sabato 15 aprile 2017

Salmerìa 15.2017

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giovedì 13 aprile 2017

Obice: Il politicamente corretto spiegato da un alleato insospettato

“… è il linguaggio che cambia il pensiero e il pensiero cambia le azioni…”. Sono le parole che Marco Giusta, assessore alle “(finte) famiglie”, ha pronunciato nel 2016 durante la conferenza di fine anno della giunta del sindaco Appendino. Molto probabilmente deve aver letto Judith Butler e accettato il suo pericoloso linguaggio performativo; ma cosa più significativa, l'affermazione permette di capire il cambiamento/la deriva antropologica, o rivoluzione biopolitica, che si sta diffondendo oggi per mezzo di un linguaggio avulso dalla realtà.

Il politicamente corretto è l'arma che sta permettendo alla deriva di diffondersi celermente. Le lobby/gli imperi dell'economia che uccide e della “sfera” che cancella le identità (per usare definizioni care a Papa Francesco) l'hanno imposta ai media, alle aule dei tribunali, all'agone politico e agli altri strumenti, agli altri spazi dell'establishment occidentale. Arma pericolosa attraverso la quale progettare una neo-lingua atta a manipolare l'uomo, confonderlo su ciò che è vero buono e bello, i tre pilastri della realtà. Non solo; è in grado di trasformare “in nemici dell'umanità” tutte le persone dotate di buon senso comune, cattolici e non, che in realtà lottano per il bene di essa. Quindi, le multinazionali, nemiche dell'uomo, come Planned Parenthood, club elitari, come le realtà LGBT, che fanno pressioni sull'OMS, ONU, associazione degli psicologi americani, dicasteri in Italia e nel resto dell'Europa, negli USA, impongono un “linguaggio corretto” per rendere reale accettabile ciò che non lo è. Così si son visti e vedono: quei libretti (Unar e altri) scolastici di ogni ordine e grado in cui si insegna che l’essere nati sessuati non conta nulla ai fini di come ci si percepisce, programmi tv in cui si afferma che la mamma è solo un concetto antropologico, sentenze creative di magistrati-dittatori in cui si ferisce la dignità umana attraverso il riconoscimento di una nuova forma di schiavitù della donna - la pratica dell'utero in affitto - il negare ai bambini madre e padre, la cancellazione del maschile e del femminile con una semplice dichiarazione all'anagrafe (vedasi la sentenza di Bergamo del 9/02). Si pensi ad esempio alle recenti risoluzioni della Corte d'Appello di Trento, 23 febbraio, del Tribunale dei minori di Firenze, 9 marzo. Ora bambini strappati alle loro madri, “pagate per metterli al mondo”, hanno legalmente due papà, anche se questo contrasta con la realtà dei fatti. Ovviamente, il tutto ammantato di motivazioni apparentemente innocue e buone. Non a caso, la pratica dell'utero in affitto è definito atto di solidarietà, giacché nominato quale “gestazione per altri" o "gestazione di sostegno”, i quali non rimandano ad alcun tipo di compravendita. Per non parlare di quello che si scopre quando si tratta il problema dell'eutanasia: un'invenzione dei radical alla Pannella Clinton Soros, veri geni del male, per nascondere che si tratta di suicidio assistito, eliminazione nazista delle persone, e cioè niente di buono, nonostante il prefisso greco èu dica il contrario.

E quanto detto fino ad adesso non è che la punta di un grande e pericoloso iceberg. Solo il confronto con autorevoli personalità, non pericolosamente ideologizzate, può offrire l'aiuto per scoprirne la parte sommersa. Ci viene incontro questa volta un “alleato insospettato”, il torinese Costanzo Preve, pensatore razionalista dialettico e allievo indipendente di Marx. Con coraggio denunciò l’approdo all’ideologia laicista come fase finale di un processo sociale di riconversione ideologica degli ex-sessantottini, i quali passando da un grottesco “marxismo” al “New Atheism” (fatto di darwinismo e teoria dell’evoluzione), finirono per riconciliarsi con la società capitalistica ed i suoi apparati di consenso. Perciò non si allineò mai alla sinistra italiana, ormai partito radicale di massa (ricordando la lezione di Augusto Del Noce). E questa 'libertà' nel 2011 gli ha permesso di prendere le difese di Benedetto XVI, attaccato dai tronfi leader del laicismo nostrano.

