lunedì 15 maggio 2017
Obice: George Soros fa male all'Italia e al mondo
Mercoledì 3 maggio, l’account Twitter di TgLa7 riportava: ”#GeorgeSoros stamane a Palazzo Chigi”.
La maggioranza della gente comune ignora beatamente chi sia George Soros, e quindi è bene fare chiarezza per capire meglio chi è questo personaggio.
György Schwartz nasce a Budapest nel 1930 da una famiglia di ebrei ungheresi. Nel 1936, a causa del crescente clima di antisemitismo, la famiglia decide di cambiare il proprio cognome in Soros. Durante quegli anni la famiglia è costretta a scappare continuamente e il padre compra per lui dei documenti falsi, dai quali risulta che il suo falso padrino di battesimo sia un ungherese che per lavoro aiutava i nazisti a confiscare i beni di proprietà degli ebrei ungheresi mandati nei campi di sterminio. All’età di 14 anni, nel 1944, lui accompagna il finto padrino alle operazioni di confisca e collabora ad esse. Intervistato, molti anni più tardi dichiarerà: ”naturalmente sarei potuto essere dall’altra parte o potrei essere tra coloro i cui beni ho confiscati. Ma non c’è alcun senso a teorizzare su questo ora, perché è come il mercato, se non l’avessi fatto io, qualcun altro l’avrebbe fatto comunque. Io ero solo uno spettatore in quella situazione, quando la proprietà veniva confiscata: siccome non ero responsabile non avevo alcun senso di colpa.”
Dopo la fine della guerra, nel 1947, emigra in Inghilterra e si laurea alla London School of Economics, dove incontra il suo maestro ideologico, Karl Popper.
Dopo la laurea comincia a lavorare nell’ambito delle banche di affari della City di Londra, poi successivamente si trasferisce negli Stati Uniti dove nel 1969 fonda il fondo di investimento Quantum, che gli ha garantito un rendimento elevatissimo nei successivi 10 anni.
A maggio 2016 il suo patrimonio personale è stimato a 24,9 miliardi di dollari e figura come una delle 30 persone più ricche del mondo.
Le strade di George Soros e dell’Italia si incrociano in maniera decisiva nel “Mercoledì Nero” del 16 settembre 1992: insieme ad altri speculatori attaccano, di fatto, la Banca d’Italia. Vendono allo scoperto lire in maniera massiccia e per mantenere fisso il cambio la Banca d’Italia (che la Bundesbank aveva deciso di non sostenere) decide di sacrificare riserve valutarie per 48 miliardi di dollari. Come conseguenza, la Lira riportò una perdita di valore del 30% e fu fatta uscire dal Sistema Monetario Europeo. Stessa sorte, con mezzi non troppo diversi, toccò alla Sterlina inglese.
L’evento fu significativo per le ripercussioni che ebbe sui contribuenti italiani: infatti, proprio durante il 1992, il Governo allora presieduto da Giuliano Amato introdusse l’ICI e, ancora prima, aveva già operato un prelievo forzoso su tutti i depositi bancari degli italiani nella misura del sei per mille nella notte tra il 9 e il 10 di luglio (nel bel mezzo dell’attacco alla Lira).
Inoltre, la svalutazione della Lira favorì la dismissione e svendita a prezzi irrisori delle partecipazioni statali in capo all’IRI, in quanto non c’erano più soldi per difendere la cosiddetta italianità di quelle imprese, e le banche di affari estere poterono rilevarle per un boccone di pane.
Quanto appena detto è quello che Soros fa di lavoro; nel tempo libero ha l’hobby di portare le sue filosofie preferite (la teoria della società aperta di Karl Popper) a compimento nella realtà. Il mezzo attraverso di cui cerca di realizzare i suoi scopi è la Open Society Foundations, cioè la fondazione di cui lui è presidente. Essa è stata fondata ufficialmente nel 1993, anche se è possibile risalire ad attività simili addirittura a prima del crollo del Muro di Berlino. A partire dal 1979, ha distribuito 3 milioni di dollari l'anno a movimenti di dissidenti tra i quali il movimento Solidarność in Polonia, Carta 77 in Cecoslovacchia e Andrei Sakharov nell'Unione Sovietica. Nel 1984, egli ha fondato il suo primo Open Society Institute in Ungheria e fatto affluire milioni di dollari per il finanziamento di movimenti di opposizione e media indipendenti. Il suo ruolo nel crollo del comunismo è stato senza ombra di dubbio importante.
Dopo la caduta del comunismo, il suo interesse si è spostato sulla promozione delle tematiche relative al progressismo liberal all’americana, come ad esempio:
- Sostegno delle comunità LGBT, del femminismo e lotta al razzismo;
- Depenalizzazione delle droghe leggere;
- Legalizzazione dell’eutanasia;
- Legalizzazione della prostituzione;
- Sostegno alla contraccezione come mezzo per la lotta contro l’AIDS;
- Sostegno delle politiche antinataliste per i paesi del Terzo Mondo, tramite facilitazione nell’accesso alla contraccezione chimica e all’aborto;
- Sostegno alla causa palestinese in funzione anti-israeliana (sembra strano, dato che lui è ebreo, ma è così);
- Sostegno all’immigrazione clandestina per poi favorire processi di ottenimento della cittadinanza anche per gli immigrati clandestini.
Nel 2008, la OSF ha condotto una campagna in Uganda volta a “diffondere la consapevolezza dei diritti umani tra le prostitute ugandesi”. Le autorità ugandesi non l’hanno presa molto bene, perché la hanno considerata come un tentativo di legittimare e legalizzare la prostituzione.
