che Dima abbia riaffermato l’evidenza che un impegno con la realtà, un impeto a riaffermare il Vero a qualsiasi livello pubblico, abbia origine dalla certezza dell’appartenenza a Cristo; tuttavia siamo ancora addolorati e preoccupati del fatto che ognuno sia lasciato senza i criteri per entrare nel merito e capire cos'è giusto e cosa è sbagliato, senza dire che occorre comprendere e riaffermare la legge naturale.
In conclusione sembra finita la doccia fredda per tutti quelli che non hanno smesso di impegnarsi a difendere la verità sull'uomo anche quando l’arma di difesa era la pretesa di una legge giusta, ora per tutti l’acqua è tiepido/calda, speriamo che duri fino al prossimo referendum…
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