In 'Elementi di Politicamente Corretto. Studio preliminare su di un fenomeno ideologico destinato a diventare in futuro sempre più invasivo e importante punto' al punto 22 Preve afferma […] “In primo luogo, il Politicamente Corretto si manifesta oggi come sovrastruttura ideologica ideale (nel senso darwiniano di fittest, e cioè più adatta) del capitalismo globalizzato. Nonostante la (ancora piccola, purtroppo) crisi finanziaria scoppiata nella seconda metà del 2008, il sistema è ancora in piedi, ha ancora purtroppo enormi riserve (in particolare, la corsa all’individualismo capitalistico di paesi come l’India, la Cina, la stessa Russia, eccetera), e non si vede all’orizzonte ancora nulla di serio (per serio intendo l’equivalente del 1917 in Russia), in quanto per ora non ci sono che gesticolazioni mediatiche di buffoni marginali. In secondo luogo, la generazione intellettuale europeo-occidentale, che nel cruciale decennio ideologico 1975-1985 ha smantellato la visione classista ed anticapitalistica della società per intronizzare al suo posto lo svaccamento postmoderno, è al potere nei tre apparati del ceto politico, del circo mediatico e del clero universitario. E non è soltanto al potere, cosa del tutto intuitiva ed evidente e che non richiede complicate dimostrazioni sociologiche, ma ha addirittura saturato tutti i pori di respirazione spirituale della società. Il potere intellettuale è integralmente Politicamente Corretto, così come era Cristiano nel medioevo. Alle estreme periferie della società, silenziati e pressoché invisibili, ci sono bensì dei Dissidenti del Politicamente Corretto, puniti con l’irrilevanza pubblica, ma essi non sono organizzati in tendenza culturale omogenea, e ci sono poche speranze che una simile organizzazione possa avvenire presto. È anche normale che sia così. Un giovane che volesse prendere parte a questa organizzazione verrebbe immediatamente colpito con l’interdetto all’accesso al ceto politico, al circo mediatico ed al clero universitario. La situazione cambia da paese a paese (in questo senso l’Italia è forse la situazione peggiore), ma per ora la situazione è questa. Nessuna speranza realistica a breve termine. Non siamo neppure al livello dei piccioni viaggiatori. Siamo al livello dei messaggi nelle bottiglie”. […]

D'altronde, George Orwell con 1984 e il linguista Victor Klemperer con il suo diario del 1945 “E così tutto vacilla” e “LTI. La lingua del Terzo Reich” avevano già lanciato dei messaggi precisi alle generazioni future: le ideologie totalitarie nemiche dell'uomo si impongono attraverso l'uso di un linguaggio pienamente sganciato dalla realtà.


Pubblicato anche su Pepe

mercoledì 12 aprile 2017

Obice: I padri del gender: Signori dell'orrore


Ricordate i libretti UNAR intitolati “Educare alla diversità a scuola”, l'articolo 1 comma 16 della buona scuola? I libretti sono stati bloccati dal Ministero dell’Istruzione e il comma 16 non è stato applicato del tutto, in seguito a numerose proteste da parte delle associazioni dei genitori e associazioni pro famiglia (come Agesc, Comitato articolo 26, il Comitato Difendiamo i Nostri Figli, le Sentinelle in Piedi, Sì alla Famiglia).

Nei testi in questione vengono citati continuamente i cosiddetti “gender studies” (studi di genere), e con essi i suoi autori più importanti, Alfred Kinsey, John Money e Wilhelm Reich. I suddetti testi si guardano però bene dal dire con chiarezza chi furono e cosa fecero Kinsey Money e Reich, dato che se lo facessero la lettura e l’adozione di questi finirebbe sul nascere. Siccome non tutti possono sapere con esattezza chi furono i tre studiosi, ricorderemo cosa hanno fatto e come hanno lavorato.

