lunedì 1 maggio 2023

Ultime dal sinodo tedesco. Quando le buone intenzioni lastricano la via dello scisma – (Prima parte)



Il 10 marzo, venerdì scorso, nei lavori in corso a Francoforte, i membri del sinodo tedesco (Synodaler Weg), a nome della chiesa tedesca, e dopo oltre un anno di cammino, hanno scelto di approvare a larghissima maggioranza il testo che apre alle celebrazioni per la benedizione delle coppie formate da persone dello stesso sesso (a partire dal marzo 202); ma non solo, perché hanno anche formulato una richiesta a papa Francesco di “riesaminare il nesso tra consacrazione e obbligo del celibato”.


Il testo è stato approvato dai laici con 176 voti favorevoli, 14 contrari e 12 astenuti; anche una netta maggioranza di vescovi ha votato a favore del documento conclusivo: 38 vescovi hanno votato sì, nove vescovi no e dodici si sono astenuti. Non essendo conteggiate le astensioni, ciò vuol dire che il consenso è stato formalmente dell’80 per cento. La delibera è arrivata dopo che lo scorso settembre i vescovi fiamminghi del Belgio, insieme al cardinale di Malines-Bruxelles (Mechelen-Brussel, in olandese) Jozef De Kesel, avevano pubblicato un documento che, affermando di ispirarsi all’Esortazione apostolica Amoris laetitia, autorizza la benedizione delle coppie dello stesso sesso. Occorre sottolineare: senza essere sottoposto prima della sua pubblicazione al vaglio della Santa Sede, come aveva riferito il portavoce della diocesi di Bruxelles.

Scelte ideologiche

Scelte ideologiche e non serie, compiute da un gruppo di potere ristretto, una élite, come ha ricordato più volte lo stesso Papa Francesco; e, soprattutto, non in comunione piena con Roma. Non a caso, nel febbraio 2020 un documento della Congregazione, oggi Dicastero, per la dottrina della fede, con l’“assenso” esplicito del Papa, ribadiva che se sono possibili “benedizioni a singole persone con inclinazione omosessuale, le quali manifestino la volontà di vivere in fedeltà ai disegni rivelati di Dio così come proposti dall’insegnamento ecclesiale”, rimane “illecita ogni forma di benedizione che tenda a riconoscere le loro unioni”, perché significherebbe “approvare e incoraggiare una scelta ed una prassi di vita che non possono essere riconosciute come oggettivamente ordinate ai disegni rivelati di Dio”.

Ritorno al Nuovo Testamento

Basti ricordare ciò che è affermato nel Nuovo Testamento, in cui troviamo non poche raccomandazioni del celibato da parte di Gesù Cristo. Però, sembra che in Germania ciò conti poco. Nel vangelo secondo Matteo si legge: “Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca”; (Mt 19,12) mentre il vangelo secondo Luca riporta: “In verità vi dico, non c’è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà” (Luca 18,29-30).

E in San Paolo si possono trovare diverse difese del celibato sacerdotale, come quando lo giustifica secondo il criterio che “chi è sposato si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie e si trova diviso!” (1° Corinzi 7, 33-34). Difatti i Padri del Concilio Vaticano II (1962-1965) hanno ribadito nel decreto Presbyterorum Ordinis n. 16 la “convenienza” del celibato, sia per l’imitazione di Cristo, sia perché chi vive il celibato lo fa per il regno dei cieli, cioè per rendere testimonianza alla vita futura.

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