mercoledì 16 novembre 2016

Ricognizione: “Con i Sacramenti non si scherza”. Incontro con don Nicola Bux

Siccome ritengo necessario offrire un resoconto il più preciso possibile di quanto è stato detto durante l'incontro, qui di seguito troverete non un semplice articolo, bensì una trascrizione fedele delle parole dette da Gotti Tedeschi e don Nicola Bux.

Lunedì 7 novembre, alle 18, l'associazione Introibo ad Altare Dei ha organizzato presso il Centro Studi San Carlo di Torino la presentazione dell'ultimo libro di don Nicola Bux. Ad accompagnare il don c'era l'economista e banchiere Ettore Gotti Tedeschi, che ha introdotto l'incontro di fronte a un pubblico numeroso.


Gotti Tedeschi: “Perché non si scherza con i sacramenti? Perché con i sacramenti ci si salva. Lo spiega bene la Lumen Fidei, che è la conclusione della Caritas in Veritate: questa enciclica si conclude in modo insoddisfacente; parla della crisi profonda in cui siamo immersi e dice che per superarla occorre cambiare l'uomo e non gli strumenti; però, qui Benedetto XVI non spiega come si cambiano gli uomini, lo fa in Lumen Fidei. Di chi è la responsabilità di cambiare l'uomo? La Chiesa. Come vi riesce? Con il Magistero, la Tradizione della Chiesa e i Sacramenti!

Ora, vorrei stanare don Nicola, provocarlo per far uscire la sua grinta, utile per comunicare alle persone la Verità. Prima provocazione. Nella Chiesa qualcosa di preoccupante sta accadendo. Una volta, i sacerdoti consigliavano la prudenza e invitavano a studiare la dottrina, per essere candidi come colombe e prudenti come serpi; non invitavano a fare, come certi sacerdoti oggi, analisi politiche, analisi sociologiche etc... I sacerdoti di una volta invitavano a meditare sulle virtù fondamentali, per stare al mondo con purezza. Come si fa a meditare su queste virtù e a vivere con purezza?

Arriviamo alla seconda provocazione. Qualcosa sta cambiando, e un auto-annuncio di un anno fa lo dimostra; un cardinale, Kasper, ha annunciato una rivoluzione teologica. Sta riscrivendo la summa teologica di San Tommaso?, mi sono chiesto, poi ho riflettuto meglio, ma saprà ancora chi è San Tommaso?, visto che la sua teologia non si studia più nei seminari dagli anni '60-'70, sostituita da altre teologie complesse e preoccupanti. È in gioco la relativizzazione di tutti Sacramenti? Perché se i Sacramenti perdono il loro significato, la Chiesa non serve più a niente... Mi viene questo dubbio di fronte a quanto detto prima.

Ancora due provocazioni, ultime. Il tentativo d'oggi di mettere in discussione l'importanza del Sacramento è portato avanti da una certa teologia progressista invadente, causa di quanto ho detto poco fa. Essa afferma che i sacramenti non sono importanti per salvarci, basta la Grazia di Cristo che ci ha già salvati. Qualcuno è più radicale e sostiene addirittura che è sacrilegio pensare che i sacramenti ci salvano. In questo modo si arriva alla libera coscienza individuale, libera da ogni autorità. Perché non si vuole riconoscere più il peccato originale, che spiega l'importanza di tutti i Sacramenti. Senza, cade tutto, la dottrina la Fede la Chiesa. Così si finisce per non credere a Cristo, e se non si crede a Cristo non si crede alla Chiesa: non a caso si sta cercando di attuare la disintermediazione di Essa. Don Nicola ci dai prova di questo?

Ho letto Karl Rahner, maestro di Kasper, il cardinale che si muove molto bene in questo pontificato, trovando queste idee preoccupanti; condivido con voi gli appunti presi: 1) l'uomo oggi deve seguire la coscienza e non la Chiesa 2) i dogmi sono un'opzione in evoluzione continua, che vuol dire 'la natura cambia, si adatta ai tempi, il peccato si adatta ai tempi e dunque anche i sacramenti devono fare lo stesso 3) non deve più esserci la teologia di base che spiega ai tempi cosa fare, ma la realtà di base che spiega a quali tempi adattarsi 4) ogni uomo è santo grazie a Cristo e non ha bisogno della salvezza, perché è già santo 5) il Papa non è infallibile 6) Dio è ovunque, così Rhaner si mostra panteista, aiuta chi cerca di piegare i cattolici all'ecologismo imperante 7) il cattolico può fare a meno della Chiesa. Don Bux, noi cattolici ci stiamo luteranizzando, o siamo oltre?”.


