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sabato 30 dicembre 2017
mercoledì 27 dicembre 2017
martedì 26 dicembre 2017
Lettera dal fronte: Dacci oggi la nostra eresia quotidiana/05: Ci sono cose molto più importanti rispetto alle feste. Ovvero: si è uomini solo in Cristo
Natale
è alle porte sebbene quest’anno, e probabilmente per la prima
volta, non sembra che stia per giungere quella che, universalmente, è
conosciuta come la
Festa e
non una
festa:
gli addobbi sono diminuiti fortemente; i programmi televisivi
stentano a parlare della questione (se non da un mero punto di vista
economico e consumistico); di presepi neanche a parlarne. Resiste
ancora Babbo Natale anche se in molti centri commerciali ormai si
utilizzano più immagini di elfi che del Grassone
Rosso:
è innegabile che anche il
Natale
potrebbe morire ed una semplice passeggiata nella Stazione Termini di
Roma può aiutare a comprendere quanto appena descritto.
Attenzione, però: è giusto che questo Natale muoia giacché non è il Natale ma solo una sua brutta copia (che, in quanto tale, viene dal maligno in quanto mera Scimia Dei). Ma si potrebbe dire che anche da un punto di vista religioso – mi si permetta la contrapposizione ma solo per esigenze di tipo logiche e comparatistiche – le cose non vanno meglio: l’altro giorno un’autorità (si dice il peccato e non il peccatore) ha utilizzato la cerimonia di scambio degli auguri per potersi dedicare ad una filippica contro i suoi detrattori; le persone che si confessano (e che, pertanto, vorrebbero trovarsi purificati dinanzi alla mangiatoria del Puro) sono sempre di meno; le Messe faticano ad attirare fedeli comuni e natalini; ormai anche nelle Chiese e nei gruppi di catechismo i presepi sono diventati merce rara. Se dunque Atene piange, Sparta non ride: attenzione, però, anche in questo caso abbiamo perso la bussola in quanto non si può pretendere che ci si comporti come se quel Bambino fosse Dio quando invece non è più riconosciuto come tale (o, addirittura, viene negato come se fossimo ai tempi di Ario).
È giusto pertanto che anche il cosiddetto Natale religioso muoia perché non è possibile che esista un Natale laico ed un Natale per i cristiani: Natale infatti o è cristiano, o non è. O si fa il presepe o non lo si fa. O si crede che Gesù è Dio o non lo si crede. O ci si confessa per poter essere il più possibile vicino alla Santa Famiglia nella grotta di Betlemme o stiamo semplicemente facendo una seduta di psicanalisi. O la Vergine è tale, o non lo è. O l’Infinito ha squarciato i cieli facendo piovere dall’alto il Giusto oppure, come ha fatto Comunione e Liberazione quest’anno con il suo pessimo Volantone, è nato un bambino come tanti altri. O il misterioso scambio di doni che si celebra per otto giorni nella Liturgia è tale (ed io, sacramentalmente, lo posso rivivere, toccare, adorare, mangiare finanche!) o si va semplicemente ad un banchetto ammantato da benedizioni e formule rituali che permettono di sentirmi parte di una più o meno grande famiglia dei Figli di Dio.
In breve: o il Natale è un mistero che fa tremare i polsi e che ci ricorda la redenzione del genere umano operata da Dio fin dal primissimo istante della concezione verginale di Suo Figlio, che ha assunto tutta la natura umana ed ha realizzato il progetto del Padre con la propria Incarnazione, Passione, Morte, Resurrezione e Ascensione al Cielo, o è una festa. Magari la più famosa, magari la più bella, magari la più lieta, ma rimarrebbe sempre e solo una festa. Non la Festa che, per essere tale invece, guarda immediatamente alla Croce perché una volta che il Figlio è stato innalzato da Terra, ha attirato tutti a sé.
Si è uomini pertanto solo in Cristo, ed in Cristo Crocifisso perché, se Egli ha preso la Croce, chi sono io per non voler (o, addirittura, meritare) di soffrire? Ma, ovviamente, se Cristo è morto in Croce è logico che ha dovuto nascere: ecco perché da sempre la Chiesa tutta celebra con una solennità eccelsa ed in svariate forme, dalla Liturgia alla Pietà Popolare, il Natale.
Vuoi essere uomo? Vai alla capanna: li troverai il nuovo Adamo, ossia il vero Uomo cui sei chiamato a corrispondere quemadmodum poiché Egli è buono e, pur non negandoti la grazia ed il Suo Spirito, comprende che sei stato ferito dal peccato che, però, ha sconfitto una volta per tutte. La salvezza e la santità sono per tutti poiché dipendono dalla grazia e non solo da noi, con buona pace dei donatisti e dei pelagiani dei nostri giorni.
Se Natale è solo una festa, tenetevela. Io mi tengo il Bambinello nella culla con Maria che gli canta una ninna nanna mentre i cieli sono in estatica contemplazione.
Natale o è cristiano, o non lo è. E vale anche per i non cristiani, se ne facciano una ragione.
Auguri di un Santo Natale a tutti voi ricordandovi di pregare l’uno per l’altro per poter oltrepassare senza (troppi) perigli questa valle di lacrime redenta, impreziosita ed abbellita dal Sangue Prezioso di Cristo.
Attenzione, però: è giusto che questo Natale muoia giacché non è il Natale ma solo una sua brutta copia (che, in quanto tale, viene dal maligno in quanto mera Scimia Dei). Ma si potrebbe dire che anche da un punto di vista religioso – mi si permetta la contrapposizione ma solo per esigenze di tipo logiche e comparatistiche – le cose non vanno meglio: l’altro giorno un’autorità (si dice il peccato e non il peccatore) ha utilizzato la cerimonia di scambio degli auguri per potersi dedicare ad una filippica contro i suoi detrattori; le persone che si confessano (e che, pertanto, vorrebbero trovarsi purificati dinanzi alla mangiatoria del Puro) sono sempre di meno; le Messe faticano ad attirare fedeli comuni e natalini; ormai anche nelle Chiese e nei gruppi di catechismo i presepi sono diventati merce rara. Se dunque Atene piange, Sparta non ride: attenzione, però, anche in questo caso abbiamo perso la bussola in quanto non si può pretendere che ci si comporti come se quel Bambino fosse Dio quando invece non è più riconosciuto come tale (o, addirittura, viene negato come se fossimo ai tempi di Ario).
È giusto pertanto che anche il cosiddetto Natale religioso muoia perché non è possibile che esista un Natale laico ed un Natale per i cristiani: Natale infatti o è cristiano, o non è. O si fa il presepe o non lo si fa. O si crede che Gesù è Dio o non lo si crede. O ci si confessa per poter essere il più possibile vicino alla Santa Famiglia nella grotta di Betlemme o stiamo semplicemente facendo una seduta di psicanalisi. O la Vergine è tale, o non lo è. O l’Infinito ha squarciato i cieli facendo piovere dall’alto il Giusto oppure, come ha fatto Comunione e Liberazione quest’anno con il suo pessimo Volantone, è nato un bambino come tanti altri. O il misterioso scambio di doni che si celebra per otto giorni nella Liturgia è tale (ed io, sacramentalmente, lo posso rivivere, toccare, adorare, mangiare finanche!) o si va semplicemente ad un banchetto ammantato da benedizioni e formule rituali che permettono di sentirmi parte di una più o meno grande famiglia dei Figli di Dio.
In breve: o il Natale è un mistero che fa tremare i polsi e che ci ricorda la redenzione del genere umano operata da Dio fin dal primissimo istante della concezione verginale di Suo Figlio, che ha assunto tutta la natura umana ed ha realizzato il progetto del Padre con la propria Incarnazione, Passione, Morte, Resurrezione e Ascensione al Cielo, o è una festa. Magari la più famosa, magari la più bella, magari la più lieta, ma rimarrebbe sempre e solo una festa. Non la Festa che, per essere tale invece, guarda immediatamente alla Croce perché una volta che il Figlio è stato innalzato da Terra, ha attirato tutti a sé.
Si è uomini pertanto solo in Cristo, ed in Cristo Crocifisso perché, se Egli ha preso la Croce, chi sono io per non voler (o, addirittura, meritare) di soffrire? Ma, ovviamente, se Cristo è morto in Croce è logico che ha dovuto nascere: ecco perché da sempre la Chiesa tutta celebra con una solennità eccelsa ed in svariate forme, dalla Liturgia alla Pietà Popolare, il Natale.
Vuoi essere uomo? Vai alla capanna: li troverai il nuovo Adamo, ossia il vero Uomo cui sei chiamato a corrispondere quemadmodum poiché Egli è buono e, pur non negandoti la grazia ed il Suo Spirito, comprende che sei stato ferito dal peccato che, però, ha sconfitto una volta per tutte. La salvezza e la santità sono per tutti poiché dipendono dalla grazia e non solo da noi, con buona pace dei donatisti e dei pelagiani dei nostri giorni.
Se Natale è solo una festa, tenetevela. Io mi tengo il Bambinello nella culla con Maria che gli canta una ninna nanna mentre i cieli sono in estatica contemplazione.
Natale o è cristiano, o non lo è. E vale anche per i non cristiani, se ne facciano una ragione.
Auguri di un Santo Natale a tutti voi ricordandovi di pregare l’uno per l’altro per poter oltrepassare senza (troppi) perigli questa valle di lacrime redenta, impreziosita ed abbellita dal Sangue Prezioso di Cristo.
Il
Cardinale del Sacco
lunedì 25 dicembre 2017
Lettera dal fronte: Lettera a Gesù bambino
La Natività, Giuseppe Vermiglio, 1622 |
La vostra nascita è avvenuta Signore Gesù, per questo ho necessità di scrivervi una lettera. E' il gesto di un peccatore, certo, ma di un peccatore che vuole amare e affidarsi a voi sempre più. Spero che la presente lo dimostri.
Sebbene il mondo abbia lavorato alacremente anche quest'anno, come allora a Betlemme, per non farvi trovare un luogo degno della vostra regalità, io sono tra quei “pochi” che ancora non scambiano il Natale per un lungo black-friday o la “venuta” del nuovo ninnolo Apple, e hanno il coraggio di fare il presepe con fierezza, sulla scia di quella mistica e straordinaria tradizione nata a Greccio nel 1223, grazie a San Francesco d'Assisi.
Sono tra quei “felici pochi” (almeno spero: “Poiche molti son chiamati, ma pochi eletti”, Mt 22,11-14) perché credono fermamente nella vostra incarnazione e nascita. E' per voi che si festeggia il Natale, dal momento che tu sei l'Emmanuele-il 'Dio con noi', come profetizza Isaia. Con queste parole posso compiere la mia professione di fede e affidarvi tutto me stesso, quanto ho e avrò, perfino le mie preoccupazioni. Solo voi potete risolvere tutti i problemi e curare le ferite nel mio cuore e in quello di ogni altro uomo, causate dal peccato originale; riportare sulla retta via coloro che si sono persi. E non penso soltanto a chi crede di poter vivere senza di voi giacché “ha il mondo”, bensì pure ai cattolici. Una buona parte di loro, sacerdoti e vescovi compresi, sta intiepidendosi, sembra troppo inane per dare ragione della Speranza che è in loro. Sapremo ancora rispondere alla domanda che facevi ai santi apostoli “Il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18,8).
Come sapete, mi angustiano in modo particolare fatti come quello accaduto il 14 dicembre al senato, ove è stata approvata la legge sul cosiddetto biotestamento o dat-dichiarazione/i anticipata/e di trattamento; l'udire che tutte le religioni sono uguali, che islamismo ebraismo e il fatto cristiano hanno lo stesso Dio; il vedere molti cattolici impegnati in prima linea per una legge inutile come lo ius soli, dal momento che in Italia non vi è un'emergenza integrazione (l'Istat conferma), ma non per difendere la vita dalle dat; l'osservare gli stessi non intenzionati a pregare per la conversione di Emma Bonino ma pronti a osannarla, quale modello da imitare, nonostante abbia contribuito all'uccisione di 6.000.000 di italiani, tramite la diffusione dell'aborto; il notare che con esso, la pratica dell'utero in affitto e il divorzio si ritorna al tempo della barbarie, prima della vostra nascita.
