lunedì 7 dicembre 2015

Lettera dal fronte: È ufficiale: il Comune sostiene la teoria gender


Palazzo civico patrocina una rappresentazione in cui spariscono i generi maschile e femminile

Maschi e femmine? Sono uguali. Non c'è differenza perché infondo basta scegliere dato che quando sei bambino puoi decidere se «diventare» uomo o donna. Senza condizionamenti e senza «indottrinamenti» in pratica come al luna park dove puoi scegliere: pesce rosso e pesce nero.

La teoria gender fa breccia a palazzo civico. La Città infatti ha deciso di dare il suo sostegno istituzionale al programma 2015-16 della «Casa del Teatro Ragazzi e Giovani», che propone spettacoli quali «Fa'afafine» storia di un«bambino-bambina» che aspira a diventare «papà-mamma».

Va in scena in replica domani, mercoledì 25 novembre (alle 10), per gli studenti delle scuole secondarie. lo spettacolo teatrale «Fa'afafine». La parola che dà il titolo allo spettacolo, in lingua samoana, definisce coloro che, sin da bambini, non si vogliono identificare in un sesso o nell'altro. 
Lo spettacolo sarà replicato venerdì 27 alle 18, con ingresso libero, ed è uno dei titoli della stagione 2015-16 della «Casa del Teatro Ragazzi e Giovani».

La Città di Torino ha concesso il proprio sostegno istituzionale a questo cartellone di spettacoli teatrali, del quale «Fa'afafine» fa parte.

Lo spettacolo, si legge sul programma ufficialmente sostenuto anche dal Comune, «è il racconto di un giorno speciale in cui un bambino-bambina diventa il papà-mamma dei suoi genitori, insegnando loro a non avere paura».

Il consigliere Silvio Magliano di Ncd è infuriato:«Questo non è il tipo di prodotto culturale al quale vorrei che il Comune desse il proprio sostegno istituzionale. 
Non spetta a Fassino, né ad altri soggetti più o meno culturali, insegnare ai giovani come comprendere le proprie inclinazioni ma è un compito della famiglia, quella in cui i figli fanno i figli e i genitori fanno i genitori.
Un conto -aggiunge- è insegnare ai ragazzi la non discriminazione e a censurare fenomeni di bullismo, un altro è arrogarsi il diritto di educare alla sessualità, questione su cui ci deve essere l'attenzione e il consenso delle famiglie. Grave è non solo il patrocinio, ma anche che a questo spettacolo si portino le scuole secondarie. Le famiglie lo sanno?».



Silvio Magliano


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