"Gloria a Dio! pace all'uomo" (San Luca, II, 14)
Ascoltiamo questo canto celeste la cui divina armonia è l'espressione dell'ordine stabilito per sempre.
Quale estasi nel cuore così puro di Maria, nell'anima così fedele di Giuseppe! Hanno mai sognato altra cosa?... «Gloria a Dio! pace all'uomo!». Fu questo il canto della creazione nei primi giorni dell'Eden. È il canto della natività del Redentore.
Essi vi si associano con tutto il fervore del loro amore, contemplando la fragile e graziosa forma sotto cui si nasconde l'Onnipotente, il Salvatore! Si uniscono al canto degli Angioli e al silenzio di Gesù per dire: «Gloria a Dio!» poiché quest'annientamento, questa umiliazione, questo esteriore abbandono, questa apparente debolezza del Verbo, non è che l'espressione della continua preghiera del suo cuore: «Eccomi, mio Dio, eccomi per fare la tua volontà!». Giuseppe e Maria vi si uniscono con una perfezione che non fu eguagliata da alcuna creatura. Anche essi faranno la volontà del Padre Celeste, non sono quaggiù che per questo. Questa volontà li ha condotti a Betlemme, poi alla stalla, li trascinerà in Egitto, li ricondurrà a Nazaret; essi sono là per compiere la volontà di Dio.
Preghiamo ai piedi della mangiatoia dove riposa il Dio Bambino, e prendiamo, vicino a Giuseppe ed a Maria, lo spirito di umile sottomissione, di filiale premura per compiere ciò che Dio vuole da noi. Fra i primi ci serve qui di modello, in modo mirabile, Santo Stefano: il perdono a quelli che ci hanno afflitto; e poi il raccoglimento per ben conoscere la volontà di Dio e l'energia per metterla in pratica.
Eccomi, mio Dio, eccomi per fare la tua volontà!
Tratta da Dieci minuti a Dio, Y. D'Isné
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