Proprio perché potete tutto, voglio chiedervi di aiutare noi uomini a riconoscervi l'unica "Via Verità Vita", a dirvi sì ogni giorno, per non abbandonare la Chiesa, dal momento che solo nel cuore della vostra sposa è possibile incontrarvi, e cioè nel Santissimo Sacramento. Ecco perché Ella non abbandonerà mai gli uomini al male, poiché da esso li salverà; non a caso si dice extra ecclesia nulla salus. Solo con voi e in voi, Signore Gesù, si è veramente umani, e si trovano tutte le risposte alle domande del nostro cuore, sul senso della vita ed etc.
Aiutateci a capire che il dirvi sì e il non abbandonare la Chiesa sono legati alla lotta contro la tiepidezza e al coraggio nel chiamare le cose col proprio nome, come nel caso della legge sulle dat, la quale è eutanasica: esse porteranno a considerare la vita un bene disponibile nella sostanza e nella forma, il cibo e l'acqua come cure mediche sospendibili se assunti in modo non autonomo, abbandona minori e incapaci all'altrui volontà di vita e di morte. Il diritto a vivere dipenderà dall'età o dalle condizioni fisiche o psichiche, o dalla decisione di un giudice demiurgo, come è successo nel caso del piccolo Charlie Gard o rischia di accadere, sempre in UK, al piccolo Alfie. Compromette gravemente la relazione fra medico e paziente, perché non conterà più il bene del paziente bensì il consenso informato.
Il medico non potrà contare sull'obiezione di coscienza, pure se cattolico. A questo punto, devo dirvi subito grazie per averci dato don Carmine Arice, il superiore dei cottolenghini e l'avvocato Mauro Ronco, i quali hanno subito denunciato il vulnus in questione.
Questa è eugenetica, ed è uno dei tanti epifenomeni che piegano di cosa è fatta la società gassosa che va costituendosi giorno dopo giorno, grazie ad una prassi violenta di nome postumanesimo, che usa la scienza come arma di distruzione e un pernicioso pensiero radicale relativista (Del Noce docet) come arma di distrazione di massa. Ormai pervadono partiti, istituti, mass media, scuole, università, piazze. Satana ha trovato tra gli uomini altri Erode, i quali fan parte di una classe dirigente che vi ha ingiustamente dichiarato guerra con questi mezzi, per non dover rendere conto a voi ma ai propri capricci, dunque al nulla. Si delineano così due fronti, da una parte la cultura della morte, dall'altra della vita (per usare formule care a San Giovanni Paolo II). Permetteteci di capirlo, affinché possiamo costruire la civiltà della Verità e dell'amore, qual è la Magna Europa fatta dai monaci benedettini e dai re santi, che mette radici nella tua parola. Spero potremo tornare a dire, sulla scia dello storico Federico Chabod, che «Il Verbo cristiano è il maggior fatto, senza dubbio, della Storia universale» (Storia dell'idea d'Europa).
Non fateci abbassare la guardia; non sempre un regime totalitario si presenta violento, soprattutto nelle democrazie liberali. Da dopo la seconda guerra mondiale, e dagli anni '60 in poi, esse hanno approvato leggi e diffuso costumi non diversi da quelli imposti dal comunismo e dal nazismo, per sovvertire le basi antropologiche dell'ordinamento: la già citata soppressione del più debole con aborto ed eutanasia, di frantumazione della famiglia e dell'uomo, con il divorzio, la droga libera, l'utero in affitto, il gender. E se si pensa che la legge sulle dat è stata approvata come il ddl Cirinnà, senza una vera e propria discussione su emendamenti e articoli, quanto detto poc'anzi trova un'ulteriore conferma.
Signore, insisto - d'altronde ci avete detto di bussare senza tregua – aiutateci ancora nel capire che l'unica buona battaglia è quella per voi e che va fatta non da soli, ma con una compagnia di amici (come i 12 che sceglieste); perciò, mettete al nostro fianco buoni compagni di viaggio e maestri della stessa levatura di padre Aldo Trento e del suo amico Jose Ocampos, i quali ci ricordano che solo la tua Via rende la vita umana più degna; del cardinal Carlo Caffarra, che ci ricordava che l'incontro con te «pesca nella profondità dell'essere umano: Cristo è la risposta vera e totale al proprio desiderio illimitato di beatitudine: mio Signore e mio tutto, pregava San Francesco»; di quel gigante di G. K. Chesterton, che vi ha dedicato opere straordinarie. Per esempio, ne La Ballata del cavallo bianco mette in metrica la guerra dichiarata dalla modernità al cristianesimo: da una parte l'uomo moderno tracotante, impersonificato dal re danese Guthrum, e dall'altra il re cristiano Alfred del Wessex. Il primo dice «Io, dunque, sono un re potente, e devasto il mondo, ma invano perché l'uomo non ha altro potere che giocare a questo gioco con la morte; può dimenticarsene per un'ora, per poi ricordarsene di nuovo», mentre Alfred il cristiano risponde: «Sebbene io giaccia inerte a terra e abbia per bastoni i sette peccati capitali, preferisco precipitare con Adamo che innalzarmi con tutti i tuoi dèi. Sebbene voi diate la caccia ai cristiani come lepri sulla collina, la lepre ha molta più voglia di correre di quanta ne abbiate voi di inseguirla. I nostri monaci vanno col saio sotto la pioggia e la neve, ma dentro il cuore brucia il fuoco, mentre voi andate agghindati alle feste e tra le fiamme, ma dentro è il ghiaccio ovunque». Di questo ghiaccio Chesterton – vostro novello giullare alla San Franceso – conosceva l'origine: la tristezza che rode il diavolo e l'uomo moderno alla Faust con cui ha stretto un patto; i quali hanno abbandonato voi, Santissima Trinità unico Dio, la fonte di tutte le gioie e beatitudini,
Signore, ora concludo la lettera e mi appropinquo per contemplare voi nel giaciglio preparatovi da San Giuseppe e dalla vostra santissima madre, Maria. Vi porto in dono me stesso e il «fermo proposito» di San Pio X, che faccio moi: “Solo quando avremo formato Gesù Cristo in noi, potremo più facilmente ridonarlo alle famiglie, alla società. E' però quanti sono chiamati a dirigere o si dedicano a promuovere il movimento cattolico, devono essere cattolici a tutta prova, convinti della loro fede, sodamente istruiti nelle cose della religione, sinceramente ossequienti alla Chiesa ed in particolare a questa suprema Cattedra Apostolica ed al Vicario di Gesù Cristo in terra; di pietà vera, di maschie virtù, di puri costumi e di vita così intemerata, che tornino a tutti di esempio efficace”.
domenica 24 dicembre 2017
Obice: Economia per chi ama la libertà/2: Mercato, speculazione e investimento
Continuo la mia piccola serie di articoli per creare una base comune con chi vuole approfondire il mondo economico e le sue implicazioni. Nello scorso post ho parlato di come storicamente si è inventato il baratto e, successivamente, la moneta; una cosa molto importante è il concetto di contratto come scambio pacifico tra le parti e la sua conseguenza che viene definita “prezzo di equilibrio”.Se il governo fosse l'unico produttore di scarpe molte persone non sarebbero in grado di immaginare come il mercato potrebbe produrle.
Come potrebbe il mercato offrire tutte le taglie? Non sarebbe uno spreco produrre stili diversi per ogni gusto? E cosa succederebbe ai produttori di scarpe di scarsa qualità? Le scarpe sono troppo importanti per lasciarle alle vicissitudini dell'anarchia di mercato
Murray Rothbard
Il prezzo di equilibrio
Cerchiamo di immaginare che non solo io e chi vende il prodotto che voglio comprare siamo disponibili ad effettuare un contratto, affacciandoci sul mondo possiamo prevedere che molte persone vogliano comprare il mio stesso prodotto e che molte persone siano capaci di produrre il bene che a me interessa.
Ovviamente in base alla necessità e alla disponibilità economica ogni aspirante compratore sarà disponibile ad accettare un prezzo diverso, così come chi ha prodotto il bene sarà disponibile ad accettare una determinata quantità di moneta in cambio del bene o servizio che ha prodotto.
Se si mettono in ordine i vari prezzi che gli acquirenti sono disposti a pagare (domanda) e i prezzi che i venditori sono disponibili ad accettare (offerta) e cerchiamo il punto in cui questi sono uguali otteniamo un valore che viene chiamato prezzo di equilibrio.
Questo non è altro che la quantità di moneta che mi aspetto di ottenere se produco un determinato bene, chiaramente se ne produco troppo e nessuno ne ha bisogno dovrò abbassare il prezzo che richiedo per riuscirlo a vendere o se ne produco troppo poco e si crea una scarsità il bene diventa più raro ed avrà un aumento di valore.
In un mercato libero il prezzo viene corretto dai produttori e dagli acquirenti stessi in quanto se si è in una situazione di eccesso di offerta (surplus) con il tempo il produttore ne creerà meno, mentre se vi è un eccesso di domanda (shortage) vi saranno nuovi imprenditori che inizieranno a produrre quel bene, per il semplice fatto che è conveniente farlo.
In altre parole il valore non è dato dal lavoro, inteso come fatica o tempo impiegato per produrre un bene, ma dalla valutazione di noi persone (noi mercato) che verifichiamo se quel bene o servizio risponde ad un nostro bisogno, un’esigenza o un desiderio e per questo decidiamo di usufruirne acquistandolo.
Il risparmio nel tempo
Dopo aver stabilito che ogni soggetto ha dei bisogni che desidera soddisfare ed è disposto a pagare un prezzo ragionevole per ottenere questo risultato è naturale chiedersi cosa fare della ricchezza che si ottiene dal proprio lavoro e non si consuma per soddisfare i propri bisogni.
Questa ricchezza inutilizzata prende il nome di risparmio.
Il risparmio ha alcuni problemi ed alcune potenzialità legate al tempo che passa.
Il problema principale, strettamente legato al periodo storico in cui viviamo, è quello del potere d’acquisto. Immaginiamo di essere dei cittadini giapponesi e che nel lontano 2000 abbiamo messo sotto il materasso metà del nostro stipendio annuale pensando, ingenuamente, che da li a poco avremo bisogno di cambiare auto. Chi ha letto l’articolo dedicato al baratto alla moneta e alle banconote sa che negli ultimi 15 anni la base monetaria del Giappone è stata decuplicata, quindi il potere d’acquisto del mio risparmio è sostanzialmente diminuito di dieci volte, diventando poco più di metà dell’equivalente di uno stipendio mensile. Insomma, abbiamo tenuto quindici anni una macchina e ora dobbiamo andare in bici…
Caro lettore non cadere nell’errore di pensare che sia solo un problema del Giappone, anche noi italiani nel nostro piccolo abbiamo cantato per anni “se potessi avere mille lire al mese” ed ad un certo punto ci siamo accorti che “si va beh ci si diverte tutto costa da impazzire pensa ieri tre gelati cadauno mille lire ho venduto l'ombrellone il canotto l'è sciupà porta dietro qualche lira due o trecentomila forse basteran”
Diventa ora più chiaro che il problema del risparmio è quello di mantenere nel tempo il potere d’acquisto (o il potere di soddisfare un bisogno simile a quello che posso soddisfare ora).
La speculazione e l'investimento
Due strumenti importanti sono la speculazione e l'investimento, troppo spesso il termine “speculazione” viene usato per indicare un’azione ritenuta cattiva o maligna mentre al termine “investimento” si associa un sentimento buono.
Ovviamente la differenza tra le due non è questa.
Con speculazione si intende l’acquisto di un bene o materiale, che non produce ricchezza in se, fatto in previsione della sua rivendita ad un prezzo superiore. Per esempio se io durante l’estate compro della legna, in previsione che con l’arrivo dell’inverno molti ne avranno bisogno per scaldarsi mentre ora è un bene che non è ricercato, non sto facendo un investimento ma una speculazione (e non è una cosa cattiva).
