Partendo da dichiarazioni che arrivano da fonti che sono attendibili quanto quelle sull'esistenza degli unicorni "pare che il vicino di casa dell'amico di mio cuggino abbia sentito l'arcivescovo di Ferrara, Luigi Negri, parlare sul Freccia Rossa partito da Roma-Termini".
Noi crediamo che quanto si stia scatenando in queste ore contro Monsignor Negri sia l'ennesimo caso costruito ad hoc contro una personalità fedele alla Chiesa e non disposta a scendere a patti con il mondo.
L'arcivescovo di Ferrara entra così nel gruppo di chi ha subìto, per la propria integrità e lealtà verso 2000 anni di Magistero ecclesiastico e petrino, un attacco ideologico: pensiamo a Messori, Magister, Livi, Cardinal Pell.
D'altronde chi ha lanciato la notizia? Il Fatto Quotidiano e Repubblica che, nonostante quest'ultima sia il giornale più letto dai parroci (pare), non son proprio i quotidiani del Papa.
Con una certa faciloneria, tipica appunto di chi vuole denigrare e non capire come sono realmente andate le cose, il Fatto Quotidiano ha lanciato per primo la notizia che Monsignor Negri avrebbe espresso al suo segretario un giudizio negativo contro il Papa: "Speriamo che con Bergoglio la Madonna faccia il miracolo come aveva fatto con l'altro"; e con Renato Farina al telefono, critiche alle recenti nomine papali dei vescovi di Bologna e Palermo, mentre si trovava su un Freccia Rossa.
Si arriva alla diffamazione quando ci viene spiegato il primo dialogo: "un riferimento nemmeno troppo velato a Papa Luciani, Giovanni Paolo I, che governò la Chiesa soltanto per 33 giorni". Successivamente Repubblica, confermando l'esistenza di un "giornalismo collettivo" (lezione di Giuliano Ferrara) in cui non è importante l'uso del cervello, ha semplicemente copiato e incollato la notizia del Fatto.
A questo giornalismo del "sentito dire, della chiacchiera come le caramelle" (per citare il pontefice) bisogna dire no! Diffama soltanto ed è un'arma che normalmente è utilizzata nei regimi totalitari e non in democrazia.
Comunque sia, tutto questo non stupisce, dal Fattaccio e da Rep non potevamo aspettarci di meglio.
Il commento che però lascia basiti per davvero, togliendo quasi le parole di bocca, è la lettera spedita al Fatto Quotidiano in modo subitaneo da parte di CL, dissociandosi da Monsignor Negri e sottolineando quanto sono bravi e ubbidienti.
Non è questo il metodo migliore attraverso cui entrare nel merito di una questione che richiede di stare vicino ad un proprio Padre, difendendolo da quelle che sono delle calunnie.
Noi che siamo cresciuti con Giussani, quindi abituati a ragionare, a guardare la realtà, crediamo di poter dire che prima di tutto occorre riconoscere a Negri una grande paternità, per quello che ha fatto e continua a fare alla Comunità Cristiana, con l'offerta costante di giudizi lucidi chiari, senza giri di parole, con azioni concrete, tante; ricordiamone una importante: durante i primi attacchi dell'Is ai Cristiani d'Oriente, fu tra i pochi a fare qualcosa di concreto per loro, esponendo la N araba, per Nazareno, sulla sua casa.
Non possiamo che essere grati per quello che ha fatto e continua a fare al Movimento e alla Chiesa tutta, siamo convinti che è e sarà sempre pronto a difenderla.
Questo riteniamo il miglior insegnamento che ci ha lasciato Giussani, questa è la vera obbedienza alla Chiesa, obbedienza alla Verità.
Questa Verità va riconosciuta, va "raggiunta e detta", e non scelta.
La precisazione, che si legge, che l'arcivescovo Negri non "ricopre più alcun ruolo di responsabilità all'interno del movimento dal 2005", pare mostrare ingratitudine. Non ne comprendiamo l'utilità, anzi, vediamo solo un atteggiamento dannoso; giacché sembra un atto di sottomissione ai pregiudizi di Repubblica e del Fatto (come se avessero ragione).
Per tutti i meriti guadagnati sul campo, Monsignor Negri merita almeno il beneficio del dubbio!
Speriamo allo stesso tempo che il "fuoco amico" e quello "nemico" non abbiano nessun elemento in comune; speriamo che non siano vere quelle voci che sostengono che CL e altre realtà ecclesiali stiano cercando di riorganizzarsi per compiacere il mondo laicista: elemento che potrebbe spiegare il perché del "dissociarsi" da Negri, che non è aperto a compromessi con il laicismo; speriamo che la prossima volta i responsabili di CL abbiano la delicatezza di non sentenziare contro prima del tempo ma di telefonare, incontrare la persona vittima di un attacco: specialmente se la vittima è un Padre come Monsignor Negri.
Ribadiamo il nostro #prayforNegri
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