giovedì 12 ottobre 2017

Obice: La pretesa di proteggere diventa censura della verità

Grazie ad un nuovo tentativo di censura e controllo ho scoperto l'esistenza dell'ennesimo istituto che si preoccupa di tutelare un utenza ritenuta troppo stupida, chissà quando riusciremo a capire che un organo centrale di tutela è molto più simile ad una dittatura che ad un papà che protegge ed educa.

La notizia a cui faccio riferimento è quella dell'ordine di ingiunzione a desistere inviata a Generazione Famiglia - La Manif Italia in riferimento al bus della libertà, mentre l'ente che si è preoccupato di giudicare come inappropriato il messaggio diffuso dal bus è l'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria.

L'IAP nasce nel 1963, in occasione del VII Congresso nazionale della pubblicità, nel quale fu ampiamente condivisa la relazione del dottor Roberto Cortopassi, co-fondatore dell’Istituto e presidente IAP per decenni, sulla responsabilità sociale della pubblicità. In quell'occasione le categorie pubblicitarie italiane si impegnarono a dar vita ad un Codice unitario, alla cui elaborazione contribuì l’avvenuta costituzione, nella stessa circostanza, di un Comitato permanente di collegamento tra le principali organizzazioni pubblicitarie.

Assieme ad un’incisiva serie di nuove norme sostanziali (trasparenza della pubblicità; rispetto delle convinzioni morali, civili e religiose; obbligo di segnalare i pericoli insiti in taluni prodotti; limiti alla pubblicità per le bevande alcoliche, per i cosmetici ed i viaggi organizzati), si crearono anche le premesse per decidere che tutti i membri del Giurì dovevano essere nominati tra esperti esterni al mondo della pubblicità, onde garantire la massima indipendenza e terzietà di giudizio. Una svolta che ha dato un contributo decisivo all’abbattimento delle residue posizioni di incredulità e sospetto.

Si era avviato così quel processo evolutivo che avrebbe costituito una delle caratteristiche peculiari dell’autodisciplina. Ben presto le revisioni del Codice diventarono pressoché annuali: l’edizione 2017 è la 63a, ciò significa un aggiornamento tempestivo e costante delle norme, indispensabile per stare al passo con l’evoluzione di un fenomeno dinamico qual è la comunicazione commerciale d’oggi, inserita nel marketing di un libero mercato in continua espansione.

Di tutto questo amore per la protezione del più debole rimane il fascino della censura che si è attuata su chi osa dire che "i bambini sono maschi e le bambine sono femmine".





È partita una petizione su CitizenGO intitolata "IO NON DESISTO! No alla censura dello IAP contro il Bus della Libertà" dove vengono dati ulteriori chiarimenti e ragioni di ciò che sta accadendo.
L'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) ha ordinato a CitizenGO Italia e a Generazione Famiglia di interrompere la sponsorizzazione della campagna sul Bus della Libertà condotta con i cartelloni affissi a Roma nelle scorse settimane, poiché il messaggio contro l'ideologia Gender nelle scuole - denunciata anche da Papa Francesco - sarebbe contrario alla dignità umana delle persone transgender e - questo è il colmo! - confonderebbe le idee dei bambini sull'identità sessuale, che non possiamo rappresentare come maschile e femminile. Assurdo!

Si tratta di un chiaro tentativo di imporre un pensiero unico politicamente corretto sulle tematiche che trattiamo, e buttarci fuori dal dibattito che trova negli spazi pubblicitari un mezzo di comunicazione fondamentale.

Firma e condividi la petizione per sostenere la nostra libertà di espressione.

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