Con investimento si intende, invece, l’acquisto di un bene che genera uno profitto sotto forma di reddito (ossia dividendi, interessi o rendite di varia natura) o di plusvalenze (ossia la vendita di attività finanziarie a seguito di un apprezzamento di valore). Ad esempio si può pensare ad un terreno o ad una casa che si mette in affitto, notare che se la casa non la si mette in affitto ma la si acquista con il solo scopo di rivenderla dopo un certo tempo ad un prezzo superiore si sta facendo comunque un’azione speculativa anche se si utilizza un bene che di per se può generare una rendita.
Dopo aver spezzato una lancia a favore della speculazione definisco ancora il concetto di costo opportunità.
Il costo opportunità
Con costo opportunità si intende il costo originato da una opportunità non sfruttata o sfruttata male. Quantitativamente è la differenza tra il valore che ho ottenuto compiendo (o non compiendo affatto) un'azione di speculazione o di investimento, e il valore della migliore opportunità che ho tralasciato.
Tornando all’esempio dell’acquisto della legna fatto nel periodo estivo, sicuramente un’azione speculativa su questo materiale può portare ad un guadagno; pensiamo ad una possibile alternativa, come lo stesso tipo di operazione ma con il gasolio, questa può generare un guadagno superiore o inferiore e sarà compito dello speculatore capire qual è la cosa giusta da fare. Nel caso, arrivato l’inverno, la richiesta di gasolio fosse superiore a quella di legna, e di conseguenza l’aumento di prezzo, la differenza tra quanto ha guadagnato con la legna e quanto avrebbe guadagnato con la scelta del gasolio è detta costo opportunità.
Il costo opportunità è presente in ogni azione che compiamo, anche in quelle non prettamente economiche, come l’utilizzo del tempo libero o la scelta di quale strada fare per tornare a casa dal lavoro. In alcuni casi possiamo usare la nostra abilità, intelligenza o fortuna per fare in modo che il costo opportunità sia il più basso possibile, in altri casi siamo semplicemente costretti a pagare interamente questo costo, come nel caso del TFR.
Lettera dal fronte: Racconto di Natale (parte seconda)
Il commissario parve molto compiaciuto di quelle domande e subito disse: Ohhhh così mi piace. Questo volevo sentire da te!
Sai... la cosa interessante di questa storia è che... sono stati proprio i bambini a condurci a voi!
L’uomo e la donna all’unisono alzarono lo sguardo verso la fonte di quella rivelazione e la donna si lasciò sfuggire alcune parole: Ma come... come è possibile?
Il commissario pareva divertirsi un mondo e proseguì: Vedete non è stato difficile. I bambini parlano per voi. Li abbiamo osservati, abbiamo interrogato le maestre, abbiamo studiato i loro discorsi, le loro azioni. Non sono bambini come gli altri. Sono piuttosto... resistenti, le loro maestre non si capacitano di come certi concetti non riescano a farglieli assimilare. In qualche modo si distinguono e spesso dimostrano di avere un influsso negativo anche sui compagni. Ma alla fine si sono traditi! Era solo questione di tempo.
Tirò fuori dalla tasca interna dell’impermeabile alcuni disegni e divertito li mostrò ai suoi interlocutori.
Vedete? Dei banali disegni! Dei semplici disegni mi hanno portato da voi! Pensate che i due più grandi non ne volevano sapere di disegnare altro. Quando le maestre chiedevano di rappresentare i vari tipi di famiglie loro ostinatamente disegnavano sempre e solo voi con loro!
E così dicendo mostrò loro i fogli di carta su cui l’uomo riconobbe il suo ritratto e quello della moglie con accanto la scritta papà e mamma.
Ma il commissario non aveva finito. Mostrò ancora un altro disegno e commentò compiaciuto: Ma il più piccolo ha fatto ancora meglio. Su richiesta delle maestre di disegnare cosa era per loro il natale ecco cosa ha fatto lui.
Mostrò un disegno pieno di colori in cui si riconosceva chiaramente la grotta della natività con la sacra famiglia e gli altri personaggi.
L’uomo esclamò disperato: Dove sono i nostri figli? Che volete da loro? Dove sono? Ditecelo!
Un agente fece per sferrare un altro pugno, ma il commissario con un gesto lo fermò.
La donna scoppiò nuovamente a piangere e il commissario la degnò solamente di uno sguardo. Si diresse al camino e vi gettò i fogli.
Si avvicinò poi al presepe, prese la statua del bambinello, la rigirò più volte tra le mani e disse nuovamente: Sapete... non ne vedevo più uno da molti anni. Pensavo li avessimo trovati tutti... invece non era così... questo mi insegna che non bisogna mai abbassare la guardia perché il rischio è troppo alto e dobbiamo vigilare, certe cose restano sempre pericolose.
Quindi con un calcio rovesciò il tavolino e con gli anfibi calpestò le statuine mandandole in frantumi.
Aveva ancora il bambino Gesù tra le mani quando si girò verso l’uomo e puntò la statuina verso di lui.
I vostri figli? Osate ancora chiamarli così? No, i figli hanno un solo proprietario ed è lo Stato. Sarà lui a provvedere a loro da ora in poi. Saranno educati a tutti quei valori e diritti che voi avete negato loro per le vostre stupide superstizioni e per le vostre antiquate tradizioni e convinzioni. Sarà loro trovata una famiglia adeguata, aperta e moderna in cui possano crescere serenamente. Quanto a voi sapete bene cosa vi succederà: i nostri centri per la rieducazione si occuperanno di voi. Lo hanno già fatto con molti altri dei vostri in passato e hanno sempre risolto i problemi... in un modo o... nell’altro!
Dopo queste parole scagliò a terra la statuina che si ruppe in vari pezzi. Poi dirigendosi verso l’uscita disse agli agenti: Portateli via, qui abbiamo finito.
La donna iniziò a urlare disperata mentre la sollevavano e la portavano via.
I miei bambini noooo! Ridatemi i miei figli! Vi prego! Non potete farmi questo! Vi scongiuro!
L’uomo si sentì pervadere da una grande rabbia e si alzò di scatto cogliendo di sorpresa gli agenti che lo trattenevano. Riuscì a divincolarsi e si scagliò sugli uomini in divisa che stavano portando via la moglie. Ma fu bloccato prima di raggiungere il suo obbiettivo e un militare gli sferrò un pugno in pieno volto ed uno nuovamente nello stomaco. Cadde a terra assalito dal dolore e il suo sguardo cadde sui resti del bambinello a poca distanza da lui. I suoi occhi vitrei erano una preghiera muta e disperata a quel Dio-bambino e in quel fugace attimo notò che la luce proveniente dall’esterno, passando attraverso i vetri rotti della finestra, disegnava una piccola croce di luce proprio accanto ai cocci della statuina.
Fu l’ultima cosa che l’uomo vide prima di essere portato via.
Oggi l’uomo vuole sempre più eliminare Dio e qualsiasi riferimento a Lui. Ma non si accorge che così facendo in realtà priva se stesso della propria umanità tornando così ad essere Homo homini lupus.
Andrea Musso
sabato 23 dicembre 2017
Salmerìa 51.2017
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venerdì 22 dicembre 2017
Lettera dal fronte: Racconto di Natale (parte prima)
L’uomo
sentì bussare alla porta. Quattro colpi battuti con forza erano il
segnale prestabilito. Corse ad aprire e fece entrare rapidamente i
quattro personaggi infagottati che attendevano fuori.
Richiuse in fretta la porta e si diresse a grandi passi verso i nuovi entrati che, una volta tolti i cappotti, rivelarono essere una donna adulta e tre bambini.
Avete prestato attenzione lungo la strada? Vi siete incontrati nel punto prefissato? Siete sicuri che nessuno vi abbia seguito?
La donna rispose: Stai tranquillo, lo abbiamo fatto tante volte da conoscere a memoria ogni angolo e sappiamo quanto sia importante per la nostra sicurezza.
L’uomo la guardò con intensità senza dire nulla poi con slancio la abbracciò e la baciò e si rivolse quindi ai bambini: Eccoli i miei ragazzi! Allora come è andata la giornata? Come è andata la scuola?
Prese in braccio il più piccolo dei tre e lo lanciò in aria facendolo ridere fragorosamente. Gli altri due si avvicinarono abbracciando le gambe del padre senza dire nulla, ma quel gesto valeva più di mille parole. Appena lo ebbe messo giù il piccolino esclamò: Mamma, papà! Stamattina nel cortile della scuola abbiamo raccolto un po’ di erba secca... possiamo usarla per la paglia della stalla? Ne metto un po’ nella mangiatoia!
Allora anche i fratelli tirarono fuori dalle tasche dei loro cappotti un bel po’ di ciuffi d’erba giallognola sicuramente strappati dagli angoli dello squallido cortile della scuola.
La madre rispose: Ma certo! Anzi andiamo a metterla subito.
Si avvicinò con i figli ad un tavolino sistemato in un angolo del piccolo locale accanto al camino acceso. Sulla superficie del tavolo era stato allestito un piccolo presepe, una grotta di cartapesta con una bella stella cometa di stagnola sulla sommità. Dentro erano sistemate le statuine di gesso della Madonna, di san Giuseppe e di Gesù bambino insieme ad un asinello e ad un bue. Il bambinello stava in una mangiatoia ricavata da una piccola scatola di cartone marrone. Appena fuori della grotta pascolavano alcune pecorelle sorvegliate da due pastorelli, tutti rigorosamente di gesso. Le statue apparivano certamente datate e dovevano aver vissuto parecchie avventure a giudicare da come erano ridotte anche se la cura con cui la scena era rappresentata aveva un che di poetico.
Il padre disse con voce grave: Bambini so che non vi piace che ve lo chieda, ma devo farlo per il vostro bene, per il bene della nostra famiglia. Avete detto qualcosa a qualcuno quando raccoglievate l’erba? Le maestre vi hanno visto? Vi hanno detto qualcosa?
Il più grande a bassa voce guardando prima i fratelli e poi i genitori rispose: No papà, stai tranquillo. Abbiamo fatto attenzione che nessuno ci vedesse. Facciamo sempre attenzione. Non abbiamo detto niente a nessuno, non parliamo mai con nessuno di queste cose proprio come ci avete insegnato a fare tu e la mamma...
La donna interruppe il figlio ed esclamò: Caro, non è il momento, ti prego! So che sei preoccupato, ma non parliamone ora...
L’uomo replicò: Ma è importante! Dobbiamo essere scrupolosi...
La moglie lo supplicò: Per favore non ora! È stata una lunga giornata per tutti, godiamoci questo momento tutti insieme!
L’uomo parve voler replicare, ma poi dopo un lungo sospiro prese per mano il piccolino e appoggiò una mano sulla spalla del più grande. Poi tutti e cinque si avvicinarono al presepe. Stettero in silenzio alcuni istanti poi la madre iniziò a recitare a bassa voce una preghiera e gli altri membri della famiglia si unirono immediatamente a lei. Dopo aver pregato rimasero lì a guardare le statuine come incantati.
L’uomo si avvicinò al camino e prese in mano un pezzo di legna per ravvivare il fuoco.
Fu allora che la porta della casa si abbatté di schianto e la finestra letteralmente esplose proiettando schegge in ogni direzione. La stanza sembrò riempirsi di colpo di uomini in divisa scura che si avventarono sui suoi figli e su sua moglie. Ripresosi immediatamente dallo shock (forse anche grazie all’adrenalina) fece per lanciarsi sui due più vicini a lui che avevano immobilizzato la moglie, ma qualcosa lo colpì alla nuca da dietro e il buio calò improvvisamente.
Quando rinvenne si accorse di essere inginocchiato a terra, con le braccia legate dietro la schiena e trattenute da due agenti. La testa gli doleva come fosse trafitta da mille aghi e pareva che le forze gli fossero state succhiate via. Sentì singhiozzare e solo allora si rese conto che poco più in là sua moglie era a terra, anch’essa legata e bloccata da due energumeni.
