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sabato 2 settembre 2017
giovedì 31 agosto 2017
Lettera dal fronte: Dacci oggi la nostra eresia quotidiana/04: Il vero problema del Meeting di Rimini
Il Meeting di Rimini ha da sempre un problema di capitale importanza: la fede cattolica, in particolare la fede nella Santa Messa.
Capirete perché dico questo citando i numeri ufficiali del Meeting prendendo i dati dal sito internet ufficiale della kermesse ciellina:
Mettiamo a confronto ogni singolo dato è vedrete quanta sproporzione c’è tra Marta e Maria, tra la fede e le opere, tra Pelagio e Agostino: il problema del Meeting è questo. Tutto il resto è un corollario e una conseguenza giacché “sine dominico non possumus”. E dispiace dirlo: questo problema c’è da sempre.
Cordiali saluti dall'inizio della fine.
Capirete perché dico questo citando i numeri ufficiali del Meeting prendendo i dati dal sito internet ufficiale della kermesse ciellina:
I NUMERILa Fondazione dimentica di riportare un solo dato, perché equivale a 1: si tratta della Messa (l’unica Messa ufficiale) che da qualche anno non è neanche più presente all'inizio della manifestazione. E la Fondazione si vergogna anche di riportarla tra i dati (ovviamente si fanno le mostre sui cristiani perseguitati per il fatto di voler andare a messa quindi è tutto ok: dico bene?).
800.000 PRESENZE da 70 NAZIONI
oltre 170 aziende sponsor
FIERA
150.000 mq allestiti
9.000 parcheggi gratuiti
oltre 3.600 VOLONTARI:
pre-meeting 600 + meeting 3011 (di cui 150 stranieri)
CONVEGNI
7 sale per tavole rotonde
oltre 100 incontri e tavole rotonde
circa 300 relatori italiani e interazionali
MOSTRE
12 esposizioni (5 mostre didattiche e 7 esposizioni Uomini all’Opera)
160.000 visitatori
200 mostre noleggiate ogni anno
SPETTACOLI
23 spettacoli (musica, teatro, danza, cabaret, cinema)
oltre 150 artisti ogni anno
45.000 spettatori
Più di 10.000 biglietti venduti
SPORT
13.500 mq di sport da praticare
17 manifestazioni sportive interne ed esterne
quasi 12.000 praticanti nella settimana
VILLAGGIO RAGAZZI
3.500 mq allestiti nel Villaggio Ragazzi
12 laboratori manuali giornalieri
8 spettacoli quotidiani
2 mostre con visite guidate ogni 45 min
10.000 visitatori nella settimana
RISTORAZIONE
21.000 mq allestiti
5 ristoranti tipici
1 fast food per famiglie
24 punti ristoro e 7 snack bar
MEDIA
Oltre 800 operatori dell’informazione
400 testate nazionali e internazionali
8.000 articoli di rassegna stampa presenti su tutte le testate nazionali
circa 800 passaggi televisivi e radio nel mese di agosto
WEB
oltre 900.000 contatti annui sul sito del Meeting
56 milioni di impression su Twitter
Circa 800.000 visualizzazioni su Facebook da parte di 200.000 persone
Circa 150.000 visualizzazioni su Youtube (incontri live + on demand)
3.000 download App MeetingRimini
Mettiamo a confronto ogni singolo dato è vedrete quanta sproporzione c’è tra Marta e Maria, tra la fede e le opere, tra Pelagio e Agostino: il problema del Meeting è questo. Tutto il resto è un corollario e una conseguenza giacché “sine dominico non possumus”. E dispiace dirlo: questo problema c’è da sempre.
Cordiali saluti dall'inizio della fine.
mercoledì 30 agosto 2017
martedì 29 agosto 2017
Lettera dal fronte: Costalli (Mcl): “Affidare una bimba cattolica a famiglie musulmane è un’inaccettabile follia sociale”
Per gentile concessione del presidente MCL Carlo Costalli, si rilancia questo pregevole comunicato.
