lunedì 30 gennaio 2017

Come eravamo: Il volto di una presenza

Cattolici al lavoro in una società, quella italiana, di cui costituiscono un elemento significativo e determinante, e non solo per indubbi motivi storici, ma anche in ragione della loro presenza attuale. Questo libro fotografico non è altro che la documentazione visiva di tre mesi di questo lavoro a Milano nel periodo compreso fra il 31 marzo e il 5 luglio 1981.

È una documentazione parziale, perché da un lato riguarda solo una parte, la più fotografabile appunto, di tale lavoro, e dall'altro si riferisce ad una città soltanto delle moltissime in cui tale presenza è pubblica ed esplicita. È tuttavia una documentazione suggestiva poiché si riferisce alla città che è forse il centro della ripresa del movimento cattolico in Italia e perché illustra episodi-chiave di un periodo che è stato cruciale e significativo. Cruciale per la società italiana e significativo, soprattutto, per centinaia di migliaia di persone, che hanno sperimentato la razionalità della posizione umana che nasce dalla fede, e hanno cominciato a porsi con coraggio di fronte alla responsabilità di costruire una civiltà per l'uomo.

La vita - personale e sociale - acquista un significato dall'assunzione del compito che ad essa è affidato. La percezione di tale significato rende disponibili e dà forza per una battaglia ideale. Intendiamo per battaglia ideale l'impegno della propria persona e delle proprie energie non per il raggiungimento di un tornaconto o per l'affermazione di un progetto ideologico, ma in vista del fatto che l'uomo possa vivere ed esprimersi in pienezza secondo la sua identità e la sua cultura. È quanto molti cattolici hanno scoperto o riscoperto in questi mesi. Ed è quanto da tempo altri cattolici - assieme ad uomini diversi di buona volontà - vanno sperimentando, impegnati in un lavoro capillare di presenza negli ambiti della società.

Non è politica tutto questo? Noi crediamo che questo sia il fondamento della politica, e il contenuto principale del fare politica. È comunque un modo di fare politica che oggi coinvolge, impegna ed affascina molto di più dei modi usuali dei partiti e partitini di sinistra, di destra e di centro. È un fare politica che realizza la presenza alle manifestazioni per l'unità dei lavoratori, e due mesi dopo fa ripercorrere le stesse strade in bicicletta o sugli schettini con la stessa consapevolezza, in una festa di famiglie e di popolo. È un fare politica che spinge a battersi per il rispetto della vita e la promozione della dignità dell'uomo in un confronto referendario, e poi fa cantare e ballare, svolgere ricerca culturale e realizzare convegni internazionali di studio.

Contro questo stile di presenza e di lavoro sociale, anche in questi mesi si è levata la rabbiosa obiezione di chi giudica i cristiani degni solo di stare in chiesa: un'obiezione che spesso non ha esitato a ricorrere all'attacco e alla violenza fisica. È quanto viene documentato in queste pagine dalla cronaca visiva dell'aggressione ai lavoratori del Movimento Popolare durante il corteo del 1° maggio, aggressione condotta da parte di elementi organizzati della sinistra e dell'ultrasinistra (alleate per l'occasione). Episodi come questo, e altri che avrebbero potuto essere riprodotti, dimostrano obiettivamente che un certo aggregato di forze - che stanno sia dentro che fuori dei partiti della sinistra tradizionale, e più in genere del fronte «laico» - nega che i cristiani abbiano diritto ad una presenza pubblica in fabbrica, nelle scuole, nelle università, nelle piazze, a meno che tale presenza abbia luogo in forma anonima e all'interno di posizioni culturali ed organizzative subalterne al fronte «laico» medesimo. E per negare questo spazio ogni mezzo è buono, dalla diffamazione e dall'intimidazione a mezzo stampa alle manganellate.

A tale disegno di repressione e di emarginazione a viva forza, i cattolici rispondono non solo resistendo, come è accaduto in Piazza Duomo lo scorso 1° maggio, ma anche affermando la presenza di una visione del mondo che, essendo concreta, inevitabilmente produce gesti, luoghi, espressioni: insomma produce vita. Anzi, non è nemmeno esatto dire che con questo innanzitutto i cattolici rispondono a chi li vorrebbe veder sparire dalla società italiana. I cattolici innanzitutto ci sono, vivono e si esprimono. E con questa loro vita, fra l'altro, rispondono a chi li vorrebbe ammutoliti, subalterni e senza una propria identità e una propria cultura.

Il volume documenta poi altri momenti di questi tre mesi a Milano: il lavoro di proposta e di campagna elettorale per il rinnovo delle rappresentanze studentesche nelle Università; la partecipazione alla battaglia in difesa della vita nell'occasione dei referendum sull'aborto indetti per lo scorso 17 maggio; le commosse manifestazioni di preghiera e di solidarietà a Giovanni Paolo II dopo l'attentato; il Convegno indetto dal Movimento Popolare sul tema «Medicina, assistenza e il bisogno dell' uomo oggi»; il Colloquio internazionale a un anno dall'allocuzione di Giovanni Paolo II all'Unesco, promosso dal Centro Culturale S. Carlo; la manifestazione del 2 giugno al Palalido per confermare il lavoro di chi si è impegnato a favore della vita e sottolineare l'impegno a continuarlo al di là dell'esito del referendum; l'Happening al Monte Stella, la grande festa popolare che ha concluso, gli scorsi 4-5 luglio, oltre tre mesi carichi di avvenimenti, di esperienze e di speranze tutt'altro che deluse.


Movimento Popolare - Estate 1981

Questa è la nostra vittoria: il successo infatti lo dà il numero dei voti, ma la nostra vittoria è il cambiamento del nostro cuore e della compagnia attorno a noi, generato dall'obbedienza alla verità che abbiamo incontrato. Il compito adesso è quello della presenza, ovunque, nella società, per rendere ragione della nostra fede e della cultura che essa genera.

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