Stai bene? Ti hanno fatto del male? chiese e poi guardandosi intorno aggiunse gridando: Ma dove sono i bambini? I nostri bambini che fine hanno fatto?
Appena ebbe finito di pronunciare quelle parole uno degli agenti gli sferrò un pugno nello stomaco che lo costrinse a piegarsi in due dal dolore.
L’uomo in divisa gridò: Stai in silenzio! Parlerai tra poco quando lui arriverà e bada di rispondere bene se non vuoi peggiorare la tua situazione!
Passarono alcuni minuti (che parevano ore) interrotti solo dai singhiozzi della donna. Entrarono altri agenti e dietro di loro arrivò proprio lui. L’uomo alzò lo sguardo verso il nuovo arrivato e istintivamente sentì raggelarsi il sangue nelle vene. Non sapeva il suo nome, nessuno lo sapeva, ma tutti (tutti quelli che avevano avuto la sfortuna di farsi trovare da lui) lo chiamavano il commissario.
Era un uomo non troppo alto, piuttosto magro. Portava una divisa e spiccavano i suoi anfibi tirati a lucido quasi fossero appena usciti dalla fabbrica. Era avvolto in un impermeabile di colore scuro e i suoi passi risuonavano in modo surreale in quel piccolo spazio. Ma forse ciò che più inquietava erano i suoi occhi chiari, tra il grigio e l’azzurro, freddi come il ghiaccio e altrettanto duri.
Si fermò dinanzi alla donna che continuò a piangere sommessamente e poi proseguì verso l’uomo inginocchiato.
Il commissario esclamò: Finalmente ci incontriamo! Ammetto che iniziavo ad infastidirmi perché ero sulle vostre tracce da molto tempo! Devo dire che mi mancherà questo gioco, in fondo... era quasi divertente.
Allora non sei curioso di sapere come ho fatto a trovarvi? E non guardarmi così, in fondo sai benissimo chi sono e poi prima desidero parlare un po’ con te!
L’uomo deglutì a fatica e sentì la stretta degli agenti sulle sue braccia, segno che volevano che parlasse. Tenendo lo sguardo verso il basso chiese: Chi ci ha tradito questa volta? Chi ci ha denunciato?
Richiuse in fretta la porta e si diresse a grandi passi verso i nuovi entrati che, una volta tolti i cappotti, rivelarono essere una donna adulta e tre bambini.
Avete prestato attenzione lungo la strada? Vi siete incontrati nel punto prefissato? Siete sicuri che nessuno vi abbia seguito?
La donna rispose: Stai tranquillo, lo abbiamo fatto tante volte da conoscere a memoria ogni angolo e sappiamo quanto sia importante per la nostra sicurezza.
L’uomo la guardò con intensità senza dire nulla poi con slancio la abbracciò e la baciò e si rivolse quindi ai bambini: Eccoli i miei ragazzi! Allora come è andata la giornata? Come è andata la scuola?
Prese in braccio il più piccolo dei tre e lo lanciò in aria facendolo ridere fragorosamente. Gli altri due si avvicinarono abbracciando le gambe del padre senza dire nulla, ma quel gesto valeva più di mille parole. Appena lo ebbe messo giù il piccolino esclamò: Mamma, papà! Stamattina nel cortile della scuola abbiamo raccolto un po’ di erba secca... possiamo usarla per la paglia della stalla? Ne metto un po’ nella mangiatoia!
Allora anche i fratelli tirarono fuori dalle tasche dei loro cappotti un bel po’ di ciuffi d’erba giallognola sicuramente strappati dagli angoli dello squallido cortile della scuola.
La madre rispose: Ma certo! Anzi andiamo a metterla subito.
Si avvicinò con i figli ad un tavolino sistemato in un angolo del piccolo locale accanto al camino acceso. Sulla superficie del tavolo era stato allestito un piccolo presepe, una grotta di cartapesta con una bella stella cometa di stagnola sulla sommità. Dentro erano sistemate le statuine di gesso della Madonna, di san Giuseppe e di Gesù bambino insieme ad un asinello e ad un bue. Il bambinello stava in una mangiatoia ricavata da una piccola scatola di cartone marrone. Appena fuori della grotta pascolavano alcune pecorelle sorvegliate da due pastorelli, tutti rigorosamente di gesso. Le statue apparivano certamente datate e dovevano aver vissuto parecchie avventure a giudicare da come erano ridotte anche se la cura con cui la scena era rappresentata aveva un che di poetico.
Il padre disse con voce grave: Bambini so che non vi piace che ve lo chieda, ma devo farlo per il vostro bene, per il bene della nostra famiglia. Avete detto qualcosa a qualcuno quando raccoglievate l’erba? Le maestre vi hanno visto? Vi hanno detto qualcosa?
Il più grande a bassa voce guardando prima i fratelli e poi i genitori rispose: No papà, stai tranquillo. Abbiamo fatto attenzione che nessuno ci vedesse. Facciamo sempre attenzione. Non abbiamo detto niente a nessuno, non parliamo mai con nessuno di queste cose proprio come ci avete insegnato a fare tu e la mamma...
La donna interruppe il figlio ed esclamò: Caro, non è il momento, ti prego! So che sei preoccupato, ma non parliamone ora...
L’uomo replicò: Ma è importante! Dobbiamo essere scrupolosi...
La moglie lo supplicò: Per favore non ora! È stata una lunga giornata per tutti, godiamoci questo momento tutti insieme!
L’uomo parve voler replicare, ma poi dopo un lungo sospiro prese per mano il piccolino e appoggiò una mano sulla spalla del più grande. Poi tutti e cinque si avvicinarono al presepe. Stettero in silenzio alcuni istanti poi la madre iniziò a recitare a bassa voce una preghiera e gli altri membri della famiglia si unirono immediatamente a lei. Dopo aver pregato rimasero lì a guardare le statuine come incantati.
L’uomo si avvicinò al camino e prese in mano un pezzo di legna per ravvivare il fuoco.
Fu allora che la porta della casa si abbatté di schianto e la finestra letteralmente esplose proiettando schegge in ogni direzione. La stanza sembrò riempirsi di colpo di uomini in divisa scura che si avventarono sui suoi figli e su sua moglie. Ripresosi immediatamente dallo shock (forse anche grazie all’adrenalina) fece per lanciarsi sui due più vicini a lui che avevano immobilizzato la moglie, ma qualcosa lo colpì alla nuca da dietro e il buio calò improvvisamente.
Quando rinvenne si accorse di essere inginocchiato a terra, con le braccia legate dietro la schiena e trattenute da due agenti. La testa gli doleva come fosse trafitta da mille aghi e pareva che le forze gli fossero state succhiate via. Sentì singhiozzare e solo allora si rese conto che poco più in là sua moglie era a terra, anch’essa legata e bloccata da due energumeni.
Stai bene? Ti hanno fatto del male? chiese e poi guardandosi intorno aggiunse gridando: Ma dove sono i bambini? I nostri bambini che fine hanno fatto?
Appena ebbe finito di pronunciare quelle parole uno degli agenti gli sferrò un pugno nello stomaco che lo costrinse a piegarsi in due dal dolore.
L’uomo in divisa gridò: Stai in silenzio! Parlerai tra poco quando lui arriverà e bada di rispondere bene se non vuoi peggiorare la tua situazione!
Passarono alcuni minuti (che parevano ore) interrotti solo dai singhiozzi della donna. Entrarono altri agenti e dietro di loro arrivò proprio lui. L’uomo alzò lo sguardo verso il nuovo arrivato e istintivamente sentì raggelarsi il sangue nelle vene. Non sapeva il suo nome, nessuno lo sapeva, ma tutti (tutti quelli che avevano avuto la sfortuna di farsi trovare da lui) lo chiamavano il commissario.
Era un uomo non troppo alto, piuttosto magro. Portava una divisa e spiccavano i suoi anfibi tirati a lucido quasi fossero appena usciti dalla fabbrica. Era avvolto in un impermeabile di colore scuro e i suoi passi risuonavano in modo surreale in quel piccolo spazio. Ma forse ciò che più inquietava erano i suoi occhi chiari, tra il grigio e l’azzurro, freddi come il ghiaccio e altrettanto duri.
Si fermò dinanzi alla donna che continuò a piangere sommessamente e poi proseguì verso l’uomo inginocchiato.
Il commissario esclamò: Finalmente ci incontriamo! Ammetto che iniziavo ad infastidirmi perché ero sulle vostre tracce da molto tempo! Devo dire che mi mancherà questo gioco, in fondo... era quasi divertente.
Allora non sei curioso di sapere come ho fatto a trovarvi? E non guardarmi così, in fondo sai benissimo chi sono e poi prima desidero parlare un po’ con te!
L’uomo deglutì a fatica e sentì la stretta degli agenti sulle sue braccia, segno che volevano che parlasse. Tenendo lo sguardo verso il basso chiese: Chi ci ha tradito questa volta? Chi ci ha denunciato?
Andrea Musso
mercoledì 20 dicembre 2017
Radio Monte Grappa: Centro Studi Livatino: Il ministro della Salute riconosce la lacuna nella legge dat
Confermata l’opportunità di un rinvio alle Camere da parte del Capo dello Stato
Pochi minuti fa il ministro della Salute ha risposto a una question time proposta dall’on. Alessandro Pagano, che ha posto la questione dell’applicazione della legge sulle dat agli ospedali cattolici: una questione che era stata sollevata due giorni fa dall’appello inviato al Capo dello Stato dal Centro studi Livatino, dal Comitato Difendiamo i nostri Figli e da rappresentanti di medici e di istituti sanitari cattolici.
L’on. Lorenzin ha riconosciuto l’esistenza del problema, cioè l’assenza nella legge di una norma che disciplini l’obiezione di coscienza, o che esenti dalle nuove disposizioni gli istituti sanitari cattolici.
Lo ha riconosciuto a tal punto da annunciare un suo incontro con i rappresentanti di tali istituti al fine di individuare un equilibrio fra le norme appena approvate e la tutela delle intime posizioni di coscienza dei medici e del personale sanitario.
Apprezzando la franchezza del ministro, rileviamo che l’incontro annunciato, e gli atti eventualmente seguenti - una circolare ministeriale? - non avranno mai la forza di colmare una voluta e conclamata lacuna della legge primaria. Ciò conferisce ancora più ragione all’auspicio che il Presidente della Repubblica, come chiesto dal nostro appello, rinvii con proprio messaggio al Parlamento il disegno di legge Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento per consentire che quel vulnus, apertamente ammesso dal ministro del settore, sia sanato. E per evitare un interminabile e costoso contenzioso, che sarebbe solo fonte di confusione e di danni per pazienti e medici.
Pochi minuti fa il ministro della Salute ha risposto a una question time proposta dall’on. Alessandro Pagano, che ha posto la questione dell’applicazione della legge sulle dat agli ospedali cattolici: una questione che era stata sollevata due giorni fa dall’appello inviato al Capo dello Stato dal Centro studi Livatino, dal Comitato Difendiamo i nostri Figli e da rappresentanti di medici e di istituti sanitari cattolici.
L’on. Lorenzin ha riconosciuto l’esistenza del problema, cioè l’assenza nella legge di una norma che disciplini l’obiezione di coscienza, o che esenti dalle nuove disposizioni gli istituti sanitari cattolici.
Lo ha riconosciuto a tal punto da annunciare un suo incontro con i rappresentanti di tali istituti al fine di individuare un equilibrio fra le norme appena approvate e la tutela delle intime posizioni di coscienza dei medici e del personale sanitario.
