venerdì 23 settembre 2016

Giornale murale: Le forme della presenza cristiana nella società di oggi: quale testimonianza dell'incontro con Cristo?

Il dibattito dentro Comunione e Liberazione interessa tutta la Chiesa


Alla fine di agosto scorso si è tenuto a Rimini l'annuale Meeting per l'Amicizia tra i Popoli di Comunione e Liberazione ed è stata un'altra occasione per portare alla luce un dibattito serio sulla natura del Movimento. Comunione e Liberazione ha le capacità e i numeri per condurre da solo questo confronto e non c'è bisogno di interventi dall'esterno. Però, le tematiche sul tappeto non riguardano solo i Ciellini, ma la Chiesa intera, perché toccano la questione dell'essenza della fede e del rapporto della Chiesa con il mondo. Per questo ce ne occupiamo, non per soffiare dall'esterno su una polemica, ma per renderci conto della posta in gioco, che ci interessa tutti come cristiani.

Evoluzione del Meeting? 
Secondo qualcuno da qualche anno il Meeting di Rimini è cambiato. lo stesso nell'agosto 2015 scrivevo che «Un Meeting dal programma cosi attento a non disturbare i manovratori non si era mai visto. Scarse le proposte controcorrente. Scarse le proposte cattoliche. Molti gli incontri aziendali ed economici, molti i rappresentanti delle istituzioni invitati, da Monica Maggioni a Domenico Delrio, dal premier Renzi a Roberto Maroni, da Francesco Rutelli al ministro Gentiloni. Molto composti ed equilibrati gli incontri interreligiosi. Perfino il tema della scuola, tanto caro a Comunione e liberazione, è stato trattato in sordina, affidato a Luigi Berlinguer l'incontro aveva per titolo "statale o paritaria purché sia migliore". In tutto il Meeting non c'è stato un accenno alla libertà di educazione, e perfino il tema della sussidiarietà è stato confinato in un incontro del gruppo interparlamentare per la sussidiarietà. Completamente assenti le grandi sfide di oggi: la vita, la procreazione, la denatalità, le unioni civili, il gender, l'eterologa, le nuove forme di famiglia distruttive della famiglia, l'utero in affitto, la lotta alle leggi ingiuste. Eppoi i grandi applausi per il premier Renzi che con Comunione e Liberazione non si sa cosa ci azzecchi. Dimenticato il suo centralismo statalista, le leggi contro la famiglia, l'assenza del governo sull'eterologa, la discutibilissima legge sulla scuola». Questo scrivevo nel 2015, ma salverei lo stesso dopo l'edizione del Meeting di quest'anno, solo cambiando i nomi e tenendo conto che, purtroppo, nel frattempo è stata approvata la Cirinnà.

Comunione e liberazione e il Family Day 
A proposito di Cirinnà e di Family Day. Qualcuno riteneva che per Comunione e Liberazione l'incontro con Cristo fosse inteso come completamente coinvolgente non solo sul piano personale ma anche, e soprattutto, su quello comunitario, e che a partire a quell'incontro, da viversi nella comunità, Comunione e Liberazione dovesse giudicare tutto e intervenire su tutto, dovesse porsi nella storia e in pubblico, perché nella storia e in pubblico era avvenuto quell'incontro con Cristo, dovesse attuare una presenza di popolo. Ci sono leggi sbagliate da combattere? Comunione e Liberazione non avrebbe mai fatto mancare la sua mancanza. Invece al Family Day del febbraio 2016, ma prima anche a quello del giugno 2015. Comunione e Liberazione non c'era. Come se l'impegno per la difesa del piano naturale anche mediante una presenza pubblica di popolo non fosse di per sé giustificato e fosse altra cosa rispetto all'incontro con Cristo. Comunione e Liberazione ripete che la fede è una "esperienza" di Cristo, è un toccare con mano, un vedere la concreta possibilità che il desiderio di assoluto sia realizzato. Ma questo Cristo che incontriamo in questa "esperienza" non è anche in Logos di Dio? La Sapienza creatrice? E come è possibile separare l'incontro con lui dalla sua difesa in pubblico del Creato, della legge morale naturale, della densità umana del matrimonio e della procreazione? 

Nei decenni scorsi la manualistica distingueva tra una spiritualità della presenza — che veniva identificata soprattutto in Comunione e Liberazione — e una spiritualità della mediazione — che veniva identificata soprattutto nell'Azione Cattolica. Sono due modi molto diversi di intendere la presenza del cristiano nel mondo. La prima prevedeva una presenza pubblica di popolo in quanto il Corpo di Cristo vive in eterno nella storia e quanto è umano sparisce senza l'efficacia storica della fede cristiana, come insegnava Guardini. La seconda invece prevedeva una presenza individuale del cristiano — potremmo dire alla spicciolata —, priva di una identità di fede comunitaria e non solo individuale pubblicamente dichiarata, come insegnavano certe interpretazioni di Maritain. Secondo la prima, la comunità cristiana dà luogo a delle "opere", segno e luogo dell'incontro con Cristo, per la seconda invece nel mondo secolare non possono darsi opere segnate dalla fede. 

Per questo motivo l'assenza ufficiale di Comunione e Liberazione al Circo Massimo ha stupito e fatto pensare molti, anche se singoli appartenenti al movimenta da soli o in gruppi, hanno partecipato e in numero anche consistente. 

Le tesi di Massimo Borghesi 
Uno dei filosofi di riferimento di Comunione e Liberazione è Massimo Borghesi, che nelle sue ultime opere ha sostanzialmente accettato la secolarità e il pluralismo dell'attuale fase storica nella sua irriducibile positività e conclusività. Come se oggi la presenza del Cristiano non dovesse più pensare che ogni elemento della vita ha Dio come fine ultimo ma, al contrario, considerasse questa affermazione come una violenza, una militanza invece che una testimonianza, un proselitismo. Alla costruzione di opere in cui Dio come fine ultimo dell'esistenza potesse essere pubblicamente visibile e toccabile da tutti, viene quindi sostituito il dialogo, l'ascolto, il camminare insieme. Secondo qualcuno si tratta di una sostituzione della logica della presenza con quella della mediazione. 

Tutto questo ha suscitato in Comunione e Liberazione un considerevole e serio dibattito, che non è assolutamente lecito derubricare a polemica. Julian Carron ha concesso diverse interviste, due sacerdoti di CL, don Gabriele Mangiarotti e don Matteo Grazioli, hanno pubblicato due lettere aperte in cui sottolineano con rispetto alcune serie difficoltà. I toni duri rispecchiano la gravità del vissuto e denotano l'importanza che questa discussione ha per tutta la Chiesa. 


Vita Nuova del 16 settembre 2016
Stefano Fontana 

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