domenica 20 agosto 2017

I classici della truppa: Guglielmo Massaja. Contenuto e stile di una singolare missione africana

E' uscito per la casa editrice Effatà il libro Guglielmo Massaja. Contenuto e stile di una singolare missione africana. Libro scritto da don Vittorio Croce, storico teologo e giornalista astigiano. Prefazione a cura di Fra Mario Durando OFMcap, Vicepostulatore del processo di canonizzazione del Venerabile Servo di Dio Fra Guglielmo Massaja dalla Piovà.


Con precisione e semplicità, come solo un buon divulgatore scientifico sa fare, don Vittorio propone la vita di un grande missionario piemontese, che non lascia indifferenti. Senza problemi ci si appassiona velocemente ai suoi viaggi e alle sue vicissitudini avventurosi. Messe tutte nero su bianco nelle tante lettere che scrisse in più di 35 anni di missione in terra africana. Affrontò cinque viaggi per raggiungere l'impervio e spettacolare acrocoro etiopico, subì una drammatica prigionia sotto l'imperatore Teodoro e l'espulsione ad opera del negus Johannes per aver collaborato (perché costretto con la forza) con il ras Menelik, futuro imperatore e unificatore dell'Etiopia.

Fu Esploratore, con un acuto interesse per la natura, di fatti scoprì e raccolse informazioni su territori sconosciuti in Europa: dati geografici, montagne fiumi clima, flora e fauna, per questo divenne socio della Società Geografica Italiana. Tale raccolta di dati era facilatata dal suo essere francescano. Egli camminava a piedi nudi senza sandali, evitava di salire sulle bestie da soma, a meno che non fosse costretto dalle malattie, a fianco dei locali che lo accompagnavano. In questo modo si faceva prossimo agli altri per conoscere le loro esigenze e vedere coi loro occhi i territori africani che attraversava fino all'Etiopia. Si adattava ai costumi locali anche per quanto riguardava i lunghi e terribili digiuni etiopici. Si fece medico, in particolare producendo e praticando il vaccino contro il vaiolo, cosa che lo tramandò nella memoria locale come il “padre del fantatà”. Condivise la sua cultura contadina dell'astigiano: coltivò la vite per ricavarne il vino per la Messa; affrontò e insegnò ad affrontare la carestia capitalizzando il tief, cereale tipico del posto. E si fece pure diplomatico, per risolvere le contese locali, e impegnarsi sul fronte francese e inglese.

Fece tutto questo solo per un motivo. Salvare tutte le anime possibili, per portarle a Dio. Tale santa esigenza era il cuore della sua personalità. Per l’evangelizzazione dell’Etiopia si fece pure linguista e mise per iscritto le diverse lingue etiopiche, tra cui la oromo, attraverso le quali potè scrivere due-tre catechismi, in primis il Catechismo Galla. Grazie a questi strumenti potè formare i giovani da avviare anche al sacerdozio. Inoltre, riformò attentamente la liturgia abissina nel rispetto della sua tradizione e lavorò per trovare le soluzioni accettabili per ammettere al battesimo e risolvere difficili casi matrimoniali; inventò una forma di vita monastica.

Massaja oltre ad accettare il confronto con la cultura abissina ormo e Kaffa, volle affrontare la chiesa copta e l'islam, con cui ebbe un rapporto rispettoso ma duro, soprattutto con la II religione, la quale era impegnata a sottomettere i popoli dell'Africa orientale. Avvertì La Chiesa di Roma di questo grande pericolo, in tempi non sospetti. Anche perciò rimane una figura molto attule, considetati i tempi che corrono.

Questo passo del libro non è solo la conclusione della recensione, bensì anche un ottimo assaggio di quanto vi aspetta nel libro.

“Maggiori dettagli richiedeva la spiegazione dei comandamenti, sia nell'orientamento della teologia del tempo più motivata sull'aspetto etico che su quello dogmatico, sia per le esigenze di una popolazione che viveva tra paganesimo tradizionale, cristianesimo contaminato, ebraismo e islamismo. Massaja punta decisamente a una cristianizzazione dell'etica, che significa il superamento del legalismo in direzione del cuore della morale cristiana, l'amore a Dio e al prossimo. Colpiscono l'insistenza sull'aspetto positivo dei comandamenti di Dio dati a Mosè e sul loro orientamento alla perfezione della legge di Gesù nelle opere della misericordia, cosa che non accadeva sempre nella teologia e nella catechesi europea del tempo, spesso impegolata in una casistica asfissiante. Ciò indubbiamente era facilitato per Massaja dalla sua formazione francescana”.

Anche sul giornale della Diocesi di Pinerolo

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