Apprezzando la franchezza del ministro, rileviamo che l’incontro annunciato, e gli atti eventualmente seguenti - una circolare ministeriale? - non avranno mai la forza di colmare una voluta e conclamata lacuna della legge primaria. Ciò conferisce ancora più ragione all’auspicio che il Presidente della Repubblica, come chiesto dal nostro appello, rinvii con proprio messaggio al Parlamento il disegno di legge Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento per consentire che quel vulnus, apertamente ammesso dal ministro del settore, sia sanato. E per evitare un interminabile e costoso contenzioso, che sarebbe solo fonte di confusione e di danni per pazienti e medici.
lunedì 18 dicembre 2017
Lettera dal fronte: È un giorno triste per l'Italia
La norma sul fine vita appena votata in Parlamento, che di fatto legalizza l'eutanasia omissiva nel nostro paese, non è solo frutto dei voti espressi in aula, ma anche di ogni silenzio o messaggio ambiguo, susseguitisi in questi ultimi anni a ogni livello, sia politico che ecclesiastico.
Non basta esprimere un timido "no" quando ormai i giochi sono fatti e dopo troppe occasioni perse e interventi ambigui, fraintendibili e sbagliati.
Non basta neppure votare contro la norma se prima si è contribuito a tenere politicamente in piedi, dandole fiducia, la stessa maggioranza che ora ha partorito questa norma di morte.
La responsabilità politica rimane.
Si è raggiunta una "soluzione normativa il più possibile condivisa"? È questo il nuovo metro di giudizio anche cristiano? Non conta più dare da bere e da mangiare a chi ne ha bisogno per sopravvivere? Non crediamo più nella sacralità della vita? Abbiamo rinunciato a chiamare male il male e bene il bene senza relativizzare "caso per caso"?
Infondo era già tutto troppo chiaro nel disagio espresso (di nuovo a tutti i livelli), tra mezze parole tirate di bocca e silenzi troppo lunghi e assordanti, durante i giorni in cui veniva condannato a morte il piccolo Charlie.
Sì, è un giorno triste...per l'Italia, per i nostri figli, per i malati di oggi e di domani...e per una chiesa italiana incapace di testimoniare Cristo, vittima di una strategica quanto infruttuosa timidezza e corrotta dalla ricerca dell'unico principio rimasto non negoziabile (insieme allo ius soli) e per nulla evangelico: il dialogo.
Abbiamo forse paura di perdere i "30 denari" dell'8x1000 e per non perderli lasciamo che con questi comprino i nostri silenzi e il nostro tradimento?
A questo punto non sarebbe più utile "restituirli" come fece Giuda e rimettersi in ginocchio come fece Pietro?
L'alternativa sarà inevitabilmente diventare sempre più incapaci di parlare di vita (suicidandosi come Giuda) e di speranza (che ha permesso a Pietro di chiedere perdono e di non cedere alla disperazione e al male come Giuda).
Il piano è sempre più inclinato. Capiremo il costo culturale e sociale di quanto accaduto oggi (e permesso da troppi) solo sul lungo termine.
Ognuno risponderà non solo per quanto detto e fatto, ma anche per ciò che avrebbe potuto fare e non ha fatto e per ciò che avrebbe potuto dire e non ha detto.
A tutti noi ora il compito di tenere accesa la fiamma della dignità di ogni vita umana, come uomini, come cristiani, come Chiesa e, quando servirà, nonostante la chiesa.
Sarà sempre più complicato, ma necessario.
Sì, oggi è un giorno triste... molto triste.
Non basta esprimere un timido "no" quando ormai i giochi sono fatti e dopo troppe occasioni perse e interventi ambigui, fraintendibili e sbagliati.
Non basta neppure votare contro la norma se prima si è contribuito a tenere politicamente in piedi, dandole fiducia, la stessa maggioranza che ora ha partorito questa norma di morte.
La responsabilità politica rimane.
Si è raggiunta una "soluzione normativa il più possibile condivisa"? È questo il nuovo metro di giudizio anche cristiano? Non conta più dare da bere e da mangiare a chi ne ha bisogno per sopravvivere? Non crediamo più nella sacralità della vita? Abbiamo rinunciato a chiamare male il male e bene il bene senza relativizzare "caso per caso"?
Infondo era già tutto troppo chiaro nel disagio espresso (di nuovo a tutti i livelli), tra mezze parole tirate di bocca e silenzi troppo lunghi e assordanti, durante i giorni in cui veniva condannato a morte il piccolo Charlie.
Sì, è un giorno triste...per l'Italia, per i nostri figli, per i malati di oggi e di domani...e per una chiesa italiana incapace di testimoniare Cristo, vittima di una strategica quanto infruttuosa timidezza e corrotta dalla ricerca dell'unico principio rimasto non negoziabile (insieme allo ius soli) e per nulla evangelico: il dialogo.
Abbiamo forse paura di perdere i "30 denari" dell'8x1000 e per non perderli lasciamo che con questi comprino i nostri silenzi e il nostro tradimento?
A questo punto non sarebbe più utile "restituirli" come fece Giuda e rimettersi in ginocchio come fece Pietro?
L'alternativa sarà inevitabilmente diventare sempre più incapaci di parlare di vita (suicidandosi come Giuda) e di speranza (che ha permesso a Pietro di chiedere perdono e di non cedere alla disperazione e al male come Giuda).
Il piano è sempre più inclinato. Capiremo il costo culturale e sociale di quanto accaduto oggi (e permesso da troppi) solo sul lungo termine.
Ognuno risponderà non solo per quanto detto e fatto, ma anche per ciò che avrebbe potuto fare e non ha fatto e per ciò che avrebbe potuto dire e non ha detto.
A tutti noi ora il compito di tenere accesa la fiamma della dignità di ogni vita umana, come uomini, come cristiani, come Chiesa e, quando servirà, nonostante la chiesa.
Sarà sempre più complicato, ma necessario.
Sì, oggi è un giorno triste... molto triste.
Claudio Larocca
sabato 16 dicembre 2017
Salmerìa 50.2017
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mercoledì 13 dicembre 2017
lunedì 11 dicembre 2017
Dispaccio: Scuola di formazione "Rifondare l'Europa"
Noi del blog abbiamo il piacere di invitarvi alla "scuola di formazione" che abbiamo organizzato assieme ai partner: le associazioni culturali Il Laboratorio, Poesia Attiva, Dialexis, la casa editrice Alpina.
RIFONDARE L’EUROPA
SEMINARI SUL TEMA
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E NUOVA VIA DELLA SETA.
Coordinati da Riccardo Lala e Daniele Barale
Il Laboratorio, Via Carisio 12, Torino
Informazioni presso:
info@alpinasrl.com tel 3357761536 - il_laboratorio_1982@libero.it tel 3283976265
Questa serie d’incontri è dedicata a studiare e a dibattere alcuni grandi temi della politica e della cultura in Europa seguendo anche, in modo critico, le tracce: (i) del Libro Bianco sull’ Europa presentato quest’ anno dalla Commissione; (ii) gli allegati a quel Libro Bianco; (iii) il Discorso sullo Stato dell’ Unione di quest’anno del Presidente Juncker e (iv) il Discorso della Sorbona di Emmanuel Macron (v) la Dichiarazione di Parigi, Un’Europa in cui possiamo credere (la Dichiarazione).
Il metodo sarà quello della discussione aperta e a 360° fra i partecipanti, innescata dalla distribuzione di una sintetica traccia e di una bibliografia (cartacea e digitale) di carattere veramente ecumenico, con il metodo a campione. Sono apprezzati interventi di testimonials e relazioni dei partecipanti. Con questo metodo, intendiamo contrastare la nefasta tendenza che esiste oggi in tutti gli ambienti a limitare la comunicazione in direzione top down, restringendo al massimo la partecipazione e il dibattito. Questa tendenza è particolarmente grave nei giovani, da un lato perché è contraria alla natura stessa della gioventù, e, dall’altra, perché prepara una società di automi, che si priva da sola della libertà, prima che qualcuno gliela tolga (la servitù volontaria di Le Boétie).
Riteniamo fondamentale stimolare uno studio non conformistico della “questione Europea” e la ricerca in comune di soluzioni innovative e decisive, coinvolgendo i giovani e gl’intellettuali. I veri problemi dell’ Europa sono tutt’ora senza risposta: l’ inadeguatezza culturale dell’ attuale Unione di fronte alle sfide attuali; la crescita economica insufficiente, non soltanto per mantenere almeno l’attuale posizione rispetto ai BRICS, ma anche per evitare un sostanziale impoverimento generalizzato di fronte all’ inflazione (che comunque è intorno all’ 1%), e all’ obsolescenza tecnologica (pesantissima); l’assenteismo sul fronte del controllo delle nuove tecnologie e degli abusi delle multinazionali del web. Tutto ciò porta alla presente macroscopica situazione di disoccupazione, di sottoccupazione, di proletarizzazione e di crisi esistenziale della maggior parte della popolazione (in Italia, solo il 53 % della popolazione è attualmente sul mercato del lavoro, mentre resta fuori quasi la metà). Come ha affermato il Sommo Pontefice all’ Università Roma 3, “Dicono che le vere statistiche dei suicidi giovanili non sono pubblicate, si pubblica qualcosa ma non quelle vere”. Quindi, “la mancanza di lavoro mi porta, mah vado dall’altra parte e mi arruolo nell’esercito del terrorismo, almeno ho qualcosa da fare e do’ senso alla mia vita: è terribile!”.
Si tenterà perciò, da un lato, di approfondire i principali temi affrontati da Juncker, dal Pontefice e dal Presidente Macron, che sono anche quelli più importanti nella nostra vita in comunità, e dall'altra, di ricercare qualche soluzione, in vista di un’azione concreta nella società, che i movimenti di base, e in particolare il Movimento Europeo, potrebbero e dovrebbero intraprendere. Lo sblocco dell’attuale situazione si può trovare solo in un atteggiamento radicalmente nuovo e diverso, da un lato, verso le nuove tecnologie, e, dall’ altro, verso i popoli a noi vicini dell’ Eurasia.
Si tenterà di evitare le pretese sistematiche, le prese di posizione prefabbricate, e, soprattutto, le retoriche ufficiali, ricercando, nella misura del possibile, le diverse fonti, specie cacofoniche, disponibili nell’ editoria e nel web, e avanzando ipotesi interpretative non convenzionali.
Gli incontri si articoleranno attraverso un corpo centrale, dedicato a tre aree principali d’interesse, da noi prescelte in quanto ci appaiono centrali ma pressoché sconosciute: quelle della storia e struttura della crisi europea, del post-umanesimo e della Nuova Via della Seta, più il presente incontro introduttivo ed uno conclusivo (PARTI I e V), in cui si ritornerà a parlare di politica europea, e, in particolare, di partiti e movimenti..
Ciascun incontro, che avrà un andamento seminariale, sarà a sua volta suddiviso in alcune “pillole”, per semplificare la comunicazione sul web, gl’interventi e/o le domande. Ciascuna “pillola” dovrebbe essere anticipata da una breve sintesi corredata da una succinta bibliografia e da link che permettano ai fruitori di acquisire ulteriori elementi d’informazione e formazione.
A seconda degli argomenti e delle necessità, verranno coinvolti “testimonials”. Chi dei partecipanti lo desidera potrà proporsi per sviluppare particolari temi. Il tutto sarà poi filmato e circolarizzato sul web.
Obiettivi:
-diffondere una consapevolezza critica dei temi più urgenti;
-creare un network di persone motivate e informate, capaci di sviluppare autonomamente specifici temi;
-stimolare la creazione o l’elaborazione di opere di ricerca e/o divulgative;
mantenere contatti con la scuola, l’accademia e la politica;
-contribuire al rinnovamento culturale e generazionale delle associazioni europeistiche.
Riccardo Lala, nella sua lunga esperienza lavorativa, è stato dirigente di imprese multinazionali italiane ed estere, funzionario delle Comunità Europee a Lussemburgo, editore, scrittore e blogger. Ha pubblicato opere sulle politiche europee di sviluppo, sulla storia della cultura europea e sui rapporti fra Europa e Cina.
Daniele Barale, giornalista e studente universitario presso il Dipartimento di Scienze Storiche dell’Università di Torino, è stato promotore, in questi ultimi anni, di incontri e convegni con importanti intellettuali italiani chiamati a Torino nel corso di numerosi eventi culturali.
