giovedì 2 giugno 2016

Come eravamo: Solidarietà e sussidiarietà

Questo testo fa parte di "La politica, per chi, per cosa", supplemento a "il Sabato" n. 22 del 30 maggio 1987, p.62-64 
Dal V capitolo dell'Istruzione «Libertà cristiana e liberazione» della Sacra congregazione per la dottrina della fede

Principi fondamentali
73) Il supremo comandamento dell'amore conduce al pieno riconoscimento della dignità di ciascun uomo, creato ad immagine di Dio. Da questa dignità derivano diritti e doveri naturali. Alla luce dell'immagine di Dio, si manifesta in tutta la sua profondità la libertà, prerogativa essenziale della persona umana: sono le persone i soggetti attivi e responsabili della vita sociale.
Al fondamento, che è la dignità dell'uomo, sono intimamente legati il principio di solidarietà e il principio di sussidiarietà.
In virtù del primo, l'uomo deve contribuire con i suoi simili al bene comune della società, a tutti i livelli. Con ciò, la dottrina della Chiesa si oppone a tutte le forme di individualismo sociale o politico.
In virtù del secondo, né lo Stato, né alcuna società devono mai sostituirsi all'iniziativa ed alla responsabilità delle persone e delle comunità intermedie in quei settori in cui esse possono agire, né distruggere lo spazio necessario alla loro libertà. Con ciò, la dottrina sociale della Chiesa si oppone a tutte le forme di collettivismo.

Criteri di giudizio
74) Questi principi sono di fondamento ai criteri per valutare le situazioni, le strutture ed i sistemi sociali.
Così la Chiesa non esita a denunciare le situazioni di vita, che attentano alla dignità e alla libertà dell'uomo.
Questi criteri consentono, altresì, di giudicare il valore delle strutture. Queste sono l'insieme delle istituzioni e delle prassi che gli uomini trovano già esistenti o creano, sul piano nazionale e internazionale, e che orientano o organizzano la vita economica, sociale e politica. Di per sé necessarie, esse tendono spesso a irrigidirsi e a cristallizzarsi in meccanismi relativamente indipendenti dalla volontà umana, paralizzando in tal modo o stravolgendo lo sviluppo sociale, e generando l'ingiustizia. Esse, tuttavia, dipendono sempre dalla responsabilità dell'uomo, che le può modificare, e non da un presunto determinismo storico.
Le istituzioni e le leggi, quando sono conformi alla legge naturale e ordinate al bene comune, sono la garanzia della libertà delle persone e della sua promozione. Non si possono condannare tutti gli aspetti costrittivi della legge, né la stabilità di uno Stato di diritto, degno di questo nome. Si può, dunque, parlare di strutture segnate dal peccato, ma non si possono condannare le strutture in quanto tali.
Detti criteri di giudizio riguardano anche i sistemi economici, sociali e politici. La dottrina sociale della Chiesa non propone alcun sistema particolare, ma, alla luce dei suoi principi fondamentali, consente di vedere, anzitutto, in quale misura i sistemi esistenti sono conformi o meno alle esigenze della dignità umana.

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