Alfred Kinsey

Alfred Kinsey viene ricordato come l’autore del cosiddetto “Rapporto Kinsey”, uno studio sulla sessualità degli americani, che tra le altre cose si occupava, ad esempio, di stimare la percentuale di omosessuali nella società americana (il famoso 10% di omosessuali nella società che viene continuamente sbandierato dall'associazionismo LGBT viene da qui, ad esempio).

Occorre innanzitutto ricordare che Kinsey era un entomologo (studioso degli insetti), quindi non si capisce quali competenze avrebbe avuto per portare avanti un simile studio.

Per capire meglio quali metodologie furono utilizzate per questo studio, ci viene in aiuto lo psicologo prof. Roberto Marchesini, che scrive: “Kinsey ha manipolato il campione di individui intervistato per ottenere quei dati. Il celebre psicologo Abraham Maslow, saputo delle ricerche che Kinsey stava conducendo, volle incontrarlo per confrontarsi con lui. Una volta compreso il metodo d’indagine di Kinsey, Maslow mise in guardia l’entomologo dal “volunteer error”, ossia dalla non rappresentatività di un campione composto esclusivamente da volontari per una ricerca psicologica sulla sessualità. Kinsey decise di ignorare il suggerimento di Maslow e di proseguire nella raccolta delle storie sessuali dei volontari. Oltre a questo, circa il 25 % dei soggetti maschi intervistati nella sua ricerca erano detenuti per crimini sessuali; l’unica scuola superiore presa in considerazione per la ricerca fu un istituto particolare nel quale circa il 50 % degli studenti avevano contatti omosessuali; tra i soggetti erano presenti anche un numero sproporzionato di “prostituti” maschi (almeno 200); tra gli omosessuali vennero contati anche soggetti che avevano avuto pensieri o contatti casuali, magari nella prima adolescenza; infine, nel calcolare la percentuale di omosessuali, Kinsey fece sparire – senza darne spiegazione – circa 1.000 soggetti.”

Ma gli errori metodologici sono niente in confronto agli orrori materiali di cui Kinsey si rese responsabile: l’aspetto più inquietante di questo personaggio riguarda gli esperimenti sessuali condotti sui bambini.

Nel primo Rapporto Kinsey esiste infatti un paragrafo intitolato “L’orgasmo nei soggetti impuberi” (pp 105 – 112) e in questo paragrafo vengono descritti i comportamenti di centinaia di bambini da quattro mesi a quattordici anni vittime di pedofili.

In alcuni casi, Kinsey e i suoi osservarono (filmando, contando il numero di «orgasmi» e cronometrando gli intervalli tra un «orgasmo» e l’altro) gli abusi di bambini ad opera di pedofili: «In 5 casi di soggetti impuberi le osservazioni furono proseguite per periodi di mesi o di anni[...]» (p. 107); ci furono anche bambini sottoposti a queste torture per 24 ore di seguito: «Il massimo osservato fu di 26 parossismi in 24 ore, ed il rapporto indica che sarebbe stato possibile ottenere anche di più nello stesso periodo di tempo» (p. 110).

Nel secondo Rapporto esiste un paragrafo intitolato “Contatti nell'età prepubere con maschi adulti”, nel quale vengono descritti rapporti sessuali tra bambine e uomini adulti, ovviamente alla presenza di Kinsey e colleghi. Le osservazioni condotte inducono Kinsey a sostenere che “Se la bambina non fosse condizionata dall’educazione, non è certo, non è certo che approcci sessuali del genere di quelli determinatisi in questi episodi [contatti sessuali con maschi adulti], la turberebbero. È difficile capire per quale ragione una bambina, a meno che non sia condizionata dall'educazione, dovrebbe turbarsi quando le vengono toccati i genitali, oppure turbarsi vedendo i genitali di altre persone, o nell'avere contatti sessuali ancora più specifici.”

Kinsey attinse i dati sulla sessualità infantile effettuando attivamente pratiche pedofile per le quali avrebbe dovuto essere legalmente perseguito. E fu anche un dichiarato sostenitore della pedofilia.