16 dicembre 2017 - PARTE I
PRESENTAZIONE DEL SEMINARIO
Al di là delle retoriche dell’ Europa
Europa e nuove tecnologie
Verso la Nuova Via della Seta
16 dicembre 2017 PARTE II
L’EUROPA DOPO BREXIT
PRESENTAZIONE DEL SEMINARIO
Al di là delle retoriche dell’ Europa
Europa e nuove tecnologie
Verso la Nuova Via della Seta
16 dicembre 2017 PARTE II
L’EUROPA DOPO BREXIT
Gennaio 2018 - PARTE II
DIALETTICHE DELL’INTEGRAZIONE
Le radici dell’ Europa
Gli “Europaioi” nel mondo antico
Fra Bibbia e multiculturalismo
Pace Perpetua e colonialismo
Le due fasi dell’ integrazione europea
A cavallo della IIa Guerra Mondiale
Comunità Europee e Unione Europea
Le Istituzioni così come sono
I problemi dell’integrazione
Un’”identità poliedrica”
L’eterna crisi economica
Febbraio 2018 - PARTE II
I DIBATTITI IN CORSO
L’Europa e il resto del mondo
Trump e l’ Europa
Le periferie del mondo
Cina e Russia
L’economia europea
Una costituzione per l’ Europa?
Marzo 2018 - PARTE III
LA NASCITA DELLA TECNOLOGIA DALLO SPIRITO DELLA TEOLOGIA.
EUROPA E POSTUMANISMO
Cos’è il post-umano?
Qualche elemento storico
Il Golem
Dalla secolarizzazione alla religione di Internet
La Nuova Atlantide
Cosmismo e avanguardie
L’inveramento del Superuomo (Teilhard de Chardin e il Punto Omega)
Aprile 2018 – PARTE III
DATISMO E TECNO-UMANISMO
Libero arbitrio e servo arbitrio
Che cos’è la libertà?
Che cosa rende l’uomo umano?
Oggi, c’è libertà?
Il “totalitarismo invertito”
Totalitarismi e libertà (da Voegelin a Wolin)
Informatica e pensiero unico
Imbrigliare l’intelligenza artificiale
Enhancement e autocontrollo
Arti marziali ed esercizi spirituali
L’azione dello Stato
Maggio 2018 - PARTE IV
L’ EUROPA E LA VIA DELLA SETA
VECCHIA E NUOVA VIA DELLA SETA
Nozioni di base sulla Via della Seta
Il nuovo equilibrio mondiale eurasiatico
Una “via” italiana (Polo, Ricci, Castiglione, Tucci, Ricci, Puccini)
Cosa manca all’ economia europea?
Un’”economia della conoscenza”?
Un’”economia della cultura”?
L’Europa come destinazione turistica
La questione degli investimenti extra-europei
Giugno 2018 – PARTE IV
SULLE ROTTE DI MARCO POLO
Che fare con la Cina?
Ambiguità del concetto di “Tian Xia”
Un’Europa allo sbando
L’Eurasia come ancora di salvezza?
“Fare politica” in Eurasia
La “Via della Seta Culturale”
Le trattative Vaticano-Cina
Cultura e turismo
Finanza e tecnologie
La Banca Asiatica per gl’Investimenti Strutturali e il Fondo Europeo per gl’investimenti strutturali
Un web europeo ed eurasiatico?
Ripartire con la Russia e la Turchia?
Luglio 2018 - PARTE V
I PARTITI, I MOVIMENTI E L’EUROPA
I partiti europei
I gruppi politici del Parlamento Europeo
L’antipolitica
Il discorso della Sorbona del Presidente Macron
Il Movimento Europeo
Costituzione e Europa dei giudici
“à la carte” esiste da sempre
La lotta politica in Europa
L’Europa Centrale e Orientale fra l’Unione Europea e l’ Eurasia
I Movimenti nel vuoto dei partiti
Un nuovo spazio per l’Europa nel mondo
domenica 10 dicembre 2017
Obice: Economia per chi ama la libertà/1: Baratto, moneta e banconote
Dai tempi di Machiavelli – anzi, da quelli di Tucidide – è sempre toccato a coloro che scrutano per mestiere la natura della politica – anche ai più umili artigiani di questa professione – il duro privilegio di chiamare le cose con il loro nome e di aiutare gli uomini a non confondere la realtà effettuale con i propri sogni
Gianfranco Miglio
Il contratto
La prima forma di accordo tra una o più persone che si è vista nella storia è, molto probabilmente, quella della schiavitù; una cosa che ricordo spesso alle persone che mi parlano di disoccupazione è che l’unico periodo storico in cui la disoccupazione è stata allo 0% è durante l’Antico Egitto, con questa strana forma di “assunzione” da parte di quello che potremmo chiamare “lo Stato di quel periodo” e con una sorta di “reddito di cittadinanza” e di “sanità pubblica” piuttosto arcaica ma molto innovativa per l’epoca. Questo per dire di fare attenzione a quello che si desidera perché quando si avvera occorre accettarne le conseguenze.
Questa breve digressione storica mi serve per poter parlare del contratto come forma di accordo pacifico tra le persone, usato per scambiare beni. L’accordo pacifico porta a definire un valore per il bene che viene scambiato, secondo quanto stabilito dalle parti, e si arriva così al concetto di baratto.
Il baratto
Il baratto non è altro che lo scambio di beni o servizi tra due persone, ovviamente vi sono alcuni problemi come il fatto che non tutti sono disposti ad accettare la merce proposta come pagamento o che all'aumentare delle persone il baratto diventa sempre più inefficiente.
Questo viene definito come “doppia coincidenza dei bisogni”, la soluzione che si è trovata è quella di un nuovo accordo; è cioè stato trovato un mezzo che fosse accettato da tutti e quindi potesse essere usato come mezzo di pagamento comune, si ottiene quindi quello che prende il nome di merce moneta.
La merce moneta
Ci ritroviamo ora in una situazione in cui una merce, un oggetto raro che tutti vogliono, viene utilizzato come riferimento negli scambi, ottenendo quello che viene chiamato merce moneta.
Ovviamente non tutte le merci possono essere usate come moneta perché non tutte le merci vengono pacificamente riconosciute come tale, cioè non sono un bene che tutti vogliono avere. Poco fa mi sono limitato a definire questa merce come un “oggetto raro” ma, per essere più precisi, si possono trovare 5 caratteristiche essenziali:
- divisibile: per ovvie ragioni deve essere facile poter arrivare ad una precisione ragionevole del valore, e quindi del prezzo, del bene che si vuole commerciare;
- portatile o trasportabile: è infatti necessario poter trasferire, per le più svariate ragioni, il proprio capitale che si vuole utilizzare per compiere acquisti o che si è appena ottenuto tramite una vendita;
- conservabile: se la moneta non fosse un materiale durevole nel tempo perderebbe il suo valore o la sua consistenza e questo non permetterebbe un risparmio. Il risparmio definito come conservazione del valore, cioè la possibilità di prevedere che in un certo futuro questa merce che io ho oggi verrà accettata in cambio di un determinato quantitativo di un altro bene, è una delle caratteristiche a cui si bada poco (soprattutto mentre si è alla ricerca dell’inflazione) ma è una caratteristica fondamentale;
- riconoscibile: se non fosse possibile riconoscerne il materiale, la qualità o l’autenticità una parte della popolazione non la vorrebbe e quindi perderebbe il suo valore;
- scarsa: se questa merce fosse disponibile a tutti e con facilità allora non avrebbe nessun valore e non sarebbe possibile acquistare nulla per il semplice fatto che il venditore non l’accetterebbe perché non saprebbe cosa farsene.
Siamo ora arrivati a quel periodo storico in cui i commerciati utilizzano dei piccoli dischi d’oro per pagare e per ricevere pagamenti, ritrovandosi con alcuni problemi di sicurezza. Viene quindi inventato un posto bello e sicuro in cui i commerciati depositano il proprio oro e in cambio ricevono un pezzo di carta in cui viene indicata la quantità depositata.
La nota di banco
Nasce così la possibilità di pagare con dei pezzi di carta il cui valore è garantito dalla banca che lo ha emesso.
Ora, caro lettore, fermati un attimo a pensare a quale enorme potere è dato a chi fornisce questi pezzi di carta, in caso di monopolio potrebbe controllare il commercio di un intero territorio e se nessuno lo controlla questo monopolista non fa molta fatica a scrivere 1000 dove sarebbe giusto scrivere 1, con un piccolo sforzo in più è possibile capire che nella storia recente questo monopolio è stato acquisito dallo Stato.
L’idea geniale dello Stato è stata “perché devo dare indietro dell’oro a chi mi porta i suoi pezzi di carta quando posso dargli alti pezzi di carta?”
La valuta fiat
Questa è una banconota
questa è una banconota
questa non è una banconota
Fiat è una parola latina e tradotta letteralmente significa “e così sia”.
Ora non dovrebbe essere difficile immaginare cosa accade se da un giorno all'altro (o anche da un anno all'altro) viene aumentata la quantità di moneta, che ora sappiamo necessita di essere limitata. Se c'è più disponibilità di moneta questa avrà meno potere d'acquisto, chi mi vende un prodotto ne vorrà di più in forza della diminuita scarsità.
Alla diminuzione del potere d'acquisto diminuirà anche quello che poche righe più su ho chiamato conservazione del valore, si può riassumere tutto questo dicendo che all'aumentare della moneta circolante (inflazione) diminuisce il potere d'acquisto della moneta risparmiata nel tempo, o come piace di più a me "l'inflazione è una tassa sulla povertà".
Di quali siano le conseguenze dell’utilizzo della moneta fiat e di come attualmente venga creata ne parlerò nel post dedicato all'inflazione, per i più curiosi o per chi vuole approfondire l'argomento riporto alcuni numeri e dei link, per ora mi fermo a dire che solo le banche che vengono chiamate “centrali” hanno il potere di creare nuova moneta e cederla agli stati in cambio di titoli o di asset.
FED:
Bilancio nel 2008: 800 miliardi di dollari, bilancio nel 2017: 4500 miliardi di dollari. Per un totale di 3600 miliardi di dollari stampati (un sesto del PIL USA).
BCE:
Bilancio nel 2008: 700 miliardi di euro, bilancio nel 2017: 3700 miliardi di euro. Per un totale di 3000 miliardi di euro stampati (circa 4000 € per ogni cittadino europeo).
BOJ:
Bilancio nel 2001: 50000 miliardi di yen, e ora si parla di quadrilioni (ridicolo), in sostanza è stata decuplicata la base monetaria in 15 anni.
Oltre 11 trilioni di $ creati in 8 anni: beneficiari, effetti e possibili conseguenze del QE
Global Economic Briefing: Central Bank Balance Sheets
GRAPHIC-Global QE now a record $180 bln a month thanks to ECB, BOJ
sabato 9 dicembre 2017
Salmerìa 49.2017
Oltre il DOLLARO: La Russia innaugura una nuova era della Finanza - Elysium School
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Il lisergico carrello italiano dei programmi economici
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Norma anti fake news all’italiana: la credulità non si combatte per legge
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Anche "La Civiltà Cattolica" infierisce sul cardinale Sarah
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Anna Bono e Giorgio Gaber smascherano il potere dei più buoni | Libertà e Persona
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Bitcoin, Moneta e Stato - Rischio Calcolato
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In attesa del complotto prussiano dietro il crac di Banca Etruria, godiamoci il pragmatismo comasco - Rischio Calcolato
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Perché NO al ddl sulle DAT: conferenza stampa in Senato
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Mueller indica la potenza straniera “collusa” con Trump: Israele
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Tutti accoglienti con lo ius soli degli altri. In 48 ore, l'inciucio preventivo è svelato: ora votate pure - Rischio Calcolato
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Cosa conferisce alle criptovalute il loro valore - Rischio Calcolato
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San Nicola, il vero Babbo Natale | Libertà e Persona
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La7 e il suo buonismo vanno a puttane e Cairo vuole parte del canone: chi di fake news ferisce... - Rischio Calcolato
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Sì, Dio permette la tentazione. Perché siamo chiamati a scegliere – Aldo Maria Valli
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Why Doesn't Trump Close Down Soros? Are You Ready for The Answer?
