domenica 10 gennaio 2016

Obice: Perché occorre fermare il ddl Cirinnà

Il ddl Cirinnà bis è alla porte. Tale decreto, già ddl 14 depositato nel 2013, alla quarta riscrittura e senza aver ottenuto neanche mezzo minuto di passaggio in commissione (procedura platealmente incostituzionale) approderà il 26 gennaio 2016 al Senato.
Vediamo un po’ se riusciamo ad essere d’aiuto a molti, nonostante il clima poco democratico e incostituzionale. Saremo sintetici, pochi punti per dire come la pensiamo e sperare di aiutare quei molti a fare la scelta giusta: lottare per fermare la perniciosa deriva antropologica.
Se a qualcuno risulteremo impopolari, sappia che non ci importa: corriamo il rischio di non piacere, perché qui non si “discute” delle squadre di calcio o del gusto del gelato, ma della realtà, del bene e del male: di questioni fondamentali/vitali.
In gioco c’è il destino dell’uomo. Ecco, per questo non possiamo che stare dalla parte dei più deboli, i bambini.

1. L’omogenitorialità: non esiste. Un figlio nasce solo dall'unione di una donna e di un uomo. Tutti noi abbiamo una mamma e un papà. Tutto qui: dono, verità magnifici!

2. L’OMS parla chiaramente di educazione sessuale ai bambini da 0 a 4 anni, altro che! Domanda: come può un bimbo che non ha nemmeno l’apparato genitale sviluppato, ecco!, sentire tale tema come interessante e importante?
A noi sembra che una tale “preoccupazione infondata” sia dannosa, perché interviene pesantemente e precocemente nella vita di una giovane persona e della sua famiglia: i genitori subiscono un inaccettabile attacco, che riduce la propria autorità in materia di educazione (l’Europa e l’Italia tutelano ancora ciò nelle proprie Carte), attraverso non chiare ragioni scientifiche; non solo, temiamo che sia funzionale all’ipersessualizzazione dell’uomo fin dalla più tenera età: non è difficile immaginarsi lo scenario che ne consegue.

3. Il fatto che non debba picchiare uno solo perché è cattolico, ha un orientamento omosessuale, non me lo dice la legge ma il buon senso, il cuore e il rispetto umano.

4. Per noi il matrimonio (l’etimologia non sbaglia) è l’unione tra un uomo e una donna, che si giurano fedeltà per tutta la vita e si preparano ad accogliere vite. Non a caso i figli necessitano di un rapporto così stabile e duraturo, per la propria crescita e soprattutto mamma e papà da cui nascono (sembra una banalità ma oggi siamo portati a non dare nulla per scontato). Una situazione che nasce da un’esigenza reale della persona umana, che precede cultura e politica. Questo è stato per millenni. Dal matrimonio derivano diritti e doveri. E arriviamo a smascherare una certa pretesa: la battaglia per il “matrimonio omosessuale” non è una battaglia per la conquista di un nome, è la battaglia per i diritti che ne conseguono.
Quindi, arriviamo ai tre fondamentali temi di controversia: il diritto “a formarsi una famiglia”, il diritto di successione e il diritto alla reversibilità della pensione
Diritti che noi contestiamo possano essere riconosciuti fuori dal matrimonio tra un uomo e una donna. Ricordiamoci ancora che “non c’è matrimonio senza mate”.

5. Se il matrimonio è solo un timbro pubblico sul proprio amore e lo Stato dovesse riconoscere il “Love is Love”, disconoscendo quanto detto sopra e rompendo così il principio sacro per millenni che il matrimonio c’è solo quando un uomo e una donna si uniscono, perché non aprire anche alla poligamia, al poliamore di ogni specie: dalla “famiglia” composta da 3 papà, da un papà e 4 mamme, a quella con un papà il proprio cane e il figlio ottenuto tramite una madre surrogata etc… Se l’amore che una mamma e un papà possono dare al proprio figlio non conta, bisogna considerare seriamente queste domande!
Ricordiamoci, finché c’è ancora senso comune: se rompiamo la sacralità del vincolo matrimoniale tra uomo e donna, ogni rapporto “stabile” potrà alla lunga divenire “matrimonio” e di conseguenza diritto incontestabile: ecco l’esempio concreto, e non di chiacchiera fuffa, che ci ricorda a cosa serve il ddl Scalfarotto!

