lunedì 25 maggio 2020

Obice: Economia per chi ama la libertà/3: Inflazione e velocità della moneta

L’inflazione è un metodo di tassazione

John Maynard Keynes


Quello che attualmente viene chiamato inflazione, ma che in realtà ne è la conseguenza, è, secondo ISTAT,
un processo di aumento continuo e generalizzato del livello dei prezzi dei beni e servizi destinati al consumo delle famiglie. [L’inflazione viene misurata] attraverso la costruzione di un indice dei prezzi al consumo, uno strumento statistico che misura le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi, chiamato paniere, rappresentativo degli effettivi consumi delle famiglie in uno specifico anno.

In realtà l’aumento dei prezzi è solo una conseguenza dell’inflazione e l’inflazione è solo una delle molteplici cause dell’aumento dei prezzi.

Inflazione è un termine usato anche per quanto riguarda l’oro (che attualmente è circa 1.8%)


o per bitcoin (arrivata all’1.8% dopo il recente halving)


e ne rappresenta l’aumento della quantità in un determinato periodo.

Quindi, se vogliamo usare lo stesso criterio adottato per oro e bitcoin anche per l’euro e il dollaro dobbiamo dire che l’inflazione è l’aumento della massa monetaria esistente, questo aumento probabilmente genererà un aumento dei prezzi dovuto alla diminuzione progressiva del potere di acquisto (cioè del valore) della moneta.

Detto questo chiamiamo “inflazione monetaria” l’aumento di massa monetaria e “inflazione dei prezzi” l’aumento dei questi ultimi.

L’inflazione monetaria è generata dalle banche (centrali e non) che creano nuova liquidità ed è possibile tenerne traccia osservando gli aggregati monetari.


L’inflazione dei prezzi, invece, è molto più difficile da calcolare e da attribuire a cause determinate; si può però dire che principalmente dipende dall’inflazione monetaria, dalla velocità di circolazione della moneta e dalla fiducia riposta in quella determinata valuta presa in considerazione.


Velocità di circolazione della moneta


Quello che vuole rappresentare è il numero di volte che ogni unità cambia proprietario in un dato periodo di tempo e si misura dividendo il PIL per uno degli aggregati (solitamente M2, a volte M1).

Poniamo, ad esempio, che vado a pranzare al ristorante e spendo 1€, dopo il ristoratore prende un taxi e spende l’euro che gli ho dato e infine il tassista farà gasolio usando quell’euro. In questa giornata poco realistica in cui esiste 1€ con velocità = 3 (per le tre transazioni coinvolte) si sono creati 3€ di beni e servizi.

Quindi con 1€ fisicamente esistente si è creato un PIL di 3€, se si divide il PIL per la quantità di moneta si ottiene 3 come valore di velocità e quindi la formula funziona.

Poniamo ora che la velocità raddoppi (vado al ristorante sia a pranzo che a cena) il PIL sarà 1 x 6 = 6€.

Ipotizziamo invece che raddoppi la quantità di moneta in circolazione (il pranzo ora costa 2€), il PIL sarà 2 x 3 = 6€.

Nel primo caso ho un’economia sana, nel secondo ho un PIL alto.

La prosperità di un Paese non si misura con la quantità di moneta ma con il numero di beni e servizi presenti.

Fiducia che la banconota sia riserva di valore


In tempi di incertezza si tende maggiormente al risparmio, questo porta ad un mancato trasferimento di liquidità nel mondo “reale” quindi anche se il governo immette fiumi di liquidità questa non arriverà a comprare i beni di consumo e non causerà un aumento dei prezzi in quanto non creerà un aumento di domanda.

Nell’esempio di prima possiamo immaginare che riceva 1€ sul mio conto come “incentivo vacanze” che terrò sotto al materasso presentando sempre il solito euro al ristoratore. A questo punto 3/2 = 1.5 che è minore 3, quindi la velocità è dimezzata e l’incentivo non ha prodotto effetti degni di nota.

Nel momento in cui, invece, l'incertezza svanisce la tendenza al risparmio cala e la liquidità si presenta nel mercato. L’incontro tra domanda e offerta fa il resto adattando i prezzi alla nuova richiesta.

Questo è l’effetto dell’inflazione anche se spesso viene scambiato per l’inflazione stessa.



Un fatto che storicamente è già accaduto e potrebbe riaccadere è non solo l’aggiustarsi dei prezzi alla nuova quantità di moneta ma la perdita di fiducia da parte delle persone nel potere di acquisto futuro delle banconote, questo genera una urgenza di spendere i soldi che si hanno. Se oggi posso comprare una mela con 1€ e non sono sicuro di poterlo fare domani perché temo che possa costarne 2 allora farò di tutto per liberarmi della mia valuta per ottenere qualcosa che mi permetta di acquistare cibo anche la prossima settimana.

A questo punto le banconote sono patate bollenti che nessuno vuole tenere in mano, poco importa quante banconote vengono stampate la velocità è altissima e i prezzi la seguono.


Link utili:

Keynes on Inflation - Richmond Fed

Il truffone - Capire la finzione sull’inflazione dei prezzi

ISTAT - Prezzi al consumo provvisorio aprile 2020

Velocity & The Money Illusion - Hidden Secrets Of Money Episode 7 - Mike Maloney

ilMolis - canale telegram

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