venerdì 1 luglio 2016

Giornale murale: Il TorinoPride punta deciso sui diritti di filiazione

“Il domani ci appartiene”: bambino in primo piano coperto dalla bandiera arcobaleno delle Lobby LGTB. Questo il manifesto del prossimo Gay Pride a Torino, diffuso a tappeto su ogni muro e in ogni spazio pubblico. Torino, la capitale del gender e del pensiero univoco, capofila fin dal 2006 della Rete RE.A.DY. – Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere -, che riunisce 9 Regioni, 11 Città Metropolitane, 74 Comuni, 6 Organismi comunali del decentramento, 3 Organismi di Parità, 1 Associazione di Enti Locali nella cordata di finanziamento ai progetti di genere, contro gli “stereotipi di genere”. Che sborsa ogni anno migliaia di euro per finanziare corsi gender nelle scuole ad associazioni e gruppi lgtb, Torino che non perde occasione per ribadire con orgoglio questo passo di civiltà. Torino che ha un potente Sportello Lgtb istituzionale, pagato con i soldi di tutti i cittadini, che fa da Osservatorio nazionale contro le discriminazioni di genere, potente lobby che attacca tutti coloro che osano dissentire dal pensiero unico. Torino che promuove e finanzia ogni anno Il Torino Gay Lesbian Film Festival. E molto altro. Torino, città nella quale se osi manifestare pubblicamente contro il pensiero unico vieni fatto fuori con ogni mezzo, dall'ingiuria all'ostracismo pubblico. Una potente macchina da guerra delle lobby lgtb.

“In fondo quando c'è sentimento/non c'è mai pentimento/quando c'è sentimento/non c'è mai pentimento” cantavano nel lontano 2006 i “Neri per caso”. Il Torino Gay Pride, che si terrà il 9 luglio, quest'anno ne celebra il decennale: ha presentato il suo ricco programma qualche giorno fa' alla presenza del neo Sindaco pentastellato Chiara Appendino e dell'assessore alle Pari opportunità Marco Giusta, già presidente di Arcigay Torino. E' stata la prima uscita pubblica per Chiara Appendino, in attesa del suo insediamento a sindaco di Torino, previsto per il prossimo 30 giugno. Al suo arrivo in Galleria San Federico, dove si e' svolta la presentazione, Appendino è stata accolta da saluti, auguri e strette di mano di numerosi torinesi.

Se qualcuno avesse ancora dubbi sull'equivalenza 5Stelle/Pd sui valori non negoziabili delle due l'una: o finge di non guardare la realtà oppure è ideologico. Vedremo se la Appendino sfilerà al corteo del Gay Pride a Torino (scommettiamo sul sì?). Ma se anche così non fosse, la sua adesione l'ha già manifestata positivamente. Curiosi i retroscena durante la campagna elettorale per le amministrative a Torino. Monica Cirinnà, la madre della legge sulle unioni civili, approvata alla Camera e al Senato, è corsa in aiuto al povero Fassino. “Sia ben chiaro a tutti che il M5s è un movimento di destra, ne è prova l'appello di Salvini a sostegno dei loro candidati. Torino non merita cinque anni di malgoverno delle destre. Piero Fassino è la persona giusta per fare di Torino la capitale dei diritti per altri 5 anni”, scriveva la Cirinnà in una nota su facebook, elencando il registro delle unioni civili, i patrocini al Pride e al festival del cinema lgbt e ricordando che “l'attuale sindaco Fassino in questi cinque anni ha portato la fascia tricolore ai Pride, ha aperto Casa Arcobaleno - la casa dei diritti, un presidio permanente di laicità – e sostenuto con un discorso ufficiale alla manifestazione Svegliati Italia l'iter della legge sulle unioni civili”. La senatrice aveva anche ricordato l'esempio dell'elezione in Sala Rossa della democratica Chiara Foglietta, “una ragazza giovane – la definisce – un dottore di ricerca in ingegneria biomedica, una studiosa e un'attivista lgbt che è stata tra le più votate”. Foglietta è stata sostenuta dall'area degli ex civatiani di Daniele Viotti, europarlamentare e attivista lgbt, tra i fondatori dell'associazione Quore. A stretto giro, sempre sul social network, arrivava la risposta del capogruppo Cinque Stelle, Vittorio Bertola, il quale ricordava alla Cirinnà che “il secondo consigliere più votato di tutta la coalizione di Fassino, con oltre 2100 preferenze, è Silvio Magliano, ex Pdl, ciellino, sentinella in piedi e plurimanifestante a favore della ‘famiglia naturale' e lei, senatrice, viene a fare la morale sulla credibilità arcobaleno del presidente dell'Arcigay candidato assessore per il Movimento 5 Stelle?”. Non contento, poi, Bertola cercava di chiarire anche la questione dell'appoggio di Salvini alla candidata sindaca del M5s. “Ha fatto un appello pro Appendino anche Juri Bossuto, ex consigliere regionale di Rifondazione comunista candidato con la lista di Giorgio Airaudo: dunque - polemizza - il M5s è contemporaneamente leghista e comunista?”. Morale della favola: vince la Appendino, la quale come primo atto designa quale assessore alla Pari Opportunità il Presidente dell'ArciGay torinese e, oggi, lancia il Gay Pride 2016 torinese. Pd e 5Stelle non sono che due facce della stessa medaglia. Punto.

