giovedì 13 luglio 2017

Lettera dal fronte: L'uomo senza Dio è un navigante senza bussola e senza stelle

L'uomo, dal Seicento in qua, vuole fare a meno di Dio e fare di testa sua. Questo per sentirsi libero! Ma questo è l'inganno del maligno!

L'uomo vuol sentirsi libero, ma da cosa? Dai dogmi della religione che lo induce a credere nell'indimostrabile, che non può essere contenuto nella nostra mente limitata e che, quindi, va scartato in quanto irrazionale?

L'ha fatto tante volte e ha sempre fatto danni, per i popoli, e prodotto benefici per i ragni dell'economia mondiale, che "fanno la storia".

L'uomo si libera di Dio, per che cosa? Per buttare alle ortiche la parola di Dio e rendersi schiavo di una rete di regole, frutto della mente umana, limitata e, quindi, soggetta all'errore, che lo opprime, fino a soffocarlo.

La vicenda di Charlie si colloca proprio qui: Charlie ha bisogno di amore (già, ma che senso ha parlare di amore se l'Amore viene escluso dalla nostra vita?) e di cure, ma il suo diritto si scontra con il sapere scientifico (che non è mai definitivo!) di chi ritiene di poter decidere se il bimbo possa continuare a lottare oppure no, senza prendere in considerazione l'eventualità di altre soluzioni che la scienza, tuttavia, pare proporre. Il parere dei medici viene sottoposto all'attenzione di importanti collegi giudicanti, che lo recepiscono e, per Charlie è finita. Ma Dio, come la pensa? No, no! Lasciamo stare Dio! Piuttosto, visto l'interesse mediatico suscitato dalla vicenda, torniamo dagli stessi giudici: chissà che non cambino idea?

L'uomo senza Dio è un navigante senza bussola e senza stelle... meditate gente, meditate...


Paolo Garlando

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