sabato 26 dicembre 2020

Meditazione per il giorno di Santo Stefano

 

Natività di Gesù, Giovanni Carobio, olio su tela, secolo XVIII (1717 - 1752), 
presso la Diocesi di Bergamo


"Gloria a Dio! pace all'uomo" (San Luca, II, 14)

Ascoltiamo questo canto celeste la cui divina armonia è l'espressione dell'ordine stabilito per sempre.

Quale estasi nel cuore così puro di Maria, nell'anima così fedele di Giuseppe! Hanno mai sognato altra cosa?... «Gloria a Dio! pace all'uomo!». Fu questo il canto della creazione nei primi giorni dell'Eden. È il canto della natività del Redentore.

Essi vi si associano con tutto il fervore del loro amore, contemplando la fragile e graziosa forma sotto cui si nasconde l'Onnipotente, il Salvatore! Si uniscono al canto degli Angioli e al silenzio di Gesù per dire: «Gloria a Dio!» poiché quest'annientamento, questa umiliazione, questo esteriore abbandono, questa apparente debolezza del Verbo, non è che l'espressione della continua preghiera del suo cuore: «Eccomi, mio Dio, eccomi per fare la tua volontà!». Giuseppe e Maria vi si uniscono con una perfezione che non fu eguagliata da alcuna creatura. Anche essi faranno la volontà del Padre Celeste, non sono quaggiù che per questo. Questa volontà li ha condotti a Betlemme, poi alla stalla, li trascinerà in Egitto, li ricondurrà a Nazaret; essi sono là per compiere la volontà di Dio.

Preghiamo ai piedi della mangiatoia dove riposa il Dio Bambino, e prendiamo, vicino a Giuseppe ed a Maria, lo spirito di umile sottomissione, di filiale premura per compiere ciò che Dio vuole da noi. Fra i primi ci serve qui di modello, in modo mirabile, Santo Stefano: il perdono a quelli che ci hanno afflitto; e poi il raccoglimento per ben conoscere la volontà di Dio e l'energia per metterla in pratica.

Eccomi, mio Dio, eccomi per fare la tua volontà!

Tratta da Dieci minuti a Dio, Y. D'Isné

venerdì 25 dicembre 2020

Festa di Natale

 

Natività, Matthias Stomer, c. 1640, Chiesa dei Cappuccini di Monreale


Vangelo della Natività di Nostro Signore

Messa dell'Aurora.

San Luca, II, 15-20

In quel tempo i pastori presero a dire tra loro: «Andiamo fino a Betlemme, a vedere quel che è accaduto e che il Signore ci ha fatto sapere». E andarono in fretta e trovarono con Maria e Giuseppe il Bambino giacente nella mangiatoia. E vistolo, si persuasero di quanto era stato loro detto intorno a quel Bambino; e tutti coloro che li udivano, si meravigliavano delle cose riferite loro dai pastori. Maria poi conservava in cuore tutte queste cose e le meditava. E i pastori se ne ritornarono, glorificando e lodando Iddio per tutto quello che avevano udito e veduto, secondo che era stato loro detto.



Meditazione tratta da Dieci minuti a Dio del D'Isné

«Maria lo avvolse di fasce e lo adagiò in una mangiatoia» (San Luca, II, 7).

Assistiamo, umili, raccolti, commossi all'arrivo dei viaggiatori cacciati lontano da ogni asilo umano...

Essi sono felici e riconoscenti alla vista della stalla, ricovero insperato; lo condividono con gli animali; ma che importa? Essi ringraziano Dio.

Ed ecco una grande luce illumina il cielo. Un canto, sconosciuto fino allora, riempie l'aria di liete vibrazioni, il compimento di una magnifica speranza è dato alla terra: «Gloria a Dio! pace all'uomo!» poiché il Signore si è piegato verso di lui, lo ha visitato e suggella oggi il patto della riconciliazione e del perdono.

L'ordine è ristabilito. Un Dio ha preso la forma umana per riparare il male commesso dall'uomo. Egli nasce povero, umiliato, abbassato, Egli dice in cuor suo, secondo la parola del profeta: «Eccomi mio Dio! eccomi per fare la tua volontà». Dio è glorificato, e sull'uomo discende la pace e la benevolenza del Signore!