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Volkswagen batte Google per investimenti in ricerca e sviluppo
-
Perché la Chiesa deve giudicare – Aldo Maria Valli
-
Scorie - Alfano non si ricandida: ce ne faremo una ragione
-
LA COMMISSIONE EUROPEA VUOLE LA DITTATURA DELL'ECONOMIA PIANIFICATA
-
E’ il costo del lavoro, stupidi
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Diritto naturale: perché non possiamo farne a meno
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L'aborto non risolve nulla: evviva l'adozione!
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Diritto naturale: perché non possiamo farne a meno
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L'aborto non risolve nulla: evviva l'adozione!
giovedì 7 dicembre 2017
Radio Monte Grappa: Gandolfini e parlamentari centro destra: Legge incoraggia disposizioni suicidarie di pazienti in stato non terminale
"Il Pd avalla [istigazione al suicidio perché sfrutta la debolezza e la sofferenza. invitando
sostanzialmente il malato grave a scegliere [opzione di mettere fine alla propria vita". Massimo
Gandolfini, insieme ad un ampio fronte parlamentare, ha motivato nel dettaglio le ragioni del "No"
al ddl sul Fine Vita che sarà calendarizzato nei prossimi giorni in aula al Senato.
Il leader del Family Day, da neurochirurgo ed esperto nelle condizioni di "disturbo prolungato
di coscienza", ha spiegato che questo testamento biologico apre a forme di eutanasia omissiva
perfino per quei pazienti stabilizzati che non sono in una fase terminale della malattia,
condanna il medico ad essere il mero esecutore di volontà che egli può non condividere. ma
soprattutto introduce il concetto che idratazione e alimentazione siano terapie come le altre, che la
struttura sanitaria deve interrompere immediatamente su richiesta del malato.
In pratica sarà introdotta nell'ordinamento italiano una forma dolorosa di eutanasia passiva,
owero la morte per fame e per sete. Il personale medico non potrà scegliere in scienza e
coscienza. sarà rotto il rapporto di fiducia con il paziente. Tutto questo sarà imposto senza
nemmeno prevedere l'obiezione di coscienza per le strutture di carattere religioso che saranno
tenute a trovare medici e infermieri disposti a staccare il sondino nasogastrico.
Gandolfini ha definito altrettanto "vergognosa" la strumentalizzazione delle parole del Papa
contro l'accanimento terapeutico. adoperata dalla sinistra in campagna elettorale, in primis dal
segretario del Pd Matteo Renzi, per velocizzare l'iter della legge. Il leader del Family Day si è
rivolto quindi alla coscienza dei parlamentari, sia laici sia cattolici, invitando questi ultimi a rileggere
con onestà intellettuale le parole del Santo Padre che confermano la rigorosa condanna della
Chiesa dell'accanimento terapeutico tanto quanto di ogni deriva eutanasica a cui il ddl sulle DAT
innegabilmente apre la strada anche in Italia.
Alla conferenza hanno preso parte Marco Centinaio, capogruppo Lega Nord al Senato, e il
senatore della Lega Stefano Candiani; il deputato Fratelli d'Italia. Fabio Ram pelli: il capogruppo
al Senato di Forza Italia. Maurizio Gasparri: i parlamentari di Idea Eugenia Roccella,
Gaetano Quagliariello e Carlo Giovanardi; il senatore di Energie per l'Italia Maurizio Sacconi e
il senatore Gian Luigi Gigli di Democrazia solidale.
Roma. 05 Dicembre 2017
sostanzialmente il malato grave a scegliere [opzione di mettere fine alla propria vita". Massimo
Gandolfini, insieme ad un ampio fronte parlamentare, ha motivato nel dettaglio le ragioni del "No"
al ddl sul Fine Vita che sarà calendarizzato nei prossimi giorni in aula al Senato.
Il leader del Family Day, da neurochirurgo ed esperto nelle condizioni di "disturbo prolungato
di coscienza", ha spiegato che questo testamento biologico apre a forme di eutanasia omissiva
perfino per quei pazienti stabilizzati che non sono in una fase terminale della malattia,
condanna il medico ad essere il mero esecutore di volontà che egli può non condividere. ma
soprattutto introduce il concetto che idratazione e alimentazione siano terapie come le altre, che la
struttura sanitaria deve interrompere immediatamente su richiesta del malato.
In pratica sarà introdotta nell'ordinamento italiano una forma dolorosa di eutanasia passiva,
owero la morte per fame e per sete. Il personale medico non potrà scegliere in scienza e
coscienza. sarà rotto il rapporto di fiducia con il paziente. Tutto questo sarà imposto senza
nemmeno prevedere l'obiezione di coscienza per le strutture di carattere religioso che saranno
tenute a trovare medici e infermieri disposti a staccare il sondino nasogastrico.
Gandolfini ha definito altrettanto "vergognosa" la strumentalizzazione delle parole del Papa
contro l'accanimento terapeutico. adoperata dalla sinistra in campagna elettorale, in primis dal
segretario del Pd Matteo Renzi, per velocizzare l'iter della legge. Il leader del Family Day si è
rivolto quindi alla coscienza dei parlamentari, sia laici sia cattolici, invitando questi ultimi a rileggere
con onestà intellettuale le parole del Santo Padre che confermano la rigorosa condanna della
Chiesa dell'accanimento terapeutico tanto quanto di ogni deriva eutanasica a cui il ddl sulle DAT
innegabilmente apre la strada anche in Italia.
Alla conferenza hanno preso parte Marco Centinaio, capogruppo Lega Nord al Senato, e il
senatore della Lega Stefano Candiani; il deputato Fratelli d'Italia. Fabio Ram pelli: il capogruppo
al Senato di Forza Italia. Maurizio Gasparri: i parlamentari di Idea Eugenia Roccella,
Gaetano Quagliariello e Carlo Giovanardi; il senatore di Energie per l'Italia Maurizio Sacconi e
il senatore Gian Luigi Gigli di Democrazia solidale.
Roma. 05 Dicembre 2017
Comitato Difendiamo i Nostri Figli
mercoledì 6 dicembre 2017
domenica 3 dicembre 2017
Obice: Economia per chi ama la libertà/0: Introduzione e indice
Queste poche righe voglio essere un’introduzione e un indice ad una serie di altri articoli che verranno pubblicati singolarmente nelle prossime settimane.
Questo piccolo progetto nasce dal riconoscimento che molti cattolici, a forza di guardare “L’aria che tira”, si sono messi alla ricerca di uno Stato che intervenga e tolga il problema di essere giusti e caritatevoli. Ognuno ha le sue proposte: si parte da chi vuole stampare moneta perché così ci si riappropria delle “leve decisionali” fino ad arrivare a chi punta ad una decrescita felice secondo l’antico detto “chi si accontenta gode”, passando per chi condanna così fortemente il capitalismo che anche solo l’idea di investire i propri averi e le proprie capacità per migliorare la condizione in cui si vive è “un’azione pressante e invalidante”.
Da qui la necessità di evitare di parlare dei massimi sistemi o di spiegare cosa sono le criptovalute, nei prossimi articoli si cercherà di definire alcune parole di uso comune per tentare di creare una base solida per arrivare a giudicare e riconoscere cosa sta accadendo e cosa ci verrà proposto di votare alle prossime elezioni.
Ci tengo a dire che cercherò di essere il più breve e diretto possibile e che quanto scritto è per chi ama la libertà; se tu, lettore, preferisci il quieto vivere o la giustizia sociale cambia articolo. Se non condividi l’idea di Frédéric Bastiat secondo cui “Lo Stato è la grande finzione attraverso la quale tutti si danno da fare per vivere a spese di tutti” evita di commentare... Se non ti piace il liberalismo, inteso come quella corrente di pensiero che fin dalle proprie origini ha interpretato la resistenza della società civile di fronte alla classe politica e alle pretese (tendenzialmente illimitate e totalitarie) del potere “sovrano”, sei un socialista e spero che alla fine di questo breve percorso tu abbia cambiato idea.
Il socialismo è l’illusione di poter usare strumenti cattivi per fini buoni, occorre combattere gli strumenti sbagliati e non solo il loro utilizzo improprio; vi è una precedenza della natura e della proprietà rispetto alla legge, la quale sorge per tutelare i diritti individuali e non per inventarli.
Se hai letto fino a qua ti meriti di sapere di cosa tratterò nei prossimi articoli (i link verranno attivati al momento della pubblicazione):
1- Baratto, moneta e banconote
2- Mercato, speculazione e investimento
3- Inflazione e velocità della moneta
4- Banche (centrali e non)
Se sarò stato bravo, alla fine sarà chiaro a tutti perché ci sono alcuni pazzi che ritengono Bitcoin (e non l’euro) la versione digitale dell’oro e perché questo è così importante.
Questo piccolo progetto nasce dal riconoscimento che molti cattolici, a forza di guardare “L’aria che tira”, si sono messi alla ricerca di uno Stato che intervenga e tolga il problema di essere giusti e caritatevoli. Ognuno ha le sue proposte: si parte da chi vuole stampare moneta perché così ci si riappropria delle “leve decisionali” fino ad arrivare a chi punta ad una decrescita felice secondo l’antico detto “chi si accontenta gode”, passando per chi condanna così fortemente il capitalismo che anche solo l’idea di investire i propri averi e le proprie capacità per migliorare la condizione in cui si vive è “un’azione pressante e invalidante”.
Da qui la necessità di evitare di parlare dei massimi sistemi o di spiegare cosa sono le criptovalute, nei prossimi articoli si cercherà di definire alcune parole di uso comune per tentare di creare una base solida per arrivare a giudicare e riconoscere cosa sta accadendo e cosa ci verrà proposto di votare alle prossime elezioni.
Ci tengo a dire che cercherò di essere il più breve e diretto possibile e che quanto scritto è per chi ama la libertà; se tu, lettore, preferisci il quieto vivere o la giustizia sociale cambia articolo. Se non condividi l’idea di Frédéric Bastiat secondo cui “Lo Stato è la grande finzione attraverso la quale tutti si danno da fare per vivere a spese di tutti” evita di commentare... Se non ti piace il liberalismo, inteso come quella corrente di pensiero che fin dalle proprie origini ha interpretato la resistenza della società civile di fronte alla classe politica e alle pretese (tendenzialmente illimitate e totalitarie) del potere “sovrano”, sei un socialista e spero che alla fine di questo breve percorso tu abbia cambiato idea.
Il socialismo è l’illusione di poter usare strumenti cattivi per fini buoni, occorre combattere gli strumenti sbagliati e non solo il loro utilizzo improprio; vi è una precedenza della natura e della proprietà rispetto alla legge, la quale sorge per tutelare i diritti individuali e non per inventarli.
Se hai letto fino a qua ti meriti di sapere di cosa tratterò nei prossimi articoli (i link verranno attivati al momento della pubblicazione):
1- Baratto, moneta e banconote
2- Mercato, speculazione e investimento
3- Inflazione e velocità della moneta
4- Banche (centrali e non)
Se sarò stato bravo, alla fine sarà chiaro a tutti perché ci sono alcuni pazzi che ritengono Bitcoin (e non l’euro) la versione digitale dell’oro e perché questo è così importante.
sabato 2 dicembre 2017
Salmerìa 48.2017
BERGOGLIO, CL E L’ANTICRISTO (DI SOLOVEV) ALLE PRESE CON LA CANCELLAZIONE DI GESU’. GUARDARE IL PRESENTE ALLA LUCE DELLA DRAMMATICA PROFEZIA DI GIOVANNI PAOLO II - Lo Straniero
-
SENZA LO STATO CHI TI PAGA LA CASSA INTEGRAZIONE?
