domenica 16 ottobre 2016

Obice: I fondamentalisti brutti e cattivi spaventano i progressisti

È una storia che ha origini lontane e che è diventata di carattere popolare dopo l’intervista a Mons. Negri, inutile dire che, come abbiamo già detto in passato, noi siamo dalla sua parte.

La prima cosa da dire è che Maurizio Vitali è un gran rosicone, che a Gnocchi e a De Mattei neanche gli lega le scarpe.

Probabilmente li sta sfruttando per farsi pubblicità, anche perché gli rode che a lui non se lo incula nessuno (cioè davvero, ma chi è? Ignoravo bellamente l'esistenza della sua rivista e di Vitali stesso. Quanti lettori ha, tre?)

Ritengo anche che nessuno degli elencati abbia ammazzato la moglie o la suocera (lo disse il papa dei fondamentalisti cristiani) e che finire in una lista del genere è un onore se gli avversari sono gente come lui.

Cercherò ora di spiegare brevemente cosa vuol dire fondamentalismo e cosa progressismo, di sfatare il mito che “i progressisti sono buoni” e di utilizzare il meno possibile i termini “ponte” e “muro” perché mi stanno sul cazzo non voglio fare confusione.

Il progressismo consiste nel trattare come relativa la verità rivelata, nel cambiarla il più presto possibile, nel dare agli uomini una libertà della quale in breve non sapranno che farsi, di fronte all’Assoluto.

Progressista è chi ritiene sufficiente la sola capacità dell’uomo per capire la differenza tra giusto e sbagliato, ritiene che chi dice cosa è giusto e cosa non lo è sia un violento, dotato di clava, che impone la legge agli altri e li rende tristi.

Il progressismo quindi coincide col relativismo e all’uomo non rimane altro che capire in quali circostanze è contento e permanere in quelle condizioni, nella speranza di essere felice per il resto dei suoi giorni.

Naturalmente non tutte le persone etichettate come progressisti sanno queste cose ma accettano le conseguenze e le logiche deduzioni di quello che ignorano.

Con il termine fondamentalismo si intende genericamente qualunque lettura letterale e dogmatica di testi sacri che assuma i relativi precetti a fondamenti rifiutando ogni ideologia o interpretazione anche minimamente in contrasto con essi.

Detto questo, Maurizio Vitali ha tentato di riportare il “panorama italiano” del “fondamentalismo diffuso dai contorni fluidi”, che ormai si è impossessato del bruttissimo mondo del webbe, perché “impaurito” dalla proposta di papa Fra che richiede troppo coraggio per dei poveri uomini che si “scandalizzano” per “l’ingiustizia della misericordia”. Un papa che scandalizza perché quando parla, se non ti dicono chi è, pensi che sia la Boldrini.

Quello a cui mi riferisco è un testo che il povero Maurizio avrebbe dovuto tenere nel cassetto fino all’approvazione della nuova legge sul cyberbullismo in modo da riuscire veramente a disfarsi dei suoi nemici, visto che non si è fatto problemi a fare una vera e propria lista di siti brutti e cattivi che guai-a-te-se-leggi-sennò-sei-brutto-e-cattivo-anche-tu.

Nell’introduzione il nostro amico sottolinea l’importanza di contare quanti sono i cattivi ma invita subito i poveri disarmati a non perdere il coraggio perché “di solito i fondamentalisti sono particolarmente attivi così da sembrare più numerosi di quanto sono” e sottolinea il fatto che nella chiesa sono sempre esistiti i “rissosi fondamentalisti” ma ora si sta verificando un preoccupante “revival”.

Tralascio bellamente le chiacchiere più divertenti e lascio al lettore la ripresa sia dell’intervista ad Introvigne che il racconto di quanto tempo ha passato su questi siti il nostro eroe, sperando che almeno abbia utilizzato adblock in modo da non essere complice di questi cattivoni che mettono la pubblicità sui loro blog.

Una cosa su cui affondo il colpo, invece, è la penosa conclusione fatta di “telegrafiche osservazioni” in cui compaiono una quantità di termini valigia che pare una diaconia del CLU.

Tenterò di rendere vere le frasi che ha scritto, facendo delle “telegrafiche modifiche”

  1. Nel cristianesimo vero la forma, quindi non solo i principi e le istituzioni ma anche l’aspetto più apparentemente estetico, sono parte integrante ed essenziale per il riproporsi dell’avvenimento, quell’avvenimento che sviluppa l’utilizzo della ragione.

    È la ragione che permette di dare dei giudizi e per la conversione, che è richiesta ogni giorno della vita, unica prerogativa è dare un giudizio ragionevole.

    La personalizzazione della fede non è crearsi una fede personale ma riconoscere con un giudizio personale la ragionevolezza delle proposte della chiesa, che sono sempre le stesse da 2000 anni.
  2. L’unico modo per rendersi continuamente consapevoli che la fede non è insignificante rispetto al vivere è vivere la fede in tutte le circostanze. Per fare questo occorre educarsi e lo strumento che da sempre esiste veniva riassunto con il termine di “circostanza privilegiata”, che in ultimo è una delle tante odiate opere, uno spazio fisico in cui si fanno le stesse cose che fanno tutti gli altri però meglio, perché a farle sono i cattolici.
  3. Il mondo degli scandalizzati ed impauriti ancora non l'ho visto, ho visto e conosciuto un sacco di gente che scendeva e scenderà nelle piazze ma questo non mi sembra un atteggiamento tipico di chi ha paura. Ho anche visto tante persone che se ne sono allegramente fregate, ma neanche questo è tipico di chi si scandalizza o ha paura.

    Scrivo comunque qualcosa anche sul punto tre perché è forse il più fitto di cazzate.

    L’altro non è una minaccia ma un essere a cui voler bene, e come tale non possiamo esimerci dal proporgli l’unica strada che conosciamo per la felicità, che per un cattolico è esattamente la strada che propone la chiesa. All’altro (extracomunitario, ateo, gay...) non si può tacere il fatto che la via alla felicità non è seguire i propri istinti o sentimenti, non è ottenere una legge che lo legittima a “scegliere la via facile” che gli risolverà i problemi. Non è ragionevole neanche far finta che questa legge non esista perché sarebbe come sapere che la fonte dell’acqua del paese è avvelenata e non avvisassi nessuno giustificandomi con il fatto che “prima o poi lo capiranno da soli con la loro esperienza”.

    L’altro è un bene per me nella misura in cui mi muove verso il Vero.

Ora, visto che si sta facendo questa divisione tra buoni e cattivi e che, come storicamente si è sempre fatto, è chi fa la divisione che si autoproclama buono, consiglio a questi ultimi di seguire il consiglio di Giussani, “organizza una secessione! Perché no? La libertà è fondamentale” se non ti piace come è storicamente vattene, ciao! Faremo a meno di te senza alcun problema, ma smettila di rendere faticosa la permanenza ai coinquilini sperando che ti lascino casa libera.

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