mercoledì 26 marzo 2025

Per non cadere in tentazione di fronte al suicidio assistito e agli altri malanni del nostro tempo

Usiamo la Ragione (con la Fede, ala che permette di giungere a Dio), stando di fronte ai fatti. Ovunque (ad es. in Olanda e in Belgio) sia stato approvato il suicidio assistito, si è passati dal colpire persone in situazioni estreme (usate come "cavalli di Troia") a persone praticamente sane, meramente afflitte da depressione e solitudine: problemi che un fraterno abbraccio, nonché una visione poetica della realtà in grado di far comprendere la bellezza e preziosità di ogni vita, avrebbe potuto risolvere. D'altronde, e parafrasando madre Teresa di Calcutta durante il conferimento a lei del Nobel per la pace nel 1979, con la possibilità di abortire e il suicidio assistito, in una società sempre più scristianizzata, potenzialmente, chi può impedire a ciascuno di noi di uccidere il prossimo?


Sorge un'altra domanda: perché le risorse per far morire il prossimo (vi aggiungo anche Rearm Europe) si trovano, gravando di ulteriori grattacapi welfare e servizi sanitari nazionali (quello italiano è tra i migliori al mondo, se non un unicum), mentre quelle per rendere la medicina (di prossimità e non) e l'intera società più a misura d'uomo no?! E le cure palliative, ad esempio, sono una risorsa preziosa per riuscirvi.

Tra qualche secolo, se non prima (lo spero), gli studiosi di storia con un poco di sale in zucca tremeranno nello scoprire il numero dei morti nel mondo per aborto inflitto (42.4 milioni, solo nel 2019) e per suicidio assistito: insieme, soprattutto i primi, già superano quelli delle due guerre mondiali. Tremeranno anche nello scoprire di essere "sopravvissuti".

Dunque, i "Cappato", i "Bonino", le "Luca Coscioni" non sono esempi di servizio al prossimo. Giacché dietro il loro operare, dietro alle leggi che pretendono e alle cliniche per "suicidare" si muovono interessi che di "umano" hanno poco. Gruppi di potere fanno bio-business sulla pelle altrui (variante più subdola di fare i comunisti col culo degli altri). Per quanto essi possano ammantare le loro intenzioni di umanità e rispetto della libertà, in realtà - per dirla con Hugh Benson - sono servitori della subdola e disumana religione umanitaria del relativismo. 

Ricordiamo che la libertà non è fare quel che si vuole (compreso il mettere fine alla propria e altrui vita) ma Dio stesso. Si è liberi nella Verità e Dio è la Verità (Gv 8,32), il Padre dei viventi che rimane fedele per sempre.

"Le virtù sono impazzite - asserisce Chesterton in Ortodossia - perché sono state isolate l'una dall'altra e stanno vagando sole. Così ad alcuni scienziati sta a cuore la verità, e la loro verità è spietata. Così ad alcuni umanitari interessa solo la pietà, e la loro pietà (mi spiace dirlo) è spesso falsa. Blatchford [di nome Robert, era un razionalista britannico e direttore del Clarion, oltre che oppositore del "libero arbitrio"] attacca il cristianesimo perché egli è fissato su una sola delle virtù cristiane. La virtù della carità puramente mistica e quasi irrazionale. Egli ha la strana idea di rendere più facile il perdono dei peccati dicendo che non esistono peccati da perdonare".

Purtroppo (o per fortuna), il mondo non è un grande oratorio; è anche valle di lacrime, in cui la zizzania, oltre a crescergli accanto, cerca di soffocare il grano buono. Non è un caso nella Chiesa (e non solo) si parli da anni e anni di deriva antropologica . È "gnosticamente" in atto il tentativo di sovvertire la realtà e la natura delle cose stesse (a iniziare da quella umana); un problema tanto antico quanto attuale, come ricordano autorevoli studiosi del calibro di Emanuele Samek Lodovici, Michel Schooyans, Voeglin, don Ennio Innocenti. All'origine del "postumanismo", di cui ho parlato in un precedente articolo.

Come cattolici, occorre quindi rendersi conto che la Chiesa è l'unico baluardo tra l'uomo e chi cerca di distruggerlo. È il baluardo frapposto da Cristo stesso contro le potenze infere. 

Cristo, l'unico vero buon samaritano, svela che la vocazione più alta dell'uomo è il servizio alla Vita; tradotto: alla Carità. Altrimenti, non avremmo mai avuto la più grande civiltà mai esistita, ossia la Christianitas, che portò a invenzioni fondamentali quali, ad esempio, gli ospedali (si pensi a quel gran bel gioiello burgundo che è l'Hôtel-Dieu), l'idea di cura rivolta a tutti (in cui si innestano le già citate cure palliative), la stessa ricerca medico-scientifica e le altre innumerevoli (quasi quanto le stelle) opere pie per ogni tipo di necessità" (a favore dei poveri, delle vedove, dei disabili, degli orfani, dei prigionieri in mano islamica, dell'educazione etc).

Così si può capire perché la vita, nostra e altrui, è indisponibile e sacra. Perfino i pagani "illuminati" riconobbero questo come princìpio fondamentale (pensiamo a Ippocrate e a Galeno). 










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