6. Se due uomini o due donne possono “sposarsi”, e la loro unione equivale al matrimonio tra un uomo e una donna, ne deriva il pieno diritto a “formarsi una famiglia”. Non solo potranno adottare, come ricorda Cirinnà, avranno anche il diritto a forzare la natura per ottenere un figlio: la maternità surrogata sarà tutelata! Ci sono tanti precedenti che confermano ciò, negli Stati Uniti, in Gran Bretagna grazie alla coppia Elton John e suo “marito”… E non dimentichiamo la Cedu, quando ricorda agli stati membri dell’Ue che se riconoscono alle coppie dello stesso sesso diritti e doveri simili o uguali per tutto al matrimonio tra un uomo e una donna, a tale formazione sociale dovrà anche corrispondere la possibilità di avere figli”. Dunque, se la logica non inganna: l’unico modo che due persone dello stesso sesso hanno per avere un figlio, è quello di ricorrere ad una “madre surrogata”, all’utero in affitto.
Si faccia attenzione: non è una minaccia farlocca, spauracchio messo in circolazione per montare un complotto ad hoc orchestrato dai cattolici ma un vero problema, che a tante cliniche fa guadagnare in nome di un vero biobusiness e grazie allo sfruttamento delle donne! Riconosciuto come tale dalle femministe italiane di “Senonoraquando” e da Sylviane Agacinsky, importante rappresentante del femminismo francese e mondiale.

7. Qualora fossero rese uguali le unioni tra persone dello stesso e il Matrimonio, l’impatto di tale scelta su quel poco di certo che resiste, nel nostro mondo sempre più confuso e instabile, sarebbe devastante, sia sulle persone che sui conti pubblici in materia di previdenza.
La battaglia per il “matrimonio” omosessuale è solo una battaglia ideologica, di bandiera. Serve ad indebolire e devastare l’istituto millenario del Matrimonio tra un uomo e una donna. Ma oggi dirlo equivale a far muovere i pasdaran liberal del politicamente corretto; sempre pronti a contrastare qualsiasi discriminazione, ma appena qualcuno mostra un’opinione diversa, sono i primi a discriminare.
Le persone di orientamento omosessuale non amano “sposarsi”. Per dire queste cose, usiamo la forza dei fatti, dei numeri, facciamo i “pokeristi” e i realisti: non a caso ci piacciono Mario Adinolfi, Costanza Miriano, Gandolfini, Amato, Pillon, Antonio Livi, Messori e gli altri grandi eroi del buon senso.
Prendiamo il caso dell’Olanda, ove da più tempo esiste una legislazione che estende l’istituto matrimoniale anche alle persone dello stesso sesso: si è passati dai 2500 “matrimoni” tra due uomini o due donne del 2001 ai 1.100 del 2005. Complessivamente in Olanda l’80% delle coppie uomo-donna sono sposate, contro un 10% di quelle formate da persone dello stesso sesso. Per non parlare della Francia, che non fa figure migliori: qui il presidente Hollande ha voluto a tutti i costi e contro milioni di persone scese in piazza (non furono considerate: la democrazia esiste?) il “mariage pour tous”: nel primo trimestre di applicazione si contano solo 596 unioni tra persone dello stesso sesso.
Ora il caso italiano, che più ci riguarda. Qui il battage ideologico, che non ha nulla da invidiare ai Paesi sopra citati, ha espresso i registri comunali delle coppie di fatto. Clamoroso: sono praticamente vuoti! Si pensi al caso di Pisa. Qui il comune aprì il registro nel 1998 e nei quindici anni trascorsi da allora ad oggi ha registrato appena 20 coppie.
Inoltre, la ricerca più approfondita compiuta sul mondo gay e lesbico italiano: “Omosessuali moderni. Gay e lesbiche italiani”, di Marzio Barbagli e Asher Colombo (ed. Mulino e non Editrice Vaticana) dimostra che in generale due terzi dei rapporti omosessuali “stabili” non arrivi ai cinque di durata.
Quindi i numeri, i fatti provocano delle domande: legami di questo tipo, piuttosto labili anche nelle tempistiche, meritano il nome di matrimonio?
Perché devastare, desacralizzare il Matrimonio tra un uomo e una donna, istituzione millenaria, negandole la radice di senso?
I fatti concreti, perché reali come il sole che sorge, l’aria che respiriamo, il verde delle foglie, ci dicono che il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso non è un’emergenza, e nemmeno una necessita. Semplicemente, è un’arma al servizio della deriva antropologica che vuole rendere schiavo l’uomo, sradicandolo da ciò che ha di più caro, la famiglia: la mamma il papà i nonni gli zii i fratelli etc… Insomma una storia meravigliosa fatta di persone che si amano concretamente e formano quella comunità umana di base, in cui ogni uomo affonda le radici del proprio futuro.

8. Siamo favorevoli a una disciplina delle convivenze, anche omosessuali, che riconosca i diritti individuali fondamentali, dalla visita in ospedale e in carcere ai diritti relativi all'abitazione, sul modello della proposta Sacconi-Pagano, che parte da una situazione preesistente già favorevole. Però, con Cirinnà e gli altri ddl simili, purtroppo non troviamo una disciplina dei diritti individuali ma una nuova versione di simil-matrimonio.
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