mercoledì 9 novembre 2016

Obice: Il vero uomo e vero americano ha votato Trump

Con l'elezione di Donald Trump a 45mo presidente degli Stati Uniti d'America, forse è finito il tempo degli effetti speciali della politica alla magic-Hollywood. Non basta più la possibilità di avere il primo presidente di colore, il primo presidente donna etc per convincere. Ci vuole altro, qualcosa di più concreto, di più vero, come la certezza di un domani attraverso il lavoro, la famiglia. Crediamo che la vittoria di Trump possa ascriversi al buon senso americano, che ancora vive nell'America profonda, autentica, e che l'establishment democrats-liberal-radical non considera importante, anzi, se ne tiene a debita distanza, rimanendo rinchiuso nel proprio mondo dorato, fatto di circoli di potere esclusivi, lontano dai problemi reali delle persone.

Per tutta la campagna elettorale i media loro affiliati hanno dato un'immagine falsata del vero popolo americano, chissà, magari si credeva che anni e anni – a conduzione obamiana – di indottrinamento ideologico, di politically correct avesse piegato il desiderio di verità degli americani; si credeva che non sarebbero andati a votare in un numero così sufficiente da costituire un problema. Non a caso, ha ragione il sociologo Giuliano Guzzo quando afferma che dall'esito delle presidenziali emerge un dato certo: “l'erroneità dei sondaggi. Proprio così: da anni si pensi al boom, totalmente imprevisto, del Movimento5Stelle o alla altrettanto imprevista Brexit le rilevazioni demoscopiche falliscono clamorosamente. E questo per due ragioni. La prima, spesso non sono metodologicamente affidabili. La seconda, ma anche quando lo sono, debbono fare i conti con un fatto inatteso: risponde ai sondaggisti circa una persona su dieci”.

Quindi, crediamo di poter dire che la maggioranza degli americani ha scelto Trump per far capire il proprio disgusto verso il politicamente corretto, che sotto Obama ha provocato troppe lacerazioni nel tessuto sociale americano: a costo di rendere intoccabili, incriticabili i diritti miopi ed egoistici di certe minoranze, il bene comune la totalità della popolaione sono stati dimenticati e lasciati in balìa della crisi economica spirituale del nostro tempo. Inoltre, la scelta del tycoon non è solo frutto di una mera protesta, ma dell'interesse per gli impegni i programmi religiosi e morali che egli ha preso con le comunità religiose, come quella cattolica. Il popolo americano è un popolo fortemente religioso, checché ne dica la stampa laicista americana e italiana. Questo è un bene per la dignità umana, ché così troverà sempre chi la custodisce e combatte per lei. Ed è un bene per la politica, perché si torna a parlare dei problemi veri, come la lotta all'aborto, la difesa della famiglia, di quella della libertà religiosa, tanto osteggiata dai due governi Obama – l'obamacare che voleva imporre anticoncezionali anche agli istituti religiosi lo conferma, l'ingiusto arresto del funzionario donna Kim Davis confermano.

Per questo Trump ha scritto un impegno contro l'aborto, nei mesi scorsi, garantendo decise azioni di governo qualora fosse stato eletto, e il 22 settembre ha costituito un comitato con 34 nomi eccellenti del mondo cattolico, coordinato da Joseph Cella, fondatore del National Catholic Prayer Breakfast. Dunque, vi partecipano autorevoli personalità come il due volte candidato presidenziale Rick Santorum, il direttore di Priests for Life e presidente del National Pro-Life Religious Council don Frank A. Pavone, noto per le tournée a favore della vita con santa Teresa di Calcutta e con la fondatrice dell EWTN Madre Angelica (1923-2016). In questo modo, finalmente si dovrebbe porre un freno agli attacchi micidiali alla dignità umana che le lobby quali Planned Parenthood, le fondazioni dei Rockefeller, dei Ford, dei Kellog, dei Turner, dei Soros etc che fanno attraverso la diffusione universale del controllo delle nascite, dell'aborto come diritto umano, della distruzione della famiglia e della promozione dell ideologia di genere.

Certo, non siamo degli ingenui, immaginiamo che dietro le scelte di Trump ci sia pure della strumentalizzazione, però, una cosa è certa, è meglio della Clinton e al momento rimane un prezioso alleato tattico nella lotta al potere che vuole distruggere l'uomo. Per quanto detto prima ed ora, noi speriamo che, meglio: preghiamo affinché Trump non venga meno ai suoi impegni e aiuti l'America a diventare una patria che vuole costruire, con le altre patrie disposte ad edificare, una civiltà della vita.
 






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