martedì 26 gennaio 2016

Obice: Chiamata alle armi

La chiamata che rivolgiamo a tutti è quella di essere baluardo fedele delle nostre contrade, noi, purificati dal dovere pericolosamente compiuto, eleviamo l'animo a Te, o Signore, che proteggi le nostre Mamme, le nostre spose, i nostri figli e fratelli lontani, e ci aiuti ad essere degni delle glorie dei nostri Avi.

Tenteremo di raccogliere tutto le informazioni e ciò che può aiutare a capire perché ci sarà una nuova manifestazione di piazza, questo perché non rimanga solo un parere, perché come diceva Gaber "si sa, i pareri son come i coglioni, ognuno c'ha i suoi", ma diventi sempre più un giudizio.

Da mercoledì 13 gennaio, vi è un nuovo ordine di priorità che si sono dati in Senato, il ddl Cirinnà bis verrà infatti dibattuto il 28 e non più il 26, per lasciare spazio alla "questione banche" e al Decreto Ilva; altra notizia importante è che Forza Italia ha trovato un accordo e deciso di votare NO.

Dunque, il punto è che si sta organizzando una nuova mobilitazione per contrastare DDL Cirinnà, e a sto giro pure quelli che ci davano degli "ideologici" faranno inversione a U e diranno che manifestare è bello

noi siamo sempre stati a favore di queste manifestazioni e vi terremo aggiornati su tutto ciò che ne riguarda.

Iniziamo con il riportare gli ultimi due comunicati della segreteria di Difendiamo i nostri figli.
Atteso grande afflusso per il nuovo family day 
Considerato il grande riscontro di adesioni e un previsto afflusso di molto superiore rispetto alla manifestazione dello scorso 20 giugno, il Comitato Difendiamo i Nostri Figli ha valutato di modificare il programma del Family day che si terrà sabato 30 gennaio a Roma, annunciando un raduno statico a Circo Massimo. Per agevolare gli arrivi, l’area di Circo Massimo sarà accessibile dalle ore 12.00; la manifestazione inizierà alle 14.00 e si concluderà alle 16.30.
Il programma dell’iniziativa sarà comunicato nei prossimi giorni; sono comunque già previsti interventi di diverso taglio da parte di esperti giuristi, testimonianze di famiglie, e le conclusioni del neurochirurgo e presidente del comitato "Difendiamo i Nostri Figli", Massimo Gandolfini.
“Con grande soddisfazione, abbiamo registrato, fin da subito, una massiccia risposta alla convocazione del Family day, da tempo richiesta a gran voce e con determinazione dal nostro popolo, – spiega il prof. Massimo Gandolfini - tanto che il favore incontrato ha spinto il comitato al cambiamento di piazza e di programma”.  
Roma, 20 gennaio 2016 
Comitato Difendiamo i Nostri Figli

Family day: attivo portale on-line ufficiale dell'evento
Il Comitato Difendiamo i Nostri Figli, promotore del Family Day del prossimo 30 gennaio al Circo Massimo di Roma, comunica che da ieri è attiva la piattaforma on-line ufficiale dell'evento, all'indirizzo www.familyday2016.it
Il portale raccoglie tutte le informazioni necessarie per raggiungere Roma tramite pullman (comunicando con urgenza ogni informazione utile alla mail trasporti@difendiamoinostrifigli.it) e treno (con i pacchetti di sconto propri dei servizi di Trenitalia e Italo). 
Quanto all'utilizzo del sistema di trasporto pubblico di Roma Capitale, il Comitato smentisce quanto riportato da alcune agenzie di stampa circa la stipula di specifici accordi tra l'azienda ATAC e il Comitato stesso, chiarendo soprattutto che l'ordinaria formula di agevolazione prevista per le occasioni di alta affluenza in città si applica a partire da una spesa minima di 1500€. Si segnalano il sito www.atac.roma.it per ogni ulteriore approfondimento e l'indirizzo grandiclienti@atac.roma.it per un contatto diretto con l'azienda. 
Roma, 20 gennaio 2016 
Comitato Difendiamo i Nostri Figli 