“UN DANNO INCALCOLABILE SULLA MENTE E SULLA VITA DI UNA BAMBINA”
"La decisione dei servizi sociali londinesi di affidare una bimba di soli cinque anni, inglese e cattolica, negli ultimi sei mesi a due famiglie musulmane osservanti è un'inaccettabile follia sociale, che dimostra un'inadeguatezza e una superficialità enormi da parte dei servizi sociali stessi": questo il commento di Carlo Costalli, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori, alla notizia riportata sulle colonne del quotidiano britannico The Times. "Una decisione, presa contro il volere della famiglia naturale, che non solo infrange le leggi - le scelte sull'affido normalmente si fanno sulla base della razza, della religione, del background linguistico e culturale - ma oltrepassa ogni limite del comune buonsenso. Non appena arrivata nella sua nuova casa le è stata tolta la catenina con il crocifisso, nella famiglia le donne sono costrette a vestire il burqa per uscire di casa e non si parla inglese, così la piccola è stata costretta anche ad imparare la lingua araba", ha continuato il presidente del MCL.
"Dopo aver subito il trauma di essere separata dalla sua famiglia – ha proseguito Costalli - dovrebbe essere circondata da un mondo che riconosce ed in cui possa sentirsi rassicurata. Invece si trova rinchiusa in un mondo che non conosce e, soprattutto, la spaventa, dove riceve vessazioni e violenze psicologiche continue. Un danno davvero incalcolabile sulla mente e sulla vita di una bambina".
"Questo drammatico ed inaccettabile episodio, che scatena tutta la nostra indignazione, dovrebbe anche farci riflettere su dove ci sta portando l'aver abdicato alle nostre radici cristiane in Europa", ha concluso Costalli.
Conversazione al fronte: Intervista al presidente Carlo Costalli (da Vita Diocesana Pinerolese)
A nome di tutta la redazione de La Baionetta, rilancio questa importante intervista a Carlo Costalli, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori. Intervista che è stata realizzata per Vita Diocesana Pinerolese da Marco Margirta, una "vecchia conoscenza" del blog, nonché direttore de Il Monviso e 2006piùMagazine.
Quale originale contributo politico possono dare, oggi, i cattolici? Una questione che, complice il clima elettorale che inizia a montare, ha un certo spazio anche sulla grande stampa. Se n’è parlato anche a Pinerolo, in un incontro “a porte chiuse” che la sempre fervida fantasia di qualche retroscenista ha definito “piccola Todi”, riferendosi alla stagione in cui le grandi organizzazioni laicali s’interrogavano su come costruire percorsi e presenze di buona politica.
In questo quarto di secolo di mai veramente nata Seconda Repubblica, chiusa l’unità politica sotto le insegne scudocrociate della Democrazia Cristiana, i cattolici hanno praticato un pluralismo di opzioni che, contrariamente a quanto sostenevano i fautori della strategia de “l’essere lievito in tutti gli schieramenti”, non ha avuto alla base una vera convergenza su principi e valori di fondo. In questa progressivo scadimento verso l’afasia - anche realtà che hanno sempre incoraggiato la presenza oggi sembrano ritirarsi in più comode “scelte religiose” - il Movimento Cristiano Lavoratori ha sempre mantenuto un’attenzione, seppur con l’opportuna “distanza critica”, verso la politica.
Questa significativa aggregazione laicale, che della Todi maior fu attore di primo piano, sta da alcuni mesi lavorando per stabilire un proprio presidio anche nel Pinerolese e suoi rappresentanti erano presenti alla riunione presso la Sala Pacem in Terris. In redazione, quindi, è nata l’idea di conoscere meglio le posizioni di quest’organizzazione rispetto al tema caldo del rapporto tra cattolici e politica, oltre che sulle modalità per essere incidenti sulla scena socio-politica.
Abbiamo per questo contattato il presidente nazionale Carlo Costalli, che ha con “toscano entusiasmo” accolto l’invito a confrontarsi con noi. Il suo approccio è in netta controtendenza rispetto a certe analisi pessimiste.
“Nel nostro Paese – ci dice – c’è un desiderio, forse espresso confusamente ma reale, di partecipazione politica. La recente vicenda referendaria, e il suo esito finale, ce lo hanno improvvisamente rivelato. Basti ricordare l’alta percentuale dei votanti e, soprattutto, l’implicita richiesta di attenzione da parte di alcuni mondi (quello giovanile come quello meridionale), che si sentono fuori dalla dialettica sociopolitica e dai conseguenti meccanismi decisionali. Certo c’è anche la scarsa affluenza alle amministrative, ma anche quel dato, letto da un’altra ottica, ci rivela come forte sia la domanda di novità vere. I cattolici non possono non sentirsi interpellati da questa esigenza. Come dicevano qualche anno fa i nostri amici del Centro Van Thuân, nel loro “Appello politico agli italiani”: L'Italia ha bisogno dei cattolici, i cattolici hanno bisogno dell'Italia”.
