sabato 21 novembre 2015

Lettera dal fronte: Diritto di critica

In Italia vige un sistema di democrazia, viene detto sui testi di diritto e di politica.
 
Ma che cosa si intende per democrazia? Che cosa implica questo sistema di democrazia?
Per “democrazia”, oltre alle solite discussioni di “governo del popolo”, si intende, per me, un sistema in cui io, elettore e cittadino, possa avere il diritto de jure di criticare l’operato dei soggetti politici operanti nell'agone politico (per soggetti politici intendo sia i partiti, sia le associazioni di categoria, sia gli enti o associazioni con finalità non di carattere religioso).

Perché mai uno dovrebbe chiedere in maniera così pressante questo diritto di critica? 
Il diritto di critica è un diritto che nasce direttamente dalla libertà di parola e di religione. Tali due libertà le considero intrinsecamente legate ed interconnesse, ossia non vi è libertà di parola se non esiste anche la libertà di religione.
La libertà di parola viene espressa di solito come quella libertà che consente all'individuo di poter dire quello che è e quello che pensa, in maniera da non avere restrizioni. Se fosse vera tale definizione, specialmente nelle sue ultime sei parole, “in maniera tale da non avere restrizioni”, si avrebbe la situazione in cui qualunque cosa detta diventa, ipso facto, lecita.
Il punto, come si può facilmente notare, è deficitario. Tale sua deficitarietà risiede nel fatto che tale libertà ha dei limiti che gli sono imposti dalla natura stessa della libertà in questione. Se la libertà di parola di un singolo non avesse il limite della libertà di parola di un altro singolo, che ha, per il fatto stesso che esiste, i suoi stessi diritti, avrebbe senso la definizione iniziale di “in maniera tale da non avere restrizione” (avrebbe senso tale definizione solo se fossi l’unico abitante di un’isola deserta).
La libertà di religione è una libertà che io considero propria, oltre che della civiltà occidentale, anche della civiltà nata dal cristianesimo europeo. Nasce al suo interno, seguendo quello che dice San Paolo nella Lettera ai Galati, capitolo 3, versetto 28.
Successivamente, tale abolizione della differenziazione tra vari “status”, prosegui nel Medioevo con la “Schola Carolingia” e le varie “Scholae” interne alle singole abbazie che garantivano anche ai poveri di avere un’istruzione di base (inoltre alcuni di tali poveri dalla Chiesa saranno santificati).
Questo continuo andare avanti sul solco tracciato da San Paolo, ha portato inoltre nel Medioevo stesso, ad avere in Inghilterra il primo esempio di Costituzione come la Magna Charta Libertatum. Perché è importante un tale documento? Risulta essere importante per il semplice motivo che è il primo caso in cui il popolo (in tal caso, per popolo si intende i baroni, dovendo tenere conto del periodo storico) riesce ad avere vinta la partita contro lo Stato, o meglio, contro il Potere.
Tali due libertà che ho provato ad evidenziare in maniera molto sommaria, per consentire un minimo di cognizione sul percorso successivo, sono alla base della libertà che consente di dire di essere in sistema di democrazia. Tale diritto è il diritto di critica.

Che si intende per critica? 
Per critica si intende il dire o fare atti che consentano al cittadino ed all'elettore di dichiarare, in maniera pubblica, che dissente su azioni o politiche portate avanti dal Potere o dallo Stato. Se venisse a mancare tale diritto, il sistema non potrebbe più essere di democrazia, ma diventerebbe, di fatto, un regime. 
Tale critica consente infatti di avere sempre la possibilità di avere il miglioramento delle leggi e della società, dato che i miglioramenti vengono, di solito, da singoli che vedono un “problema” e cercano una soluzione a tale “problema”; consente di avere sempre sotto controllo le devianze proprie del sistema che nascono da singoli o pezzi del sistema politico che vogliono cambiare il sistema.
Immaginare un sistema senza diritto di critica, equivarrebbe ad avere un nuovo sistema totalitario de facto. Totalitario perché non consentirebbe alla democrazia di svilupparsi e di crescere. Totalitario perché sarebbe oppressivo nei confronti del singolo. Totalitario perché sarebbe oppressivo nei confronti di certe parti della società perché non corrispondenti al modello di società o di Stato pensato dal Potere.


Marco Carraro






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