-
Attenti, per Macron fischiare a una donna è reato. E sulle fake-news è partita la campagna d'inverno - Rischio Calcolato
-
LE COLONIZZAZIONI IDEOLOGICHE SONO BESTEMMIA CONTRO DIO CREATORE
-
Aborto è genocidio (lo dice un'abortista)
-
The Ugly Truth About Net Neutrality: Google and Facebook Will Be Exempt from Regulations
-
Fare duecento metri di coda per una fetta di torta gratis. In compenso, niente IVA sul cibo per cani - Rischio Calcolato
-
Che cosa prevede la riforma fiscale di Trump e che effetti avrà sul lavoro
-
Quanti sono gli immobili costruiti abusivamente in Italia
-
Washington Post Reporter Admits There Is No Evidence to Support the Claim of Trump-Russia Collusion
-
830.000 firme in Polonia per il diritto alla vita dei disabili
-
SENZA LO STATO CHI TI PAGA LA CASSA INTEGRAZIONE?
-
Attenti, per Macron fischiare a una donna è reato. E sulle fake-news è partita la campagna d'inverno - Rischio Calcolato
-
LE COLONIZZAZIONI IDEOLOGICHE SONO BESTEMMIA CONTRO DIO CREATORE
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Aborto è genocidio (lo dice un'abortista)
-
The Ugly Truth About Net Neutrality: Google and Facebook Will Be Exempt from Regulations
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Fare duecento metri di coda per una fetta di torta gratis. In compenso, niente IVA sul cibo per cani - Rischio Calcolato
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Che cosa prevede la riforma fiscale di Trump e che effetti avrà sul lavoro
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Quanti sono gli immobili costruiti abusivamente in Italia
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Washington Post Reporter Admits There Is No Evidence to Support the Claim of Trump-Russia Collusion
-
830.000 firme in Polonia per il diritto alla vita dei disabili
giovedì 30 novembre 2017
mercoledì 29 novembre 2017
martedì 28 novembre 2017
Conversazione al fronte: "Intervista con la prof.ssa Anna Bono sul caso Zimbabwe"
Dopo 37 anni di dittatura, il dittatore dello Zimbabwe, Mugabe è stato destituito da un golpe militare, prima che potesse passare lo scettro alla moglie Grace. Il dittatore era al potere dal 1980.
Potere che ininterrottamente ha tenuto fino ad oggi, nel nome della lotta a un colonialismo che non c'era/non c’è; con il quale ha distrutto l'economia del suo paese, ha espropriato le terre dei proprietari terrieri bianchi.
Per approfondire meglio questi fatti di cronaca, si è contattato la professoressa Anna Bono, autorevole africanista e docente di Storia e Istituzioni dell'Africa presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Torino.
1) Cosa sta succedendo in Zimbabwe? Il colpo di stato da chi è stato ordito?
Il 15 novembre l’esercito ha preso il controllo del paese sostenendo di voler perseguire i “criminali autori di crimini”, responsabili delle difficoltà economiche e sociali che affliggono la popolazione. L’azione militare – ha spiegato il capo dei veterani della guerra d’indipendenza Chris Mutsvangwa nel dare appoggio all’iniziativa – “era necessaria a salvare uno stato che si trova sull’orlo di un abisso; questa è la fine di un capitolo molto doloroso e triste della storia di una nazione giovane in cui un presidente, invecchiato, si è arreso alla banda di ladri che circondano sua moglie”. Il presidente in questione è Robert Mugabe, 93 anni, al potere da 37, le cui deliranti politiche economiche hanno ridotto il paese alla bancarotta, accusato a ragione e ripetutamente di gravi violazioni dei diritti umani.
Di fatto l’intervento militare – non un colpo di stato, insistono i portavoce dell’esercito – è l’ultimo atto di una crisi politica nata all’interno del partito di governo, lo Zanu-PF, dallo scontro tra chi vuole come successore del presidente Mugabe la moglie Grace e chi invece sostiene l’ex vice presidente Emmerson Mnangagwa. Proprio l’improvvisa destituzione di quest’ultimo, chiaro segno che Mugabe asseconda le mire della moglie, ha fatto precipitare la situazione dall’esito tuttora incerto dal momento che l’anziano dittatore sta tentando con ogni mezzo di restare in carica.
2) C'entra la Cina, che ormai da anni sta "comprandosi letteralmente” l'Africa?
La Cina come altri stati, tra cui la Gran Bretagna di cui lo Zimbabwe è stato una colonia, si inserisce nella crisi schierata con l’ex vicepresidente Emmerson Mnangagwa e quindi con i militari e i leader politici che stanno tentando di mettere fine all’era di Mugabe. Pochi giorni prima dell’intervento militare Mnangagwa si era recato in Cina per colloqui, evidentemente per assicurarsi il sostegno del suo più importante partner commerciale. Come è noto Pechino, uno dei maggiori partner economici del continente africano, secondo soltanto all’Unione Europea, ha sempre sostenuto Mugabe economicamente e militarmente. Ma più che la perdita dell’alleanza cinese, il presidente sconta quella dei veterani dell’indipendenza, i militari finora fedeli che per decenni per lui hanno razziato, ucciso, torturato, minacciato i suoi avversari e chiunque ardisse contrastarlo. Sono loro che nel 2000 hanno occupato le grandi proprietà terriere confiscate con il pretesto di una riforma agraria, uccidendo i farmer bianchi che resistevano all’esproprio.
3) Per quale motivo le istituzioni internazionali, come il Parlamento Europeo, l’ONU, le grandi agenzie stampa, non denunciano tale espansione?
L’espansione cinese in Africa è frutto di accordi tra Pechino e vari governi africani. Ovviamente gli organismi internazionali non hanno facoltà di interferire in rapporti di partnership economica e politica tra stati sovrani. Si può denunciare il cattivo uso che gli africani fanno delle loro immense risorse naturali, e si fa in effetti, si può auspicare che adottino politiche economiche più responsabili. Per indurli a farlo uno strumento potrebbe essere la sospensione degli aiuti di cooperazione allo sviluppo e i contributi finanziari in genere. Ci sono stati africani, ad esempio il Burundi e il Malawi, i cui bilanci dipendono addirittura per circa il 40% da contributi finanziari forniti dalla cooperazione internazionale, in gran parte messi a disposizione dai paesi occidentali. Ma la tendenza è invece a incrementare gli aiuti come dimostrano ad esempio le recenti decisioni dell’Unione Europea.
4) Quali soluzioni per arginare tali problemi?
Se e dove gli accordi tra la Cina e uno stato africano risultano in un danno per l’economia di quel paese spetta al suo governo e ai suoi cittadini rimediare rinegoziando o sospendendo la partnership. Ma le leadership africane sono in gran parte, notoriamente, poco attente agli interessi nazionali, piuttosto orientate a servirsi del controllo sulle istituzioni politiche per fini e interessi privati, con il favore di un clima di corruzione dilagante. Tanti sono gli esempi: dalla Nigeria, dove miliardi di dollari guadagnati vendendo il petrolio, di cui il paese è primo produttore continentale, non vengono depositati nelle casse dello stato, al Sudan del sud, indipendente dal 2011 e devastato dal 2013 da una guerra civile che ne ha vanificato le prospettive di sviluppo, anche in questo caso fondate sullo sfruttamento di ricchi giacimenti di petrolio. È improbabile almeno nel breve periodo un “ravvedimento” dei governi africani.
Anche su Vita Diocesana Pinerolese
http://www.vitadiocesanapinerolese.it/attualita/lafrica-schiava-intervista-ad-anna-bono
Per approfondire meglio questi fatti di cronaca, si è contattato la professoressa Anna Bono, autorevole africanista e docente di Storia e Istituzioni dell'Africa presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Torino.
1) Cosa sta succedendo in Zimbabwe? Il colpo di stato da chi è stato ordito?
Il 15 novembre l’esercito ha preso il controllo del paese sostenendo di voler perseguire i “criminali autori di crimini”, responsabili delle difficoltà economiche e sociali che affliggono la popolazione. L’azione militare – ha spiegato il capo dei veterani della guerra d’indipendenza Chris Mutsvangwa nel dare appoggio all’iniziativa – “era necessaria a salvare uno stato che si trova sull’orlo di un abisso; questa è la fine di un capitolo molto doloroso e triste della storia di una nazione giovane in cui un presidente, invecchiato, si è arreso alla banda di ladri che circondano sua moglie”. Il presidente in questione è Robert Mugabe, 93 anni, al potere da 37, le cui deliranti politiche economiche hanno ridotto il paese alla bancarotta, accusato a ragione e ripetutamente di gravi violazioni dei diritti umani.
Di fatto l’intervento militare – non un colpo di stato, insistono i portavoce dell’esercito – è l’ultimo atto di una crisi politica nata all’interno del partito di governo, lo Zanu-PF, dallo scontro tra chi vuole come successore del presidente Mugabe la moglie Grace e chi invece sostiene l’ex vice presidente Emmerson Mnangagwa. Proprio l’improvvisa destituzione di quest’ultimo, chiaro segno che Mugabe asseconda le mire della moglie, ha fatto precipitare la situazione dall’esito tuttora incerto dal momento che l’anziano dittatore sta tentando con ogni mezzo di restare in carica.
2) C'entra la Cina, che ormai da anni sta "comprandosi letteralmente” l'Africa?
La Cina come altri stati, tra cui la Gran Bretagna di cui lo Zimbabwe è stato una colonia, si inserisce nella crisi schierata con l’ex vicepresidente Emmerson Mnangagwa e quindi con i militari e i leader politici che stanno tentando di mettere fine all’era di Mugabe. Pochi giorni prima dell’intervento militare Mnangagwa si era recato in Cina per colloqui, evidentemente per assicurarsi il sostegno del suo più importante partner commerciale. Come è noto Pechino, uno dei maggiori partner economici del continente africano, secondo soltanto all’Unione Europea, ha sempre sostenuto Mugabe economicamente e militarmente. Ma più che la perdita dell’alleanza cinese, il presidente sconta quella dei veterani dell’indipendenza, i militari finora fedeli che per decenni per lui hanno razziato, ucciso, torturato, minacciato i suoi avversari e chiunque ardisse contrastarlo. Sono loro che nel 2000 hanno occupato le grandi proprietà terriere confiscate con il pretesto di una riforma agraria, uccidendo i farmer bianchi che resistevano all’esproprio.
3) Per quale motivo le istituzioni internazionali, come il Parlamento Europeo, l’ONU, le grandi agenzie stampa, non denunciano tale espansione?
L’espansione cinese in Africa è frutto di accordi tra Pechino e vari governi africani. Ovviamente gli organismi internazionali non hanno facoltà di interferire in rapporti di partnership economica e politica tra stati sovrani. Si può denunciare il cattivo uso che gli africani fanno delle loro immense risorse naturali, e si fa in effetti, si può auspicare che adottino politiche economiche più responsabili. Per indurli a farlo uno strumento potrebbe essere la sospensione degli aiuti di cooperazione allo sviluppo e i contributi finanziari in genere. Ci sono stati africani, ad esempio il Burundi e il Malawi, i cui bilanci dipendono addirittura per circa il 40% da contributi finanziari forniti dalla cooperazione internazionale, in gran parte messi a disposizione dai paesi occidentali. Ma la tendenza è invece a incrementare gli aiuti come dimostrano ad esempio le recenti decisioni dell’Unione Europea.
4) Quali soluzioni per arginare tali problemi?
Se e dove gli accordi tra la Cina e uno stato africano risultano in un danno per l’economia di quel paese spetta al suo governo e ai suoi cittadini rimediare rinegoziando o sospendendo la partnership. Ma le leadership africane sono in gran parte, notoriamente, poco attente agli interessi nazionali, piuttosto orientate a servirsi del controllo sulle istituzioni politiche per fini e interessi privati, con il favore di un clima di corruzione dilagante. Tanti sono gli esempi: dalla Nigeria, dove miliardi di dollari guadagnati vendendo il petrolio, di cui il paese è primo produttore continentale, non vengono depositati nelle casse dello stato, al Sudan del sud, indipendente dal 2011 e devastato dal 2013 da una guerra civile che ne ha vanificato le prospettive di sviluppo, anche in questo caso fondate sullo sfruttamento di ricchi giacimenti di petrolio. È improbabile almeno nel breve periodo un “ravvedimento” dei governi africani.
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