Molto discutibili anche le sue frequentazioni, una fotografia lo ritrae in compagnia di un certo Kenneth Anger davanti ad una foto del mago satanista Aleister Crowley. Anger, regista di film come “Lucifer rising” e amico di Bobby Beusoleil della “famiglia” del serial killer Charles Manson, fu intimo amico di Kinsey e contribuì alle sue ricerche fornendo un filmato nel quale si masturbava.

Questo era Alfred Kinsey.

John Money

John Money è stato uno psicologo e sessuologo statunitense che, nel 1972, ha elaborato un preciso modello teorico secondo cui l’appartenenza ad un genere può essere disgiunta dal sesso biologico e dall’orientamento sessuale. Inoltre, lavorò per sdoganare sadomasochismo, coprofilia, feticismo, autostrangolamento, pedofilia... rendetevi conto con chi si ha che fare.

Secondo il suo approccio biosociale, natura e cultura interagiscono per determinare il sentimento di appartenenza ad un genere o all’altro. “Si nasce maschi o femmine – spiegava Money – ma l’etichetta sociale che ci viene attribuita e il diverso modello educativo che viene impartito ai bambini e alle bambine interagisce con i fattori biologici... cioè: i fattori primari che guidano la differenziazione psicosessuale sono l'apprendimento e l'ambiente, non la biologia”. Erano le affermazioni che Money andava ripetendo su riviste scientifiche e nei consessi medici. Né lui né chi lo sosteneva guardavano alla realtà. I cromosomi, gli ormoni, l'organizzazione anatomica, il cervello sessuato inficiano quelle pseudo teorie.

È interessante notare come venga sempre presentato solo il modello teorico di Money e non i suoi risultati, ed il motivo è chiaro: quando la sua teoria venne applicata, fu l’origine del dramma esistenziale per la malcapitata 'cavia' umana, David Reimer, e sfociò in un tragico epilogo, come si evince bene dalla sua biografia, curata da John Colapinto. Egli nacque in Canada come Bruce Peter Reimer nel 1965; dopo la nascita fu chirurgicamente assegnato al sesso femminile a causa della perdita del pene durante una maldestra operazione di circoncisione. Lo psicologo John Money (1921-2006), che fu chiamato a seguire il suo caso, lo manipolò verso l’accettazione del sesso femminile. Gli ha fatto lasciare il nome Bruce per quello di Brenda; cosa che gli provocò molta sofferenza, per questo tentò diverse volte il suicidio. Nonostante la realtà dicesse altro, Money ha sempre sostenuto che la “terapia” ebbe esito positivo.

Tuttavia anche il sessuologo Milton Diamond lo smentì, scoprendo che Reimer non si era mai identificato con una donna e che dall’età di 15 anni aveva ripreso a vivere come uomo, con il nome David. A ventidue anni ha conosciuto e sposato Jane, madre di tre figli. Bruce-David Reimer stesso volle che la sua storia fosse resa pubblica affinché a nessun altro capitasse quello che era capitato a lui. Purtroppo non riuscì a superare del tutto le ferite infertigli da Money: si tolse la vita nel 2004

L’esperimento di Money fu un drammatico insuccesso, eppure egli viene riportato come il fondatore della teoria del gender, quella secondo la quale si può “riassegnare” un sesso diverso mediante la rieducazione.

Wilhelm Reich

Wilhelm Reich è stato un medico, chirurgo e psicoanalista austriaco; sostenitore della gnosi antica e tra i principali ispiratori della rivoluzione del '68. Famoso per i suoi lavori antiscientifici e da autentico ciarlatano, è principalmente ricordato per due testi dai contenuti drammatici: La psicologia di massa del fascismo (1933) e La rivoluzione sessuale (1936).

