Il film ricostruisce gli avvenimenti della vita di Edward tra il 2004 e il 2013, anno in cui decide di rivelare al mondo il lavoro della NSA (National Security Agency).
L'inizio è ambientato nel 2013, quando avviene il primissimo incontro in un hotel di Hong Kong tra Snowden stesso (interpretato da Joseph Gordon-Levitt), il giornalista Glenn Greenwald e la documentarista Laura Poitras. I tre si chiudono in una camera di albergo e, tramite una serie di flashback, vengono rivissuti tutti i momenti del passato del ragazzo: il fallito arruolamento nei Marines, l’assunzione alla CIA, i primi incarichi, le dimissioni, le successive collaborazioni con la NSA.
Durante questo incontro, Snowden consegna una mole rilevante di dati riservati ai due giornalisti che poi verranno pubblicati in tutto il mondo. Ovviamente, tutto ciò avrà delle conseguenze: Edward verrà incriminato per furto di proprietà del governo, comunicazione non autorizzata di informazioni della difesa nazionale e comunicazione volontaria di informazioni segrete con una persona non autorizzata.
Le accuse lo porteranno a fuggire in Russia, dove ottiene un permesso di soggiorno valido fino al 2017, e dove tuttora risiede.
La visione del regista è abbastanza evidente: Oliver Stone è uno dei progressisti americani pesantemente delusi dagli otto anni di Obama, e nel film si vede e si sente la speranza di cambiamento rispetto a Bush quando viene eletto Obama, tuttavia si vede come sotto Obama la situazione relativa alla NSA peggiori soltanto. Inoltre, nei titoli di coda, vengono fatti vedere alcuni spezzoni dei dibattiti interni ai Democratici prima delle elezioni americane (il film è uscito prima negli Stati Uniti, quando ancora la corsa per la Casa Bianca era nel vivo), nei quali Hillary Clinton (che poi diventerà il candidato dei Democratici) dichiara che Snowden è un traditore, mentre Bernie Sanders (il candidato perdente, quello per cui simpatizzava Stone) dichiara che Snowden è un eroe dei diritti civili dei cittadini americani.
L’interpretazione del giovane informatico da parte di Joseph Gordon-Levitt è spettacolare: egli riesce infatti ad avere lo stesso sguardo triste e malinconico dello Snowden originale, e fa rivivere in maniera realistica le grandi sofferenze fisiche e psichiche che ha sopportato negli anni: gli attacchi di epilessia, il rapporto tormentato con la fidanzata liberal (Edward è infatti un conservatore, crede tantissimo nel suo lavoro ed è onorato di proteggere gli americani e la Patria), il conflitto interiore tra la sua coscienza e il suo dovere.
Proprio quest’ultimo è il punto interessante di tutta la storia: Snowden ha deciso di rivelare certi segreti non perché qualcuno lo avesse pagato, ricattato o chissà cos'altro. Lui decide di farlo perché la sua coscienza non può più tollerare scuse strumentali (la lotta al terrorismo, etc.) per infrangere il diritto alla riservatezza dei singoli. Questo fatto è testimoniato da quello che lui dirà qualche mese dopo:
Alcuni potrebbero dire "Non mi interessa se violano la mia privacy perché io non ho nulla da nascondere." Occorre fargli capire che stanno fraintendendo il concetto fondamentale dei diritti umani. Non occorre giustificare il motivo per cui si ha "bisogno" di un diritto: il carico della giustificazione ricade su chi cerca di infrangere quel determinato diritto. Ma anche se fosse, non puoi cedere i diritti altrui perché a te non sono utili. Ad esempio, la maggioranza non può votare contro i basilari diritti di una minoranza.
"Affermare che non si è interessati al diritto alla privacy perché non si ha nulla da nascondere è come dire che non si è interessati alla libertà di parola perché non si ha nulla da dire.”
Inoltre, nel fare quello che ha fatto ha perso tutto: ha abbandonato un lavoro dove veniva pagato più di centomila dollari all'anno e non potrà mai più tornare a casa propria. A tutto ciò, aggiungiamo che si è pure premurato di lasciare evidenti tracce informatiche del suo passaggio cosicché la colpa ricadesse interamente su di lui e non si scatenasse una caccia all'uomo tra i suoi colleghi.
La storia di Snowden è l’ulteriore conferma che ogni essere umano è libero solo nella verità, e che questa è inscritta nel cuore di ogni uomo, sia esso un informatico, un agente segreto o quello che volete voi. Cito ancora una volta Edward:
“Nel corso della storia degli Stati Uniti ci sono stati momenti in cui ciò che era giusto non coincideva con ciò che era legale. A volte per fare la cosa giusta occorre infrangere la legge. E la chiave è in termini di disobbedienza civile.”
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