Don Nicola Bux: “In questa crisi così profonda il nodo della questione per noi cattolici - il termine cattolico ormai è un termine settario, meno si usa secondo la vulgata attuale meglio è - a mio giudizio, è lo stesso che ha caratterizzato la crisi cristologica del IV secolo, causata dall'eresia ariana, la quale metteva in discussione la divinità di Gesù Cristo, negando che fosse Dio fattosi uomo per venire nel mondo. Perciò negava l'Incarnazione.

Quando guardiamo i musulmani nelle chiese prima deduzione che abbiamo è quella che Gesù è venuto in questo mondo per farsi una passeggiata e basta... Naturalmente crediamo nella Sua Incarnazione, avvenuta nella nostra carne, che ha assunto per salvarci dal peccato, e fare tutto ciò che si sa dalla teologia cattolica... tutto ciò oggi sembra oscurato, come i Sacramenti che sono legati alla Fede nell'Incarnazione.

San Leone Magno ci ricorda che nei Sacramenti Cristo è tutto visibile; Sant'Ambrogio ci dice che nei sacramenti siamo faccia a faccia con Cristo. I Sacramenti sono la carne di Cristo, depositario di ogni grazia, mandato dal Padre. Se va in crisi questa verità fondamentale, di conseguenza i sacramenti vanno in crisi.

Nel 1980 Giovanni Paolo II disse ai leader evangelici 'noi più o meno affermiamo di credere in Gesù Cristo, ma cosa ci separa [noi cattolici da voi], chi è Cristo, cosa gli appartiene, per cui oggi possiamo dire siamo suoi discepoli'. In questo 'ciò che è di Cristo' cito i Sacramenti: la visibilità del Cristo che continua nella storia la Sua presenza. Non a caso, i protestanti hanno svuotato l'incarnazione di Cristo. Sono retrocessi a una sorta di cristianesimo senza Cristo, che è divenuto deismo e più recentemente ateismo. Allora, quando esponenti cattolici come certi cardinali credono di fare un servizio buono ai cattolici, inseguendo teorie non cattoliche, evidentemente o sono in malafede o sono ignoranti. Chi è in malafede è eretico, perché estrapola dalla Verità alcune parti, per assolutizzarle. Così nega la Verità consapevolmente.

Conseguenza visibile di tutto questo, il vedere oggi che i Sacramenti sono trattati come gioco. Voi sicuramente siete stati testimoni di Battesimi, funerali (anche se il funerale non è un Sacramento vero e proprio, partecipa per estensione alla grazia sacramentale) resi spettacoli. Ciò che conta non è Gesù presente, che Egli è capace di trasformare con acqua un pagano in cristiano: da orfano diviene figlio adottivo di Dio. Il Battesimo diventa inutile se si dice che tutti, pure chi non è cattolico, sono figli di Dio. Il Papa stesso sbaglia quando afferma questo.

Insisto nel dire che la negazione dell'Incarnazione, di questa verità fondamentale per il cattolico, è l'origine dello snaturamento/svuotamento del cristianesimo; della sua riduzione a simboli. La stessa celebrazione sacramentale diventa performance, occasione in cui bisogna fare la festa della comunità, creare fazione, consenso, fare applausi, perfino al funerale. Diventa questo anziché essere un aiuto ad entrare in rapporto con Cristo presente attraverso la sua virtus-forza nei sacramenti, o un aiuto attraverso il Sacramento più importante, la Santissima Eucaristia. Lo snaturamento dei Sacramenti a cui siamo arrivati è forte. La relativizzazione dei sacramenti, come ha detto bene Gotti tedeschi, è dovuta anche al crollo della Liturgia, conseguenza della crisi della Chiesa, di cui parlava già Ratzinger quando era ancora cardinale. Oggi i sacerdoti di fronte alle profanazioni, alle calamità non fanno più le processioni per pregare il Signore. Si preferiscono le marce le fiaccolate, piene di cartelli e slogan, con i vescovi i preti in prima fila. E' roba da medioevo pensare di fermare le carestie la peste con la processione. Questo ci dice come la secolarizzazione sia penetrata nella Chiesa. La responsabilità della secolarizzazione ricade sui chierici, è loro opera, lo spiega bene Charles Péguy: non è opera del mondo, perché è già secolarizzato, semmai cerca di attrarre i credenti; i chierici si prostituiscono al mondo e fanno entrare la secolarizzazione nella Chiesa. La prima causa della débacle dell'economia sacramentale sono i preti. Che perdendo la certezza di Cristo fanno venir meno i Sacramenti.