Nel primo dei due, Reich sostiene che la ragione per cui il nazismo sia stato approvato dalle masse sia da ricercarsi nella repressione degli impulsi sessuali. Secondo Reich, la repressione della sessualità naturale nel bambino tende a renderlo timoroso, timido, e obbediente; serve a inibire in generale il pensiero critico. Quindi, l’obiettivo della repressione degli impulsi sessuali è la creazione di un individuo che si sottometta all’autorità, indipendentemente dal degrado e dalla miseria in cui viene posto. In tal senso, il primo posto dove avverrebbe questa sottomissione è la famiglia, prima vera struttura autoritaria in miniatura, dopodiché si sarebbe pronti a sottomettersi in generale al sistema autoritario.

La cura, secondo Reich, è semplice: iniziare una precoce sessualizzazione dei bambini, in modo tale che non siano repressi e che non diventino fascisti.

La reazione alla pubblicazione di un testo dai simili contenuti fu unanime: Reich, iscritto al partito comunista tedesco, fu espulso immediatamente dal partito, e lo stesso testo fu censurato e bruciato nelle pubbliche piazze prima dai nazisti e poi dalla FDA (Food and Drug Administration) negli USA.

Nello stesso testo, nel quinto capitolo, viene anche affermato che la famiglia sia la prima cellula della società fascista: essendo il posto in cui si riproduce l’individuo reazionario e conservatore, è la più importante istituzione per la conservazione dello stato autoritario. Quindi, stando a quanto sostenuto da Reich, la famiglia sarebbe il nemico numero uno della libertà.

Nel secondo libro, Reich sostiene che lo stato autoritario utilizzi numerosi espedienti per reprimere la sessualità naturale dei propri cittadini, che sarebbero i seguenti:
  1. L’ideologia del matrimonio monogamo a vita, che Reich chiama “matrimonio coercitivo”;
  2. La repressione della sessualità infantile, che secondo Reich è la causa primaria delle perversioni in età adulta;
  3. La mancanza di educazione sessuale e libertà sessuale per gli adolescenti;
  4. La persecuzione di sessualità “anormali” come l’omosessualità;
  5. L’illegalità dell’aborto;
  6. Il matrimonio come istituzione legale, e la mancanza dell’incompatibilità tra i coniugi come motivo per il divorzio.
Lo stato farebbe ciò per un solo motivo: perpetuare la struttura capitalistica che lo mantiene al potere, e di cui la famiglia è la primaria unità sociale.

La visione che ha Reich è ovviamente anticristiana e antiumana, ma il motivo di tali convincimenti va probabilmente ricercato nella condotta privata dello stesso Reich. Egli ha infatti avuto numerose partner, e quattro di loro hanno abortito per via della sua insistenza; addirittura alcuni di questi aborti sarebbero stati eseguiti da lui stesso e una delle donne sarebbe morta proprio per mano sua.

Inoltre, durante l’infanzia e l’adolescenza avrebbe avuto numerosi problemi: nei suoi diari da adulto egli descrive la sua precocità in ambito sessuale. Avrebbe provato ad avere un rapporto sessuale con la domestica di famiglia all’età di quattro anni, guardava gli animali della fattoria dove è cresciuto durante la loro attività sessuale e avrebbe avuto altre esperienze con altri membri della servitù dall’età di 11 anni. Avrebbe poi iniziato a frequentare regolarmente i bordelli dall’età di 15 anni. La sua seconda figlia ha sempre creduto che lui sia stato vittima di abusi sessuali da bambino, e questo spiegherebbe il suo malato interesse per la sessualità infantile.

Alcune considerazioni

Abbiamo potuto constatare che razza di personaggi siano i “padri fondatori” della teoria del gender, o gender studies (o come li volete chiamare, ci siamo capiti). Di fatto, i testi su cui il Ministero aveva pensato tra 2012-2015 di formare gli insegnanti e poi successivamente dei giovani studenti, l'articolo 1 comma 16 Legge 107 (buona scuola) si basano sulle teorie (assolutamente antiscientifiche) formulate da apologeti, sostenitori della pedofilia, amici di satanisti ed epigoni di Josef Mengele in salsa progressista. E poi, dovremmo scandalizzarci per Francesco Spano? (ex presidente UNAR) Il quale finanziava con le risorse del ministero dell'istruzione associazioni lgbt ove si praticano orge e altre perversioni: luoghi pericolosamente promiscui ove la pedofilia è vista bene; non a caso, qui Mario Mieli e i signori dell'orrore docent.