Adoriamo la saggezza del piano divino, cerchiamo di conformarvi la nostra vita. Se siamo atterriti dalle nostre colpe, se ci domandiamo come ristabilire l'ordine, glorificare Dio e gustare la pace, avviciniamoci al Dio Bambino, baciamo con rispetto il fragile involucro nel quale il Verbo di Dio si annienta; non mormoriamo delle prove che intralciano i nostri desideri o contrariano i nostri gusti; la nostra docilità, il nostro abbandono glorificano Dio e attirano sul nostro capo il perdono e la pace.

Prendiamo al presepe le preziose lezioni di umiltà, sottomissione al beneplacito di Dio, di raccoglimento e di abbandono. Cerchiamo di finire l'anno vicino a Gesù, nella stalla, tra Giuseppe e Maria. Uniamo le nostre preghiere alle loro e chiediamo il loro soccorso.

Eccomi, o mio Dio, per fare la tua volontà! Vicino a te, Divino Infante, divenuto così povero per amor mio, ogni sacrifizio mi sembra dolce.







IX giorno della Novena del Santo Natale

 

Particolare di  Josef e Maria auf Herbergsuche (Giuseppe e Maria a caccia di ostelli), Carl Rahl, 1865


9° ed ultimo flash della NOVENA di NATALE – “ERO CRAS” - a cura di don Fabio Rosini:

https://youtu.be/MFzFD_zV5go


IX Meditazione tratta da Dieci minuti a Dio del D'Isné


"Non vi era posto per essi, negli alberghi" (San Luca, II, 7).

Accompagniamo le comitive che entrano a Betlemme. Vediamo come sono accolti quelli che hanno l'apparenza della ricchezza o del potere, con quanta premura sono ricevuti; gli albergatori si affrettano a prevenire i loro desideri.

Giuseppe e Maria si presentano a loro volta. Li squadrano, li osservano. Del posto ve n'è ancora, ma bisogna riservarlo per quelli che possono pagare profumatamente; per loro non vi è posto; ed Essi si ritirano senza mormorare, dopo essere stati respinti da tutti gli alberghi. Restano calmi e tranquilli sotto questa nuova prova, perché sono umili e interamente sottomessi al beneplacito di Dio. 

Dopo aver fatto tutto ciò che hanno potuto, escono dalla città; ora aspettano il soccorso di Dio.

Interroghiamoci; facciamo noi così? facciamo tutto ciò che dipende da noi per compiere i nostri doveri di stato, per riuscire nei nostri affari; poi, avendo agito sotto lo sguardo di Dio, sappiamo sopportare tranquillamente l'insuccesso?

E poi, poiché vi sono molte interpretazioni, qual è il movente dell'accoglienza che noi riserviamo ai nostri visitatori? È illuminato da vedute soprannaturali? Vediamo nel povero, nell'umile, l'apparenza di Gesù che si è rivestito, per vivere tra noi, delle livree dell'indigenza? Riceviamo il povero con l'interesse, l'affettuosa carità, cui ha diritto?...

Non lo lasciamo noi bruscamente, mostrandogli che non vi è posto per lui nel nostro cuore, dal momento che si presenta una relazione più lusinghiera al nostro amor proprio?

oh, non condanniamo gli albergatori di Betlemme, noi non differiamo da essi!

Nella Santa Comunione stessa, riceviamo l'Ospite divino come conviene? Vi è sempre per Lui il posto d'onore?

O mio Dio, vieni in me! Temo che tu non trovi che una povera, miserabile stalla, ma io voglio riceverti in essa con tutto il cuore...

Vieni, Signore, vieni!




VIII giorno di Novena

 





Censimento a Betlemme, Pieter Brueghel il Vecchio, 1566, 
conservato nel Museo reale delle belle arti del Belgio di Bruxelles



8° flash della NOVENA di NATALE – “O EMMANUEL” - a cura di don Fabio Rosini: 

https://youtu.be/hZUBhOgSpQs



VIII Meditazione tratta da Dieci minuti a Dio del D'Isné


Giuseppe e Maria giungono a Betlemme

In mezzo all'agitazione tumultuosa che li circonda, Giuseppe e Maria restano nei sentimenti che hanno ispirato la loro partenza e li hanno accompagnati lungo il viaggio.

