lunedì 4 settembre 2017

Cappellano militare: Povero me, tiepido codardo

Non riesco a non sentire puzza di sepolcro, olezzo di carne putrefatta.

Pensavo fossero solo brevi istanti, poche parole, invisibili gesti che trattenevo sotto il giogo della mia volontà, giorno dopo giorno. Ed ora ecco qui: una cancrena. Perché ogni istante, ogni parola, ogni gesto per il quale ho voluto essere io salvezza, è già morto.

Nessuno di noi è salvatore, tutti siamo carne salvata se lo vogliamo. E quando questa carne, fatta di infiniti frammenti e trattenuta dalle mani avide dell'orgoglio e della superbia, è la mia, allora sono suicida; se è di un altro, allora sono carnefice. Quanta carne mia e di altri non ho lasciato salvare, solo perché avevo paura di perderla! Così è perduta quella carne, quella storia per la quale non sono nemmeno entrato in guerra per tenermela.

Beato Pietro, che ha il coraggio di dirGLI «Non ci sto!», beato Pietro che affronta il Cristo faccia a faccia, pronto ancora una volta a rimanere sconfitto per perdersi nel Suo sguardo! Povero me, tiepido codardo, che semplicemente LO lascio passare davanti a me su una strada che non voglio percorrere.

Povero me, che lascio la mia carne marcire all'ombra delle false sicurezze, invece di infiammarla al Sole dell'avventura della Vita.


Don Carlo Pizzocaro

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