Il Gay Pride torinese vedrà un grande dispendio di energie e di soldi. Ci saranno Platinette, che condurrà l'hapening musicale, con ospiti come Levante, Dolcenera, i Perturbazione, Carlo Gabardini, il coro del Teatro Regio che eseguirà due arie della Carmen con la soprano Gabriella Sborgi. L'ormai tradizionale e sfilata per la città è in programma per il 9 luglio da via San Donato a Piazza Castello, insieme a un grande happening musicale in piazza San Carlo. I festeggiamenti inizieranno il due luglio con il party ufficiale di finanziamento, l'allestimento del “Right Village” e una mostra fotografica alla Fondazione Merz con asta a favore di Casa Oz. Nel ricco cartellone è in programma anche la conferenza internazionale sui diritti nell'Europa Balcanica, terre in cui il mondo gay è ancora oggetto di forti discriminazioni.

Tra le caratteristiche di questa manifestazione emerge lo sguardo al futuro sintetizzate dallo slogan: “Il domani ci appartiene” e da un logo con un bimbo sorridente sotto un asciugamano arcobaleno. Per ribadire il senso del futuro e la vicinanza ai bambini, il carro del Coordinamento Torino Pride che aprirà il corteo, su uno dei bus turistici di Torino City-sightseeing, sarà allestito da un gruppo di bambini. “Oggi viviamo un momento importante con l'approvazione della legge sulle unioni civili che è sicuramente un primo passo” - a parlare Alessandro Battaglia coordinatore del Torino Pride - che precisa: “Ma il punto d'arrivo è il matrimonio ugualitario per dare anche un riconoscimento ai bambini delle famiglie omoparentali che oggi non ce l'hanno. E questa deve continuare a essere una battaglia di tutti”. Monica Cerutti, assessore alle Pari Opportunità della Regione Piemonte, ha sottolineato i passi fatti dalla Regione con l'approvazione della legge contro ogni discriminazione: ”Qualcosa si è mosso ma ci sono ancora vuoti e lacune per cui vogliamo continuare ad andare avanti per il riconoscimento di quelli che sono diritti delle persone”. Semplicemente vergognoso. Sfruttare bambini innocenti per battaglie ideologiche.

Capito bene? Vogliono il matrimonio egualitario. Vogliono a tutti i costi che venga legalizzata e legittimata la compravendita di bambini. E tutto questo passa come una cosa normale, assolutamente normale. Da legittimare al più presto. Non hanno pudore a dichiaralo pubblicamente. Stepchild adoption e utero in affitto: questo vogliono. Quello che hanno sempre voluto fin da quando si è iniziato a discutere di una legge sulle unioni civili in Commissione Giustizia al Senato, fin da quando nessuno aveva colto che dietro il burocratese del testo di legge si nascondeva papale papale la legalizzazione del comprarsi un bambino. L'unico a svelare il mistero fu Mario Adinolfi che dalle colonne de “la Croce” quotidiano spiegò per filo e per segno che cosa si voleva approvare in realtà.
Dove sono finiti i cattolici e le persone di buona volontà a Torino? Possibile che tutto questo passi senza nemmeno l'ombra di una reazione, di una opposizione pubblica? Non ci credo che si siano tutti arresi a Torino. Eppure, i componenti del Popolo della Famiglia non battono un colpo. Nemmeno uno. Fin'ora. Non una parola sul profilo fb, non una riga. Meditare meditare sulle scelte fatte. Ma soprattutto meditare sul fatto che Torino non può essere lasciata sguarnita dagli anticorpi della ragione e del buon senso. Oggi più che mai è indispensabile che Torino diventi il simbolo di una riunificazione di donne e uomini, di gruppi formali e informali, di cittadini e famiglie che non ci stanno e si ribellano al pensiero unico gender. Alzati Torino, con umiltà e coraggio trova la strada per riunificare e coordinare tutte le persone (che so esserci e sono tante) che oggi si sentono smarrite e sole: un popolo è tale quando guide sagge e pazienti si prendono sulle spalle l'ònere di guidare verso un orizzonte concreto di passione, coraggio, testardaggine e azione. Guide che non guardano altro che ai volti che hanno davanti. Volti che chiedono di battersi per i propri figli e per il futuro di una città. Che hanno solo bisogno di ritrovare entusiasmo e collegialità".


LaCroce del 01 Luglio 2016
di Davide Vairani

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