Dio! Dio! Solo il suo servizio e la sua gloria: fuori di questo nulla li arresta, nulla li preoccupa...

In verità, verrà un giorno - incontro al quale noi camminiamo - un giorno in cui non vi sarà più posto per noi nell'albergo di questo mondo; un giorno in cui saremo deposti nel feretro, come il Dio Bambino avvolto di fasce fu adagiato in una mangiatoia; un giorno in cui, per quanto  grande sia la nostra opulenza, saremo ridotti alla più completa povertà. Quel giorno, inizierà la nostra vita, segnerà la nostra nascita eterna.

Andiamo a questo ultimo e definitivo spogliamento, staccandoci volontariamente da tutto ciò che ci arresta nella via che conduce a Dio. Quanta maggiore energia porremo nel liberarci dagli ostacoli del mondo, ostacoli della vanità, del benessere, del lusso, tanto più saremo ricchi quando appariremo dinanzi a Dio.

Prepariamoci alla Comunione di Natale con il fervore che vorremmo avere nell'ultimo dei nostri giorni, con la cura che cerca, accusa e piange le minime macchie; prepariamoci a ricevere degnamente il Dio purissimo e santissimo, sulla terra, affinché ci accolga un giorno, poveri peccatori quali siamo, nei suoi eterni tabernacoli.

Signore, io non son degno, ma di' soltanto una parola e sarò salvo!


martedì 22 dicembre 2020

VII giorno di Novena



Arrivo della Sacra Famiglia alla locanda di Betlemme, Joseph von Fuehrich, olio su tela, 
1838, Berlino, Nationalgalerie, Staatliche Museen zu Berlin 



7° flash della NOVENA di NATALE – “O Rex Gentium" ... - a cura di don Fabio Rosini:




VII Meditazione tratta da Dieci Minuti a Dio di Y. D'Isné


Giuseppe e Maria giungono a Betlemme


Quale tumulto intorno alla città! quale fretta di sorpassarsi gli uni gli altri, per essere sicuri di trovare alloggio! quali sollecitudini del benessere materiale, dei propri comodi, dei propri gusti! Molto diversi sono Giuseppe e Maria. Gli Angeli li circondano; lo sguardo di Dio è su di loro, essi conversano con Lui nel silenzio dei loro cuori. Dio è tutto; li assorbono interamente il suo servizio e il suo amore; non hanno altro pensiero che di piacergli e di compiere la sua volontà.

Anche ora avviene lo stesso nel mondo. La folla si agita e brontola per disputarsi i brani o gli avanzi delle cose inutili o cattive; corre dietro le vanità, vuole la sua parte di appariscenza, prende tutto ciò che brilla, e in questa folle corsa, calpesta, se occorre, quelli che vanno altrove, quelli che non cercano che il vero, l'immancabile, l'eterno.

Giuseppe e Maria non si agitano. Dove alloggeranno? dove nascerà il Dio Bambino?... Non se le rivolgono queste interrogazioni; essi faranno quanto dipenderà da loro per assicurargli un asilo, poi aspetteranno tutto da Dio, come se non avessero fatto nulla, e ciò tranquillamente, umilmente.

E noi? Raccogliamoci e cerchiamo quali sono i desideri, le preoccupazioni, le cure che ci assorbono. Qual è il pensiero che mi assedia, qual è il principale motivo delle mie pratiche, delle mie parole e delle mie azioni?

Oh! mettiamo ordine nei nostri desideri e nei nostri sogni. Divenire migliori per piacere a Dio, per compiere la sua volontà; andare a Lui, preparare le vie in quelli che lo ignorano; servirlo e accendere in tutti i cuori il desiderio di essere suoi: ecco il sogno di ogni cristiano che compie accuratamente i suoi doveri di stato, in vista di piacere al Signore che glieli affida. Il resto è l'accessorio; questo ci sarà dato per giunta.