La Chiesa di oggi sembra davvero una ONG: le parrocchie hanno il dovere di realizzare le mense per i poveri, perché sembra che gli unici poveri siano i senza tetto e che abbiano bisogno solo di mangiare. Se pensiamo a don Ciotti, vediamo che delle marce per la legalità ha fatto una priorità, non ha più fede nei sacramenti: è convinto che quello fa lui salvi l'uomo più degli stessi Sacramenti.

Diceva Giovanni Paolo II che la secolarizzazione sta finendo di far perdere alla Chiesa e ai credenti i connotati cattolici. Far entrare i musulmani in chiesa è un male, perché nessuno mai poteva partecipare se non era iniziato, battezzato. Per anni abbiamo assistito a catechisti sacerdoti che dicevano 'occorre prepararsi bene per il Battesimo, altrimenti non si può essere presenti a Messa' e ora arriva uno qualsiasi, per la prima volta, e può partecipare al Sacrificio della Santa Messa senza problemi.

Questa fenomenologia porta ad un esito, l'emotività, al poco di ragionato che fa dire non dobbiamo escludere. Di conseguenza, anche i Sacramenti devono diventare l'occasione per includere; tanto non ha più importanza chi dobbiamo includere.

Ormai siamo prigionieri delle trappole oltralpe: delle pastorali, delle strutture da organizzare; che si moltiplicano, mentre si riduce la base, il numero di fedeli. Più diminuiscono i cristiani e più aumentano le strutture. Una tendenza che è l'opposto di quello che capitava in origine: quando la comunità dei fedeli era grande e gli strumenti pochi.

Concludo con un'annotazione: è evidente che siamo in crisi di Fede da anni. Benedetto XVI proclamò l'anno della Fede per questo; da Papa Francesco mi sarei aspettato l'anno della conversione e non della misericordia. Che Dio sia misericordia, Gesù ce lo ha insegnato ma Egli ha pure detto convertitevi e credete al Vangelo. Possiamo all'infinito discutere sulla misericordia, però se uno non si converte, serve a niente. Abbiamo fatto il giubileo della misericordia e ho visto colleghi sacerdoti fare i salti mortali per tenere insieme giustizia e misericordia.

Come ho già detto la crisi della Fede è la difficoltà a credere che Dio si è fatto uomo. La Fede Cattolica crede in ciò. Dio è cattolico, mi spiace per Papa Francesco, che quando ha negato questa evidenza in un'intervista, ha fatto uno scivolone. Il teologo Von Balthasar disse con un libretto in auge begli anni '70-'80 Gesù è cattolico. Dire che Dio non è cattolico, vuol dire far retrocedere a deismo il cristianesimo. Una volta un rettore di un seminario disse a dei giovani sacerdoti di non parlare troppo di Gesù, perché divide... terribile. Conferma la crisi d'identità della Chiesa cattolica... Non possiamo fare finta che non sia così. Le liturgie strane che vediamo etc rappresentano quello che sta succedendo sotto la crisi. Sant'Anselmo si chiedeva 'perché Dio si è fatto uomo', per salvarci, e questo oggi non è più scontato.

Karl Rahner ha scritto che la Fede Cattolica è cosa troppo seria per parlare del diavolo e dell'inferno.

Santa Teresina del bambin Gesù si chiedeva 'come si fa a saltare il Purgatorio e andare in Paradiso? E si rispondeva: 'vivendo tutti e 7 i Sacramenti, capendo di ognuno il ruolo e il collegamento tra loro.

È già un itinerario: sono sette, il numero biblico della pienezza della totalità; 7 giorni della Creazione, le 7 chiese di Roma. Inoltre, in lingua aramaica ed ebraica spiega il giuramento di Dio, che vuole salvare chi lo riceve; che salva l'uomo uomo qui e oltre questa vita. Una progressiva conduzione per mano da parte del Signore, dal momento che ci salva e ci dà la tessera per il Paradiso con il battesimo e nella cresima la tessera di riconoscimento.





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