Riportiamo anche il comunicato dell'8 Gennaio delle Sentinelle in piedi
Il prossimo 26 gennaio comincerà l’iter al Senato del testo sulle cosiddette “unioni civili”, ancora una volta diciamo cosiddette perché il ddl Cirinnà di civile non ha nulla dal momento che è strutturato per delegittimare e disintegrare la cellula fondamentale della nostra società, ovvero la famiglia.
Disintegrazione del matrimonio. Questo testo viene presentato come uno strumento necessario a garantire dei diritti ad una supposta categoria di persone discriminate per il loro orientamento sessuale. Basta il buon senso per capire che non è così. Il matrimonio in Italia è consentito a tutti, non è precluso a nessuno (purché maggiorenni e non già sposati chiaramente), ed è fondato sull’unione stabile e fedele tra un uomo e una donna. Istituire un’unione tra due uomini o due donne ed equipararla al matrimonio non significa dunque estendere un diritto a chi non ce l’ha, significa invece ridefinire il matrimonio che, a questo punto, non sarebbe più fondato sulla complementarietà sessuale e la potenzialità generativa bensì su una “preferenza” sessuale o, come va di moda dire ultimamente, “sull’amore” inteso unicamente come sentimento ed emozione. Ma il matrimonio non ha nulla a che fare con il sentimento, la parola “amore” non si trova negli articoli del Codice Civile poiché la disciplina del matrimonio parla di diritti e di doveri fra marito e moglie e nei confronti dei figli, parla di obbligo reciproco alla fedeltà, di assistenza morale e materiale, di fissare l’indirizzo della vita famigliare. La nostra Costituzione ri-conosce la famiglia (ovvero prende atto che esiste da prima della Carta) come cellula primaria della società poiché la stessa è l’unica che può educare, in un nucleo stabile, cittadini capaci di contribuire al bene comune e di accogliere la diversità, all’interno di un’unione fondata sulla differenza sessuale. Il sentimento non ha nulla a che fare con la disciplina giuridica del matrimonio, da millenni fondato sulla complementarietà uomo donna: l’unica capace in potenza di generare.
Mercificazione dei bambini. Come abbiamo ripetuto fino allo sfinimento, l’istituto della stepchild adoption, contenuto nel DDL, apre la strada alla pratica abominevole dell’utero in affitto, per cui due persone adulte che decidono di volere un figlio, unicamente in funzione di questo desiderio, avrebbero il diritto di fabbricare lo stesso con ovuli, utero e seme esterni, sfruttando il corpo di altre donne (che avvenga a pagamento o meno, resta inaccettabile) all’estero, di tornare in Italia e di vedersi riconosciuto quel bambino come figlio, quando figlio non è, ma un minore trattato come un oggetto di diritto. Inoltre la mancanza della bipolarità sessuale, del padre o della madre, creerebbe ostacoli allo sviluppo normale dei bambini. Ma è chiaro che non basterebbe eliminare dal DDL la stepchild adoption, perché qualora il nostro paese varasse una legge sulle cosiddette “unioni civili”, anche senza adozione, l’Europa ce la imporrebbe (vedi la sentenza contro l’Austria) o lo farebbe la magistratura a colpi di sentenze. Inoltre, anche senza figli, queste unioni indebolirebbero l’istituto matrimoniale, svilendone il significato, facendo passare l’idea che il compito procreativo ed educativo sono solo delle opzioni. Il matrimonio non servirebbe più a garantire l’ordine delle generazioni e ciò sarebbe dannoso per la stabilità della società.
Bisogna scendere in piazza. Se il ddl Cirinnà, come abbiamo detto, disintegra la società partendo dalla famiglia, la società intera è chiamata a dire no ed è chiamata a farlo nello spazio pubblico poiché questa legge riguarda chiunque sia figlio, fratello, padre, madre, amico. La famiglia non è una delle tante opzioni possibili per costruire la società, il matrimonio non è “una modalità di vivere l’amore”, il figlio non è mai un oggetto, l’amore non è una pulsione sessuale e la tendenza sessuale non definisce le persone. Ripetiamo, il matrimonio è una reciproca donazione, esclusiva, di un uomo e una donna che si compiono nell’apertura alla generazione ed educazione di nuove vite.
Da Nord a Sud il popolo è pronto per mobilitarsi a difesa dell’uomo poiché, pur non avendo mezzi di comunicazione a disposizione, ci restano il nostro corpo, la nostra faccia, quello che siamo, la nostra storia e il nostro amore per l’uomo e per il Bene Comune. Nessuna mediazione è possibile e partendo da questa certezza siamo pronti ad una grande manifestazione a Roma, ma nell’attesa non restiamo a guardare: da Nord a Sud vegliamo nelle piazze italiane, lì dove viviamo, abitiamo, dove siamo chiamati a svegliare le coscienze. Prima dell’inizio della discussione al Senato, e in particolare il 23 e 24 gennaio, invaderemo le piazze delle nostre città.


Qui, invece, una Salmerìa straordinaria in cui raccoglieremo articoli, interviste, commenti e giudizi per aiutare nel lavoro e nell'impegno di capire cosa e perché sta succedendo.

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