Signore, io mi offro a te per servirti con tutto il cuore.











lunedì 21 dicembre 2020

VI giorno di Novena

 


Arrivo della Sacra Famiglia di Betlemme, Cornelis Massys, 1543, Staatliche Museen di Berlino



6° flash della NOVENA di NATALE – “O ORIENS …” - a cura di don Fabio Rosini:

https://youtu.be/gAOovtoqr2g


VI Meditazione tratta da Dieci minuti a Dio del D'Isné


Giuseppe e Maria verso Betlemme

Essi vanno, attraverso una strada comune, alla rivelazione di Dio. Vanno a Betlemme perché Gesù vi nasca. Essi si preparano a questo avvenimento, con il raccoglimento, con la preghiera e la totale indifferenza per quanto non riguarda il servizio del Signore.

Noi pure andiamo al luogo della nostra nascita eterna, andiamo incontro a Dio, e tutto ciò che non è un soccorso, un aiuto, una luce per preparare questo incontro, ci dev'essere estraneo o indifferente.

Tutto ciò che non è il servizio di Dio o quello dei nostri fratelli, tutto ciò che non è ispirato dall'amore di Dio e da quello dei nostri fratelli, tutto ciò che è fuori dei nostri doveri: doveri verso Dio, verso la famiglia, verso la patria, verso i nostri simili, doveri di personale santificazione e di apostolato, dev'esserci indifferente, perché non sia un arresto, un ostacolo che c'impedisca di raggiungere il fine verso il quale tendiamo.

Mio Dio! forse sono alla vigilia di raggiungere Betlemme, il luogo di luce dove io vedrò te; te che ho tanto cercato in mezzo alle ombre e agli errori di questo mondo.

Eterna verità! illuminami, fammi comprendere ciò che devo lasciare, dimenticare, abbandonare, da oggi, per comparire dinanzi a te con la pace e la gioia del figlio atteso nella casa paterna.

O Dio, spogliami, distaccami da tutto ciò che può dispiacerti.

Crea in me un cuore puro.




domenica 20 dicembre 2020

V giorno di Novena del Santo Natale

 

Il Censimento di Betlemme, dipinto a olio su tavola di Pieter Bruegel il Vecchio, 

1566, Museo reale delle belle arti del Belgio di Bruxelles.


- 5° flash della NOVENA di NATALE – “O CLAVIS DAVID…” - a cura di don Fabio Rosini:

https://youtu.be/MeLD4CZd1SY


V Meditazione tratta da Dieci minuti a Dio del D'Isné


Giuseppe e Maria vanno a Betlemme

Maria porta in cuor suo il segreto della sua perfetta unione col Dio nascosto e sconosciuto; Giuseppe e Maria camminano verso Betlemme, dove Gesù deve essere loro rivelato.

Noi troviamo sempre in questo viaggio il modello della nostra corsa verso l'eternità.

Anche noi portiamo nei nostri cuori il Dio nascosto e sconosciuto dell'Eucarestia e in questa unione troviamo la forza e la luce necessarie per percorrere la via del tempo. Come sulla strada di Betlemme tutti si dirigono verso il medesimo fine, tutti vanno ad iscriversi, gli uni ridendo e cantando, gli altri piangendo; alcuni agitati, altri tranquilli; alcuni avendo tutte le comodità che mitigano i disagi del viaggio, altri urtandosi alle pietre o graffiandosi alle spine, ma tutto ciò è accessorio; la realtà è che tutti vanno a Betlemme.

Soltanto Giuseppe e Maria sanno il vero scopo del loro viaggio, soltanto essi custodiscono Dio e vanno a Lui.

E noi? noi camminiamo con la folla nella grande strada della vita che conduce alla morte, ossia a Dio. Tutti seguono lo stesso cammino. Lo seguiamo noi con l'ignoranza, l'incuranza di quelli che andavano a Betlemme? o sappiamo, come Giuseppe e Maria, che andiamo incontro a Dio, che la morte ci rivelerà?

O mio Dio! illuminami, fortificami, liberami dai pensieri tormentosi ed inutili. Fa che io cammini oggi sotto il tuo sguardo, ponderando ogni cosa alla luce della fede, giudicandola come nel mio ultimo giorno.