Detto questo, vengono spontanee alcune domande: si tratta di ignoranza o malafede? Cioè, al Ministero nessuno ha dato una controllata a cosa sarebbe stato inviato nelle scuole, alle associazioni che collaboravano con Spano e il suo predecessore Marco De Giorgi, all'origine delle teorie gender, oppure è stato fatto tutto alla zittina nella speranza che nessuno se ne accorgesse? Tuttavia, domande dello stesso tenore potrebbero essere rivolte a numerosi responsabili di vari movimenti ecclesiali e a numerosi prelati che continuano a fare spallucce davanti a questa vera e propria offensiva antropologica che mira a decostruire la Persona, magari facendosi scudo di citazioni del Papa e di parole chiave come “dialogo”, “ponti”, “muri” (sembrano diventati tutti ingegneri strutturisti). E nonostante lo stesso pontefice abbia detto più volte che il gender è una malattia della mente umana.

Ovviamente, per capirlo non occorre essere semplicemente cattolici ma persone di ragione, animate dal buon senso comune. Inoltre, se vogliamo rincarare la dose, bisognerebbe ricordarsi che siamo nel 2015, e non più nel 1975: Internet oggi ce l’hanno tutti, e queste informazioni sono facilmente reperibili, diversamente, per esempio, rispetto a 40 anni fa. Quindi, nemmeno l’ignoranza è più una scusa ammissibile per chi ha certi tipi di responsabilità.

Cosa fare?

Le proteste silenziose e composte, come tante inziative in tutto il nostro paese confermano, vogliono ricordare che solo il rinnovamento dell'alleanza uomo-donna-bambino può ridare freschezza, forza e gioia di vivere alla nostra società occidentale. Ad esempio le Sentinelle in piedi lo ricordano. Si parla di una rete di persone libere e forti, credenti e non, le quali silenziosamente si riuniscono, per vegliare in modo pacifico e ricordare che ogni bambino ha diritto all'amore di un padre e una madre; che non è bene introdurre l'educazione al gender nelle scuole, sin dall'asilo; che è ingiusto voler perseguire per legge chi ritiene che la famiglia sia solo quella formata da un uomo e una donna uniti in matrimonio; che non è progresso promuovere il mercato dell'utero in affitto e dei figli.


Daniele Barale
Darth Gender

martedì 11 aprile 2017

Cappellano militare: Gloria di Dio

Giuda tradisce e Cristo parla di gloria: perché dovrebbe brillare la gloria di Dio tra le macerie del tradimento dell'uomo?

La risposta non sta nella rumorosa caduta dell'uomo, ma nel silenzioso sguardo di Gesù: LUI continua ad amarlo. Anzi, lo ama fino a prendere la decisione ultima: sceglie di morire, piuttosto che ammazzare.

Gloria di Dio è questa passione spropositata che fa sentire l'uomo sempre amato, anche se incapace di amare. «Tis better to have loved and lost | Than never to have loved at all» [«È meglio aver amato e perso | che non aver mai amato», Alfred Tennynson].


Don Carlo Pizzocaro

lunedì 10 aprile 2017

Cappellano militare: Il vasetto di nardo

Ma Cristo vale il mio vasetto di nardo? Probabilmente sì, probabilmente posso dire che vale ciò che ho di più prezioso nella mia vita.

La domanda di Maria, però, è questa: ma Cristo vale i cocci del mio vasetto di nardo? Perché darò tutto a Cristo nel momento in cui frantumerò ai Suoi piedi ciò che ho di più prezioso, nella certezza di riconoscere in LUI l’unico Tesoro capace di risistemare i miei cocci.

Amore non è una collezione di vasetti preziosi, ma il tesoro che sa dare loro un senso, anche quando si rompono.

Amore è ciò che dà pienezza a quel che per esso si svuota.


Don Carlo Pizzocaro