sabato 24 febbraio 2018

Obice: La Libertà non concessa al bus della libertà

Un caso vero e proprio di "censura da regime" la decisione di bloccare, nel pomeriggio di venerdì 23 febbraio, il bus della libertà promosso dalla piattaforma CitizenGo e da Generazione Famiglia-La Manif Italia per contrastare la diffusione dell’ideologia gender nelle scuole; azione perpetrata dall'assessore alle pari opportunità e politiche giovanili del comune di Torino.

A poche ore dalla tappa a Torino, prevista per il giorno 24/02 alle 11 presso Rondò Rivella, Marco Giusta ha richiesto agli uffici comunali di revocare la concessione del suolo pubblico precedentemente concessa ai e pure pagata dai responsabili di entrambe le realtà associative.

L'assessore pentastellato ha giustificato la sua scelta tacciando il bus della libertà di fascismo, razzismo, omofobia, sessismo. Parole esagerare, anzi illazioni, che non hanno niente a che fare con la realtà ma che confermano l'intolleranza a cui ci hanno abituato i due volti del partito radicale di massa M5S/PD e la Lobby LGBT ad essi legata, dalla quale arriva proprio Marco Giusta, essendo stato presidente di Arcigay Torino.

Ma i promotori Filippo Savarese, Jacopo Coghe e Maria Rachele Ruiu hanno opposto una sana dissidenza civile, facendo circolare lo stesso il bus con le scritte "non confondete l’identità sessuale dei bambini; i bambini sono maschi, le bambine sono femmine, la natura non si sceglie. Stop gender nelle scuole" e confermando il programma e l'appuntamento delle 11.

"Il bus della libertà rivendica - ha affermato Savarese - esattamente lo scopo dichiarato: sensibilizzare i cittadini sui danni che l'ideologia Gender diffusa nelle scuole arreca alla sana crescita dei bambini, rivendicando il diritto dei genitori di educare liberamente i loro figli. Definire "omofobo" il diritto alla priorità educativa della famiglia - sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani - è assurdo e liberticida, e dimostra come, dietro l'apparente impegno contro la discriminazione, si annidi in realtà l'intenzione di ridurre al silenzio le voci dissonanti con quella della Lobby LGBT, di cui si nega l'esistenza ma di cui si prova ogni giorno l'ostilità da parte dei suoi esponenti.”

Non è mancato il supporto da parte di esponenti di partiti e della società civile, di testate giornalistiche e siti locali, come il giornale della Diocesi di Torino. Coinvolti principalmente dal locale Comitato Difendiamo i Nostri Figli. Ad esempio, non si è fatta attendere la reazione del senatore Lucio Malan, di Forza Italia, il quale ha parlato di «Un atto molto grave, che indica il concetto di libertà che hanno i seguaci dei guru Casaleggio e Grillo. Credo ci sia materia per chiedere una valutazione della magistratura. L’interesse privato, sia pure ideologico, non può entrare nel governo di una città e non può violare i diritti costituzionali dei cittadini».

Dunque, anche a Torino, come già avevano dimostrato le veglie delle Sentinelle in Piedi, vi sono i fautori (Giusta, Appendino, Viale) del pensiero unico, il cui scopo è di ridurre al silenzio coloro (tra cui quelli citati sopra) che animati da buon senso comune - cattolici e non - operano coraggiosamente per costituire un popolo e innescare processi, quali l'amicizia, in grado di contrastare le menzogne e le pretese liberticide di quel pensiero/potere nemico dell'uomo; di custodire e proporre il "ritorno al reale", i cui pilastri sono il Buono il Bello la Verità. Sulla scia di autorevoli personalità quali Gustave Thibon.

1 commento:

  1. Pubblicita' eletorale gratuita di un disastro annunciato. Vorrei che qualcuno della formazione di destra, soprattutto in casa leghista, si prenda l'impegno davanti all'elettore d ridefinire la normativa riguardo al gender in maniera chiara e univoca. Non pervenuto cari Salvini e Malan, solo vaghe allusioni. Mi sapreste spiegare cosa significa omofofobo? Dobbiamo attendere che lo spieghi qualche giudice...

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