Bene, ma come si può costruire concretamente questa risposta? “Bisognerà probabilmente ripartire da zero sia per la rappresentanza politica sia e soprattutto per le varie sedi della rappresentanza sociale. Credo che si debba far conto su due “obblighi” speciali: stare da un lato sul territorio e, dall’altro, applicarsi a interpretare interessi veri, concreti, reali, per mobilitare tanti e diversi soggetti sociali e politici. Non sembra utile in questa luce ragionare su grandi centrali di rappresentanza; meglio restare sul concreto degli interessi in gioco, che sono mirati e territoriali. Il problema semmai è come renderli “elettoralmente efficaci”. Di certo, dobbiamo prendere coraggio: farci propugnatori - in questa Italia troppo spesso vittima proprio dell’assenza di ideali e prospettive della sua classe dirigente (non solo politica) - di un rinvigorito europopolarismo. Una declinazione popolare, con tutto ciò che questo significa e implica, dell’ideale europeo”. Su questa frontiera sembrano muoversi in molti. “Sì, e trovo che sia ancora presto per dare un giudizio. Secondo me, per poter funzionare, un nuovo progetto - che si tratti di federazione o di un’altra formula -, deve nascere avendo come fondamento non la trasmigrazione di un certo numero di parlamentari da un gruppo ad un altro, ma da una visione del Paese basata sulla solidarietà, sul popolarismo e con una reale apertura alle forze vive presenti sul territorio. Gli elettori moderati chiedono questo, dopo anni di distinguo e divisioni”.
E gli attuali inquilini del Palazzo cosa dovrebbero fare? “Innanzi tutto lavorare sodo per utilizzare al meglio questo scorcio di fine legislatura ed eliminare i gap esistenti anche utilizzando al meglio la prossima legge di stabilità. Ancora una volta, invece, siamo costretti ad assistere all’avvilente balletto della corsa al riposizionamento partitico per garantirsi una ricandidatura nella prossima legislatura. Un fenomeno che riguarda l’intero arco costituzionale: dal centro al centrodestra fino al Pd renziano (che, mi pare, stia attraversando un momento di grande debolezza), per finire con la sinistra. Tutti intenti (solo) a garantirsi attraverso i simulacri di partiti politici una poltrona nella prossima legislatura. Non ci siamo”.
Dove si possono, quindi, trovare energie nuove per comporre la classe dirigente che risponda con un rinvigorito europopolarismo al diffuso desiderio di partecipazione? “Nei territori, là dove il popolo è profondamente radicato e opera, esistono esperienze di salvaguardia del valore profondo della democrazia. Potremmo definirle "minoranze creative". Minoranze che opportunamente connesse in una rete, agile quanto forte sui nodi essenziali, potrebbero ridar voce alla "maggioranza silenziosa" che rischia di cedere allo sconforto. Noi siamo disposti a metterci del nostro per essere connettori di questa maggioranza. Dare uno spazio al civismo diffuso potrebbe potentemente riabilitare la politica”. Riabilitare la politica, ecco un compito che i cattolici, in ciò seguendo autenticamente il magistero di Papa Francesco, davvero dovrebbero accogliere!
Cappellano militare: Il peccato
Il peccato è una tristezza voraginosa.
È triste lo sguardo incestuoso che perde diottrie di amorevolezza ogni volta che dimentica la persona dietro la concupiscenza del suo muoversi sensuale.
È triste lo sguardo corrotto che perde diottrie di giustizia ogni volta che dimentica la persona dietro la fame della sua accondiscendenza politica.
Chi vede l'altro come oggetto di piacere o come guadagno sociale ha già peccato, ha già ucciso. La decapitazione della vittima sarà solo l'esecuzione di un verdetto già pronunciato da un'invincibile tristezza.
È triste lo sguardo incestuoso che perde diottrie di amorevolezza ogni volta che dimentica la persona dietro la concupiscenza del suo muoversi sensuale.
È triste lo sguardo corrotto che perde diottrie di giustizia ogni volta che dimentica la persona dietro la fame della sua accondiscendenza politica.
Chi vede l'altro come oggetto di piacere o come guadagno sociale ha già peccato, ha già ucciso. La decapitazione della vittima sarà solo l'esecuzione di un verdetto già pronunciato da un'invincibile tristezza.
Don Carlo Pizzocaro