In Italia, è noto che uno dei maggiori beneficiari di Soros sia l’Arcigay, che ha ricevuto una donazione di quasi 100.000 euro nel 2014, come rivelato dai DC Leaks, ovvero un insieme di documenti trafugati da un gruppo di hacker nell’estate 2016 direttamente ottenuti con un attacco informatico alla OSF.
Un altro beneficiario notevole dei finanziamenti del miliardario è il Partito Radicale Transnazionale, creatura di Marco Pannella e Emma Bonino. Soros stesso si è iscritto al suddetto partito su invito di Marco Pannella e Emma Bonino fa parte da luglio 2015 del Global Board dell’OSF (cioè del consiglio di amministrazione dell’OSF). Le attività finanziate dalla OSF in questo caso riguardano principalmente la legalizzazione delle droghe leggere.
Soros è anche il principale finanziatore e fomentatore della rivoluzione colorata in Ucraina, che ha portato al governo una fazione anti-russa e filoamericana. I suoi principali nemici in Europa sono Vladimir Putin e Viktor Orban.
Proprio quest’ultimo è il più coraggioso antagonista europeo del magnate, dato che recentemente sono state approvate in Ungheria delle leggi volte ad ostacolare l’attività delle varie ONG legate alla OSF, e una legge più particolare che avrà come effetto pratico la chiusura della CEU (Central European University, una delle creature del magnate; è una università fondata proprio da lui). Le motivazioni di tale scontro sono da ricercarsi nel fatto che la OSF è un agente sovversivo per il bene dell’Ungheria, e il premier Orban, in tal senso, ha recentemente dichiarato: “Nessuno in Ungheria può essere al di sopra della legge, anche se sei un miliardario”.
E’ triste notare che mentre qualcuno combatte la sovversione (con i mezzi con cui può), altri ricevano direttamente negli uffici del Governo italiano certi personaggi, evidentemente per farsi dare delle direttive precise. E’ bene ricordare che il giorno dopo il referendum sulla Brexit, Soros stesso (che ha fatto campagna per il Remain) sia stato ricevuto con tutti gli onori al Parlamento Europeo dove ha predetto disastri per tutti in Europa, e dove ha proposto che il fondo salva-Stati venisse messo in mano al Parlamento Europeo senza consultare prima gli Stati membri. Ovviamente, non è successo niente di tutto ciò, ma non si capisce a quale titolo questo personaggio possa andare a catechizzare i membri di una istituzione sovranazionale.
La Russia di Vladimir Putin è stata ancora più drastica nei confronti di Soros: la OSF e le ONG a lei collegate sono state letteralmente cacciate dal Paese ed è loro proibito di tornare ad operare in Russia; si vocifera addirittura che Putin abbia emesso un mandato di cattura per Soros che diventerebbe immediato nel momento in cui lui mettesse piede in Russia.
Giova inoltre ricordare che George Soros è stato il principale finanziatore delle campagne elettorali di Barack Obama e Hillary Clinton, che sono state foraggiate a suon di centinaia di milioni di dollari (per maggiori informazioni su questo tema, si consiglia di fare riferimento al seguente testo: The Shadow Party: How George Soros, Hillary Clinton, and Sixties Radicals Seized Control of the Democratic Party di David Horowitz e Richard Poe).
La più recente strategia sovversiva operata dalla OSF riguarda il sostegno all’immigrazione clandestina. La OSF ha al suo interno una specifica struttura al riguardo, che si chiama Iniziativa per l’Immigrazione Internazionale. I fronti caldi su cui adesso è concentrata sono principalmente la rotta balcanica (da cui i contrasti con Orban), la rotta mediterranea (su cui i PM italiani stanno indagando) e il confine USA-Messico (da cui l’ostilità con Trump). Proprio quest’ultimo fronte ha visto gli avvocati della OSF impugnare i numerosi travel ban, emessi tramite ordini esecutivi del neo-Presidente USA, presso le varie Corti Federali.
Caroline Glick, ebrea americana e intellettuale sionista di rilievo, ha recentemente denunciato la “natura megalomane del progetto filantropico di Soros” il cui obiettivo è “sovvertire le democrazie occidentali e rendere impossibile per i governi mantenere l’ordine o per le società mantenere la propria identità e i propri valori unici”.
Ha poi aggiunto che Soros, con le sue ONG, alimenta l’immigrazione clandestina in Europa e in Usa “per minare l’identità nazionale e la composizione demografica delle democrazie occidentali” con lo scopo di “indurre il caos”.
La realtà è che per Soros, Israele è un nemico al pari della Russia di Putin, dell’America di Trump o dell’Ungheria di Orbán.
Per lui il problema non è chi governa una nazione ma ogni nazione in quanto tale: ogni realtà storica che voglia difendere la propria sovranità e il proprio diritto ad esistere.
Soros è nemico di ogni popolo che rivendichi la propria identità culturale e la propria specificità.
Per Soros i popoli non esistono; esiste l’uomo globale, cittadino del mondo, apolide, senza radici, possibilmente senza memoria storica, senza confini; il suo uomo ha la stessa natura del suo denaro.
Soros, il senza patria che deve la sua ricchezza solo alla speculazione, vuole imporre a tutto il mondo il suo stesso tragico destino di immigrato ed esule: in questa maniera culture, identità e memorie sono solo casualità della storia da eliminare per garantire il governo delle élite.
Ecco perché Soros è un pericolo per ogni nazione che vuole difendere la propria sovranità: che si chiami Israele, Russia… o Italia.
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